Parrocchia San Giuseppe Lavoratore - Scalea
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Diario di Viaggio 3 giugno - Ma allora il parroco come vive il proprio tempo, come passa le sue giornate? Al primo posto necessariamente è la preghiera, poiché questo genera l'anelito necessario per intraprendere ogni attività con l'entusiasmo necessario. Se poi teniamo presente che ogni attività è orientata generare comunione, vita di fraternità ci si rende ben conto che è un impegno instancabile anche perché siamo tutti coscienti che viviamo in una società legate agli interessi personale, per cui basta poco per interrompere i legami di amicizia e ancora di meno per il dono del proprio tempo gratuitamente agli altri. Se non si prega, se invece il collante è la vita spirituale anche se non tutto procede con l'entusiasmo necessario, però si vive meglio le incomprensione e anche la gioia di vivere al servizio del Regno di Dio, che è Regno di pace e di gioia caratterizzato dalla vita comune.
Vi posso garantire che non è facile far stare insieme le persone, ciascuno si caratterizza in modo forte per cui non sempre riesce a spogliarsi di se per entrare in dialogo con l'altro, ritengo sia chiaro a tutti che questo processo sia ineludibile perché si generi amicizia incondizionata. Ma il problema da superare è anche l'anelito all'incontro on l'altro che è diverso da me e che spesso vive la stessa esigenza di essere in vista, sempre al primo posto, sempre in evidenza. Una sola parola sintetizza questo atteggiamento molto diffuso anche tra i laici impegnati nelle parrocchie, o comunque nelle aggregazioni ecclesiali e non, è la mancanza di umiltà alla base di un impegno che stenta a cogliere la preziosità ineludibile dell'altro.
Alcuni si intronizzano e intronizzano i loro familiari al punto che anche a distanza di decenni sono sempre gli stessi. Che cosa spinge a questa staticità, non è certamente la dedizione all'opera dello Spirito Santo che è sempre nuova, dinamica, esige un andare sempre oltre se stessi. Potrei dire con semplicità che nella dedizione all'amore per come insegna il Signore è importante annullare se stessi per far emergere gli altri, nella bellezza spirituale che è in loro. Certo questo atteggiamento può generare la presunzione dell'altro, di essere il migliore e anche questo sarebbe sbagliato e capita spesso nelle competenze giovanili che poi vanno controllare e rimodificate. Ecco perché chi ha responsabilità e ne coglie il valore strutturale, deve essere sempre vigilante, se non si distrae mai è meglio, così evita poi di dover rimediare agli errori fatti.
Questo sempre se vogliamo costruire la vita di fraternità per come il Signore chiede, altrimenti basta stare solo con i propri amici, non cercare mai coloro che si allontanano dalla vita di comunità e uno si costruisce un vivere la fede che non manda mai in crisi anche dona la certezza che questo è il solo modo possibile di vivere bene l'incontro con Gesù e la gioia di condividere con i fratelli la propria dedizione al Signore. Ma come ho già detto non costruisce la gioia della novità che l'altro vero dono di Dio deve sempre essere colto come un bene ineludibile per il mio stare bene in Cristo. Questa è la via che il Signore ci chiede di percorrere e che noi trasmettiamo agli altri con l'esempio semplice e gioioso della nostra vita. Sono giorni intensi di vita per la comunità, come d'altra parte lo sono per ogni persona. La nostra è una società che chiede molto, quello che conta è non trascurare l'umanità, l'altro nelle nostre relazioni. Altrimenti concorriamo ad essere funzionali a favore di questa iniziativa o di altro e non costruiamo relazioni affettuose. Non è facile, d'altra parte anche nella comunità che gravitava attorno a Gesù le cose non sempre andavano molto linearmente, anche per questo gradualmente ha preso coscienza che il Regno si costruisce con la totale donazione di se stesso agli altri. Coraggio mettiamo Gesù al centro della nostra vita e tutto il resto sarà visto in modo positivo, se mettiamo noi stessi è un guaio, magari anche piccolo però sempre un guaio che qualcuno dovrà risolvere diventa.
Auguri a tutti coloro che si chiamano Cono per il giorno onomastico, monaco venerato in quel di Teggiano, nulla di particolarmente eclatante, solo un cuore che ama per quanto possibile senza perdersi nel particolare e orientato all'universale per come il Signore ci ha insegnato e vissuto. Oggi è una bellissima giornata, come tale deve essere vissuta, ognuno abbracci le proprie emozioni più intime e stabili e guardi sempre avanti con fiducia. Il Signore h dato la vita per noi, come, nel nostro impegno di vita quotidiana, riusciamo a ripagarlo di tutto questo? Per come ciascuno di voi fa ogni giorno, con la propria vita consumata nell'amore verso la famiglia e per ciò che il Signore ci dona di poter vivere verso gli altri. Ancora auguri e sempre tutti nel cuore e nella preghiera. 29 maggio - E' stato un fine settimana spettacolare dove veramente era difficile poter privilegiare alcune emozioni a discapito di altre. Soprattutto il sabato ha meritato l'attenzione intensa del cuore che ama e si rivitalizza nel dono della fede sperimentata nella comunità che si ascolta, si confronta e che nelle sue tanta fragilità si affida al Signore. Intanto con la Pentecoste abbiamo chiuso il tempo prezioso e insostituibile della Pasqua, basta scorrere il link Foto per rendersi conto di come la presenza del Signore Risorto ci ha donato momenti intensi di gioia fraterna e di dedizione vicendevole nel vivificare e testimoniare la fede nella comunità. E' stata una sequenza ininterrotta di avvenimenti, anche in questo caso pur ripentendomi, devo ammettere che farei fatica a cancellarne qualcuno, d'altra parte tutti doni del Signore sono necessari per gioire pienamente e per proseguire sulla strada che Lui chiede di percorrere. Riprendo appena trovo il tempo, buon proseguimento. Intanto è passato un nuovo giorno, ve ne sarete accorti anche voi che i giorni scivolano leggeri, senza neanche lasciarsi vivere. Ma questo è il nostro tempo, momenti brevi e intensi che si susseguono, da gustare mentre sono in atto perché sono seguiti immediatamente da altri avvenimenti ugualmente intensi e meritevoli di attenzione. Ieri sera abbiamo ultimato il pellegrinaggio dei quartieri con il Santo Rosario nel quartiere Cutura, tutto molto bello, d'altra parte quando si mette al centro della nostra attenzione la Madonna i cuori si rasserenano e si aprono ad accogliere la pace che il Signore dona a coloro che si affidano a Lui. Il fine settimana appena terminato ci ha donato di vivere la dinamica diocesana che da molti anni non si riusciva a cogliere come l'humus naturale entro il quale vivere e nel quale crescere Adesso ci si immerge nel Convegno Nazionale dei Catechisti, organizzato dalla CEI e che parzialmente vivremo anche noi con l'accoglienza delle celebrazioni nella nostra Chiesa parrocchiale. Il tempo sinodale è un tempo di cambiamento e questo esige la gioia del confronto, come anche le incomprensioni che possono derivarne, certamente tutto è alimentato dalla preghiera altrimenti non si va molto avanti. Nella catechesi molto si è già scritto per il cambiamento e purtroppo anche il contrario di tutto. Per cui sostanzialmente vive una stasi che non aiuta la dinamica dell'evangelizzazione delle nuove generazioni. Per il resto rimane preziosa e insostituibile il grande lavoro dei volontari che anche in questa occasione saranno chiamati a dare serenità alle tante manifestazioni previste. Contemporaneamente ci si apre al periodo estivo con la chiusura delle attività ordinarie della vita parrocchiale, con le verifiche sommarie, la tappa della Cresima, le attività del GrEst e, infine, la preparazione della nuova fase non meno importante che guarda con attenzione alle tante migliaia di fedeli che accoglieremo durante l'estate. Insomma ci si apre alla ordinarietà dell'impegno pastorale, che non precede il tempo della vacanza. Auguri e buon lavoro a tutti. 25 maggio - Una delle novità pastorali che il Vescovo Stefano ci chiede di vivere con impegno in questo periodo è il ritorno delle attività diocesane nella vita ordinaria delle parrocchie. Per alcuni aspetti suona una novità perché, anche a motivo della pandemia, negli ultimi anni ci si era abituati ai ritmi della vita parrocchiale, diciamolo pure a una pastorale più domestica. Questo ritorno esige una comprensione più ampia del nostro servizio ai vari livelli e nelle varie funzioni, la Chiesa che è nostra madre è quella di San Marco Argentano - Scalea suddivisa nelle tante comunità parrocchiali che insieme animano la evangelizzazione per come il Vescovo orienta e sostiene. Tutto questo per svariati motivi, in questi ultimi anni è venuto meno. Un po' ha impoverito le energie spirituali di cui la Diocesi è ricca, ma è anche servito a rinvigorire il tessuto ecclesiale del territorio nel quale la parrocchia è immediatamente posizionata, come sempre il diavolo divide ma il Signore reimposta, rigenera e vitalizza la vita di comunione nella comunità. Come mai questo discorso? Semplicemente perché essendo una giornata luminosa di primavera non dobbiamo trascurare che anche per tutti noi si apre la stagione della riscoperta di ciò che era nascosto e in attesa di sbocciare in pienezza. E' necessario uno sguardo diverso sulla propria vita e una comprensione più ampia della propria disponibilità. Se ci si apre al dono dello Spirito si coglie l'ampiezza dell'azione di Dio e come noi possiamo immediatamente cooperare per renderla più presenta nella quotidianità della nostra vita. Certo è importante aprire in modo più ampio la porta del cuore, guardare con più intensità e attenzione attorno a se, rimboccarsi le maniche stabilmente e per quanto il Signore dona rendersi disponibili alle esigenza della Chiesa. E' necessariamente importante vivere con più intensità la preghiera, nella certezza che in questa dedizione interiore troviamo tutte le energie che altrimenti la vita di ogni giorno, con le sue preoccupazioni, corre il rischio di soffocare. Sono i giorni dello Spirito Santo, che ci orienta alla chiusura del Tempo di Pasqua, proprio per questo sono i giorni dell'affidamento all'amore di Dio. Capita che nella vita non tutto riusciamo a comprenderlo nella sua positività, ma forse accade perché non leggiamo più l'esistenza orientata alla realizzazione del progetto che Dio a su di noi, ancora di più capita di percorrere vie che allontanano da Dio ed esserne soddisfatti. Insomma, se rettifichiamo le devianze che possono trovare spazio dentro di noi o meglio dire hanno un loro spazio naturalmente dentro di noi, tutto cambia in meglio. Questo esige anche un mettersi più spesso in cammino pr rendere testimonianza alla vitalità della comunità o più semplicemente per renderla presente nella dinamica dei cambiamenti permanenti della Chiesa, insomma si tratta di uscire dal pensiero che tutto possa continuare in modo abitudinario senza cambiare, senza scomodarci troppo. Questo esige anche sempre nuove energie, questo è il tasto debole della nostra vita parrocchiale in questo periodo. C'è bisogno di persone che si mettono letteralmente in gioco, insomma si viene in parrocchia con la tuta per giocare insieme ai ragazzi e per condividere con loro l'entusiasmo del correre e del lottare dietro a un pallone. Come ho già detto altre volte, a me non riesce più con naturalezza, ma chi può perché no? Pr cui tutti in preghiera il Signore deve donarci più energie ricche di entusiasmo e gioia di vivere al Suo servizio nella comunità e anche oltre. 20 maggio - Camminiamo, con la solennità dell'Ascensione del Signore, spiritualmente verso la chiusura del Tempo di Pasqua che sarà completato Sabato e Domenica prossima con la Veglia di Pentecoste in quel di Belvedere e con il Mese degli Incontri dell'AC qui in Scalea. Forse anche a motivo del clima leggermente inquieto, tutto procede leggermente sottotono, certamente non dipende dagli educatori ma manca quella gioiosità di essere partecipi di un gioco nuovo che il clima primaverile riesce a creare di suo. Questa è la mia impressione, ma abbiamo imparato che nel bene e nel male il clima deve essere accettato con serenità e pazienza. Per cui si guarda aventi con entusiasmo e si cerca di affrontare le difficoltà soprattutto sociale con il necessario entusiasmo e nell'attenzione alle persone che, purtroppo sempre più numerose, chiedono di essere sostenute nelle loro necessità. Alcuni ragazzi della confermazione sono già qui, dovrei dire quelli della pallavolo, la settorialità degli interessi, a quest'età prevale sul corporativismo e sul senso del gruppo, però il clima relazionale è molto positivo, nel senso che si cercano e si incontrano con naturalezza e gioia, il che non guasta. Posso affermare che si lasciano anche interpellare con naturalezza, loro stessi cercano il dialogo per come le loro problematiche esigono. Insomma almeno quelli che frequentano con una certa continuità si sentono interpellati positivamente dalla proposta cristiana, poi certo il mondo adolescenziale è molto più ampio e composito, ma naturalmente si parla di ciò che si conosce. Posso anche affermare che al di là dell'influsso dei social un certo vuoto educativo dovuto alla non presenza stabile delle relazioni familiari, certamente non manca di concorrere alla conflittualità generale in questa fase della loro crescita. Tanto per smentirmi in tempi brevi, intanto per i ragazzi non esiste il brutto tempo e la pioggia, ma se c'è il pallone e se possono giocare nel campetto. Ah, dimenticavo, quando metterete un canestro per la pallacanestro. E giocano con passione spensierati anche se secondo noi adulti piove e fa freddo. Insomma molto delle analisi, sono anche determinate dall'età degli utenti il tempo. Non per caso a spalare il fango durante le tante calamità, viene più connaturale ai giovani che non agli adulti. Insomma per affrontare le contrarietà climatiche è necessario anche avere una energia interiore che permette di vivere il tutto con naturalezza e in un sincero spirito di solidarietà e di condivisione. E allora bene arrivati ai ragazzi che mi spingono con entusiasmo ad andare incontro ai ragazzi che stanno percorrendo le strade da Santa Domenica fino a Scalea, alla ricerca di una migliore comprensione di se stessi. 16 maggio - Decisamente è la pioggia la nota più caratterizzante questa fase del mese di maggio, con quel che consegue in riferimento alla vita della campagna: i fiori non vivono bene la bellezza della fioritura perché appesantiti dall'acqua, i frutti cadono dai rami perché ancora troppo deboli conseguentemente quest'anno avremo poco da raccogliere, la terra è inzuppata d'acqua per cui non la si può lavorare. Diciamolo pure, tutti speriamo che il classico raggio di sole faccia capolino in modo più stabile tra le nuvole. Questo darà modo anche ai bambini di esprimere pienamente le loro potenzialità esuberanti e la loro gioiosità contagiosa.
Sembrava un giornata terminata, ma dimenticavo l'attività culturale programmata con la Compagnia del Piatto, come si evince dalle foto è una partecipazione che esige una certa predisposizione mentale e un taglio culturale specifico che io certamente non posso avere. Ma nonostante questo mi sopportano, nel contempo va sempre più qualificandosi per la dinamica dei contenuti e per il conseguimento dei gradi accademici, vi posso garantire che gli esaminatori sono molto rigidi nella selezione dei candidati da premiare, insomma occorre un impegno intenso e una partecipazione costante. Dai volti intensi e consapevoli del loro ruolo vi potete rendere conto del senso di appartenenza e della responsabilità che guida il loro agire. Nulla viene lasciato al caso.
Questa celebrazione serotina è stata introdotta da una lunga disquisizione sulla valorizzazione dei vini, insomma il modo da sommelier che occorre maturare per degustare dignitosamente la qualità di ciò che banalmente noi chiamiamo bere un bicchiere di vino. Il tutto è stato comunicato a un livello molto elevato. Non mi dilungo perché semplicemente occorre una certa predisposizione come dire dell'assunzione degli odori e dei sapori, insomma uno stomaco buono e paziente nell'accogliere. A questo punto voi chiederete ma Don Cono perché questa accademia formativa non figura tra le attività di formazione della parrocchia? Come ci si iscrive? Quali sono gli impegni che ne conseguono? Domande alle quali è difficile dare una risposta lineare e completa. Io stesso me ne rendo conto annusando l'aria e dagli odori, non vi elenco quali, mi rendo conto che è il momento dell'Accademia. Di più non saprei dirvi. 14 maggio - Della serie piove terra, è un frase che ho sentito spesso sin da bambino, effettivamente è un fenomeno che periodicamente si accompagna alla nostra vita. Però ne ho compreso la dinamica solo da alcuni anni, nel mio viaggio in Africa, quanto ho potuto dare corpo a un'altra parola che ho sentito spesso, ed è il deserto. Difficile da immaginare ma è proprio così il deserto di sabbia gialla, si estende per migliaia di chilometri in vaste aree delle nazioni africane, poi a motivo dei fenomeni meteorologici il vento la solleva e la fa depositare nei nostri ambienti che vengono così caratterizzati da questo dono che l'Africa fa, ricordandoci della sua esistenza accanto a noi. Insomma come l'inquinamento, o altri fenomeni nulla rimane assolutamente dove si crea ma ogni cosa si diffonde dappertutto. Sono quei fenomeni che trovano poco spazio nella comunicazione ufficiale, sembra che l'obbiettivo centrale sia quello di rabbonire, di instupidire l'uditorio per cui non è opportuno che la gente si chieda che cosa accade quando alcune situazioni che non ci appartengono le dobbiamo subire. Anche sull'inquinamento del pianeta si accennano brevi flash ma poi si parla d'altro e si continua come se tutto procedesse senza eccessiva gravità per l'umanità intera. E' un mondo così, si conoscono i problemi ma è opportuno non dare loro troppo spazio nelle riflessioni ordinarie, altrimenti la gente non si diverte, non spende e corre il rischio di impegnarsi socialmente. Effettivamente anche io faccio in questo modo, quando mi rendo conto di essere eccessivamente pesante nelle omelie, invece di approfondire alleggerisco, pur sapendo che sarebbe opportuno aiutare a comprendere meglio ciò che si comunica, ma la gente non è più abituata ad elaborare in modo troppo articolato e, allora, o si trova il tempo della fraternità relazionale o ci si rasserena con i tempi del Signore, che esigono l'attesa, il rispetto e la gioia della vita comune. Temi sui quali si riesce ancora a costruire una disponibilità all'ascolto paziente dell'uditorio, potrei dire perfino un consenso, salvo poi traslarlo sugli altri e non impegnarsi personalmente.
Potrei anche continuare inseguendo i pensieri che il Signore mi ha suggerito durante la celebrazione del secondo turno delle prime comunioni, questa mattina, peraltro molto originali, ma poiché sono stato abbastanza intenso, nella foto vi propongo il dono della gioia che trasmettono i ragazzi, è quella del primo turno perché non ho ancora ricevuto nulla sulla celebrazione di questa mattina. Abbiamo a che fare con ragazzi molto energici che guardano con fiducia a se stessi e al loro futuro, insomma è bello ascoltarli e perfino stare con loro, per il tempo che si riesce. Ci vuole sempre energia che non sempre riesco poi a recuperare. Nonostante le tante difficoltà familiari che si accompagnano alla loro vita, per cui la loro presenza genera la gioia di stare insieme e la capacità di sorridere in modo sempre nuovo anche a noi adulti. Certo poi si accumulano tanti convenevoli tra adulti e qualcosa della originalità di questo giorno si mescola ad altri appuntamenti ugualmente preziosi e insostituibili, insomma una giornata così merita di essere vissuta fino in fondo, anche nei momenti più profani che seguono alla celebrazione. Oggi come oggi non sempre troviamo il tempo di stare insieme e questa è una di quelle rare occasione che ci viene donata dal Signore. Poi abbiamo continuato la celebrazione, con la stessa dignità e la stessa intensità, nella sala inferiore con la distribuzione degli alimenti alle famiglie che ne avvertono l'esigenza. I due appuntamenti non sono da scindere in modo assoluto, perché meritevoli comunque della benedizione del Signore o orientati comunque a rendere presente l'amore con il quale Lui ci ama e che chiede di testimoniare per renderlo presente nella nostra vita ai nostri giorni. Non sempre ci si riesce con l'amore che è necessario, ma fino ad oggi nella diversità della formazione dei disponibili, non è mai mancata la dedizione dei volontari e, come mi capita di affermare spesso, aiuta a leggere una vita a Scalea molto diversa da come ordinariamente siamo abituata a commentare nel chiacchiericcio quotidiano della piazza. Oggi è la ricorrenza sociale della festa della mamma e non posso che affidare alla Vergine Santa tutte coloro che hanno generato dei figli, la vita del mondo è affidata alla missione che Dio ha donato alla donna quella di essere Evah, la Madre dei viventi, coei che più immediatamente partecipa con il creatore alla presenza dell'uomo sulla terra. In modo sempre nuovo, spesso in modo totalmente innovativo, però possiamo affermare al di la dei tanti luoghi comuni che la donna merita sempre e comunque una benedizione particolare del Signore, e come tale merita di essere sempre ringraziata anche per i tanti sacrifici che poi si accompagnano, generalmente nel nascondimento, alla sua vita di ogni giorno. Insomma auguri a tutte le mamme. E per coloro che non hanno avuto la possibilità di avere figli rimane la gioia di ricordare al Signore le loro mamme, cosa che certamente non mancherà di alimentare un ricordo gioioso nel loro cuore. Buon proseguimento di serata a tutti/e. 9 maggio - Come sempre, sono tante le emozioni che il Signore dona di vivere al Suo servizio e alla Sua presenza. In questi giorni certamente meritano attenzione e ringraziamento la celebrazione del primo turno di Prima Comunione per la gioia con la quale i ragazzi hanno partecipato all'incontro con Gesù, e la preghiera della Supplica alla Madonna di Pompei che ha raccolto tanti fedeli in silenziosa preghiera. Il modo in cui Dio si rende presente nella nostra vita, sono sempre diversi e ugualmente meritevoli di attenzione perché unici e ogni volta donano di vivere emozioni inenarrabili. Proprio perché inenarrabili, le parole sarebbero superflue, perché alle mie potreste aggiungere tante delle vostre ugualmente preziose e personali. Insomma ad alcune esperienze si partecipa e ognuno custodisce nel proprio cuore tutto ciò riesce a percepire importante di ciò che il Signore trasmette. Poi ci sono le difficoltà, alcune insuperabili e per le quali si può solo pregare e sperare nell'aiuto del Signore. Le preoccupazioni che la vita ogni giorno dona e che vanno affrontate con sensibilità e attenzione. Infine anche situazioni di particolare disperazione psichica che esigono dedizione ma che che forse avrebbero bisogno di un sostegno diverso oltre quello spirituale. Fortunatamente il mese di maggio incoraggia a vivere la familiarità della Vergine Santa che si accompagna ai nostri passi e ci dona di affrontare le difficoltà della vita con la certezza della Sua presenza di Madre affettuosa e premurosa attenta alle nostre fragilità. Intanto sono partiti accompagnati dalla pioggerellina due francesi che questa notte abbiamo accolto in canonica, hanno come meta la gioia di costeggiare il mare fino al rientro in patria in quel di Tolosa. La vita della comunità è contrassegnata dalla gioia dell'impegno per la costruzione del Regno di Dio, da alcune situazioni di stanchezza, dalla volontà di essere disponibili per come il Signore dona. Alcune volte emergono immaturità relazionali, ma tutto sommato colte nella coscienza del limite personale. Insomma non sempre c'è la disponibilità all'umiltà e se non si prega, i margini di perfezione rimangono comunitariamente deboli, anche se personalmente euforici. Si lavora, come sempre, avendo il Signore nel cuore e la vita di comunità nella mente. Tutto quello che facciamo è orientato alla crescita della comunione, non sempre tutto prosegue per come si vorrebbe, ma sappiamo bene che il peccato si accompagna alla vita dell'uomo ogni giorno, per cui dobbiamo pregare di più. In qualche modo, abbiamo ultimato la vita di Pasqua alle famiglie, anche questa attività esigerebbe una analisi approfondita, ma i tempi della visita meriterebbero più tempo, andrebbe vissuta nella dinamica della evangelizzazione delle periferie. Ma anche in questo modo ci ha permesso di entrare in contatto con tante famiglie, con le conseguenti difficoltà che si accompagnano alla vita delle situazioni più fragili, magari perfino non pienamente praticanti ma con tanto affetto e spirito di sacrificio nei cuori. Il Signore deve dare pace ai cuori, alla vita si accompagnano tanti problemi e non sempre abbiamo le energie necessarie per poterli sostenere, almeno li accompagniamo con la preghiera, con il pensiero e con l'umiltà del silenzio. E' vero alcune volte i giudizi li esprimiamo, ma almeno abbiamo maturato la coscienza di sbagliare. La gente periferica ha bisogno di sentirsi amata e non giudicata. 3 maggio - Passati i giorni intensi, vissuti in modo solenne, coinvolgenti ed emozionanti della festa patronale, è adesso la volta delle tappe sacramentali. Anche questo sarà un lungo periodo di intenso lavoro pastorale, la vita sacramentale ci dona di incontrare tanti fratelli e sorelle, che riscoprono la volontà di vivere la gioia per le ricorrenze spirituali dei figli. Anche in questo caso non dobbiamo pensare tanto e solo ai festeggiamenti esterni che pure molto vorranno vivere ma soprattutto alla festa domestica che vede ricomposta la vita familiare in una dinamica di gioia dei cuori che si incontrano. Ritengo inutile sottolineare che noi dobbiamo generare l'anelito della gioia liturgica che deriva dall'incontro con Cristo e conduce all'incontro con Cristo. So bene che non tutto si svolge secondo questi orientamenti, ma dobbiamo ringraziare il Signore perché dona di convocare la comunità con gli abiti della festa. In tutto questo la Prima Comunione rimane il momento più intenso ed emozionante dell'incontro con Gesù, ancora ai nostri giorni i ragazzi si preparano con grande dizione e gioia a questo appuntamento. Lo si comprende da ciò che scrivono nelle loro riflessione e da come si coinvolgono nelle tante attività formative che la parrocchia propone sia ai ragazzi che alle famiglie. La Tappa della Confermazione è vissuta in modo totalmente diverso, ci troviamo di fronte a ragazzi che vivono un certo distacco dalla vita religiosa, per cui anche per gli educatori è importante sollecitare altre attenzioni che riescano a penetrare nella loro vita emozionandoli verso i valori che derivano dalla fede, la vita di carità la gioia del dono di se e tante altre attività orientate al servizio e alla socializzazione che vedono i preadolescenti operativi e attivi nel dono di se. La nota costante ai due momenti sacramentali e che concorrono a una migliore comprensione della propria crescita e del ruolo che sono chiamati a riscoprire nella vita sociale. Le altre tappe di approccio e di orientamento a questi appuntamenti non sono di valore minore ma vanno colti nella loro bellezza di itinerario intermedio di valorizzare e da proporre per quanto riusciamo valorizzando il protagonismo dei bambini e dei ragazzi. L'iscrizione del Nome, la Consegna della Bibbia, il Credo, la Prima Confessione, la Tappa del Padre Nostro sono i contenuti di avvicinamento per far maturare una migliore comprensione della presenza di Gesù nella propria vita. Mentre le tappe della Carità sono orientata a maturare il proprio protagonismo nello Spirito Santo per vivere al servizi della Comunità Cristiana e della missione della Chiesa. A tutto questo si deve accompagnare la presenza dolce, costante e premurosa della Vergine Santa che proprio in questi giorni del mese di maggio, invochiamo con più insistenza che abiti i nostri cuori e le nostre case. Allora che dire, guardiamo avanti con gioia e fiducia il Signore prepara per noi cose grandi e apre alla vitalità della speranza. 30 aprile - Il Signore ci dona di vivere questi giorni di festa immersi nella gioia di tanti incontri, certamente non tutti segnati dalla esigenza della preghiera, ma anche incontrarsi per vivere la fraternità deve essere colto un dono grande del Signore, che apre alla speranza di tempi nuovi segnati comunque dalla Sua presenza. E' certamente importante comprendersi destinatari di una grande benedizione essere testimoni e annunciatori della gioia che deriva dall'incontro con Lui. E' una festa particolare perché mette al centro i lavoratori, ponendo come riferimento San Giuseppe. Anche questo aspetto non è marginale ma fondante la vita e la speranza che è nel cuore di ogni uomo e di ogni famiglia. Molto della vita di ogni giorno è vissuto nel lavoro e attraverso il lavoro, anche per questo è importante affidare quanta iniziativa dell'uomo alla protezione di Dio, perché ogni lavoratore possa vivere la propria attività come una vera vocazione e un vero servizio mediante il quale corrisponde al progetto che Dio ha su di lui. Per cui vi invito a vivere questi giorni con la gioia nella vita familiare e con la gioia dell'incontro con Dio. Auguri a tutti. 29 aprile - Percorrendo con intensità il cammino di preparazione, siamo arrivati alla Festa Patronale. Sono stati giorni pieni di attività orientate alla carità e alla evangelizzazione. Molto bella e partecipata anche la giornata eucaristica vissuta a sostegno delle vocazioni. Molto bella e significativa anche la visita alle famiglie che ancora una volta ha permesso di percorrere le vie della comunità e di entrare nelle case di tanti fratelli e sorelle che hanno avvertito l'urgenza di accogliere la pace del Risorto. Per non parlare della trepidazione presente in tutti i bambini e ragazzi che devono vivere le Tappe sacramentali, insomma un periodo pastorale euforico che mette al centro dell'attenzione il Santo patrono nel titolo di lavoratore, proprio per sottolineare l'impegno centrale di ogni battezzato che avverte l'esigenza di valorizzare i propri carismi nel portare avanti le proprie famiglie con perseveranza e con sacrificio. Fortunatamente in tutto questo tran tran ininterrotto di iniziative c'è anche la sera, arriva ogni giorno con il suo silenzio sacrale e il buio rasserenante orientato a dare pace alle coscienza e ad aprire nuovi orizzonti di fraternità familiare, restituendo attenzione alle cose di ogni giorno essenziali per riprendere sempre con più entusiasmo la vita sociale. La notte è incontrollabile, con i suoi sogni, i ripensamenti della vita giornaliere le attività irrealizzate che diventano primarie. Insomma è un'altra vita che chiede di essere colta nella sua bellezza. Questa notte novello Indiana Jones, mi sono lanciato da un rupe insieme ad alcuni amici nella zona di Papasidero, per atterrare su alcune zattere che transitavano in basso sul fiume Lao, e che portavano del legname a mare. Superando le tante difficoltà della navigazione abbiamo attraccato nella zona del fiume Lao e abbiamo aspettato... Non saprei dirvi cosa o chi, perché nel frattempo è arrivata l'alba e tanti saluti a tutti. Come sempre tanti i pensieri che si accompagnano alla vita di ogni giorno. Prima di tutto la visita alle famiglie aiuta a cogliere più intensamente le difficoltà nelle quali navigano tante famiglie, spesso in perfetta solitudine, insomma non li aiuta nessuno, altre volte sostenute da parenti e amici. Malattie, difficoltà economiche, relazioni con i figli, relazioni complesse tra i coniugi, la casistica è molto variegata, d'altra parte ogni persona è un mondo che merita sempre grande attenzione e rispetto. Per il resto tanta ricerca della serenità e della pace del cuore, questo si vive nella disponibilità alla preghiera da vivere e da testimoniare dedicando il proprio tempo alla ricerca del bene che ha la su sorgente nel Signore, per cui si può attingere solo in Lui. Perciò viviamo con serenità questi fiìgiorni di festa che ci sono donati e cerchiamo sempre di cogliere la bellezza del bene che viene dal Signore, tutto concorre alla crescita della comunità dei credenti. 23 aprile - Oggi siamo incoraggiati a riflettere il dono dell'amicizia di Gesù, che si accompagna ai dubbiosi, agli insicuri o più semplicemente si accompagna a coloro che ne avvertono l'esigenza. E' uno stile pastorale che oggi viene sostituito con frequenza dai messaggini o con altri strumenti mediatici, ma evidentemente non possono sortire lo stesso effetto. Il tempo della visita alle famiglie aiuta a cogliere la preziosità del cercare l'incontro con le persone, anche se purtroppo il tempo della disponibilità non è mai sufficiente. Soprattutto nelle realtà visitate dalla sofferenza e dalla solitudine necessariamente il tempo dovrebbe essere più lungo perché il dialogo si fa più intenso, quello che è importante è prendere coscienza che il distacco e le difficoltà di vita nella comunità è anche perché non si corrisponde alla propria vocazione che è quella indicata da Gesù: la ricerca dell'altro, la disponibilità all'ascolto, il dialogo, l'accompagnamento spirituale. Qualora ce ne fosse bisogno è una cosa della quale faccio ampiamente esperienza in questo periodo poiché mi rendo ben conto che le famiglie vorrebbero avere per più tempo il parroco in casa. Ma come sempre dobbiamo fare i conti con le esigenze della vita di tutta la comunità, per cui il tempo deve essere razionalizzato, per vivere la disponibilità verso tutti. Però certamente è così, è indispensabile trovare il tempo per stare insieme e non solo e tanto per fare riunioni e attività, quanto semplicemente per vivere la gioia di stare insieme e di concorrere in questo modo allo stare bene dell'altro. E dove se ne avverte l'esigenza condividere le difficoltà e concorrere a superarle per quanto ci è possibile, aiutando a condividere la solitudine, il senso della fragilità. Insomma la nostra presenza, intesa in senso sinodale quindi di tutti, è la presenza di Gesù che si accompagna alla vita della comunità e l orienta alla luce della Parola e attingendo alla fede presente in ciascun fratello o sorella che ci viene donato di incontrare. Nelle visite, si ha comunque modo di incontrare tanti che altrimenti si incontrerebbero con difficoltà, si ha anche modo di stare accanto a tanti nelle loro difficoltà presenti, si ha anche modo di dialogare e di confortare. Come anche di gioire e di ricevere conforto. Non nascondo la fatica che comporta, ma ritengo sia necessaria se il parroco vuole rendersi conto della vita della comunità e camminare insieme al gregge che gli è stato affidato. Certo a tutto questo si devono aggiungere le tante attività dei gruppi formativi, che rappresentano una risorsa stabile della vita spirituale della comunità, molto diversi tra loro e anche per questo tutti necessari perché la parrocchia viva pienamente i carismi che le sono donati. Ma capite bene che ogni esperienza esige tempo, che però è lo stesso per tutti per cui sempre difficile da trovare per venire incontro alle tante esigenze. E allora. Per come è possibile si gode del dono e si condivide la gioia dell'incontro, tutto il resto deve essere vissuto con entusiasmo dai responsabili altrimenti non si riesce ad andare avanti con l'energia necessaria alla vitalità delle singole esperienze formative e spirituali. Deve maturare l'energia e il protagonismo sinodale, ogni battezzato deve sentirsi protagonista nella missione e deve viverla con la gia di chi incontra Gesù e avverte l'esigenza di condividere questo incontro con tutti coloro che Gesù dona di incontrare. Certamente è importante privilegiare la gioia dell'incontro con Gesù non tanto con la propria esperienza dell'incontro con Gesù, che necessariamente è limitata e non può mai essere onnicomprensiva, questo non sempre è facile farlo comprendere ma anche Gesù non sempre è stato compreso in questa missione di dare la vita per tutti, è importante non scoraggiarsi e vivere sempre tutto con sincera dedizione il resto è affidato all'amore del Signore, D'altra parte Lui conosce bene i nostri limiti ed è pronto a sopperire alle tante nostre carenze. Però dobbiamo donare tutto ciò che riteniamo possa essere affidato a noi e possiamo portare avanti con entusiasmo. E' una cosa che ho già trasmesso in diverse occasioni, questo ritmo della pastorale esige la energia necessaria che non sempre riteniamo di avere per cui è importante leggerci nei limiti che si accompagnano alla nostra vita e alla fede che il Signore ci dona per non scoraggiarci e non sentirci troppo stanchi anche se alcune volte corre il rischio di prevalere la coscienza del limite. Quello che so e che bisogna continuare con entusiasmo, per quanto il Signore sostiene. Per cui camminiamo, dialoghiamo e ascoltiamo Gesù, buona Domenica a tutti/e. 17 aprile - L'Ottava di Pasqua, quest'anno, è stata una settimana molto intensa sia dal punto di vista liturgico che caritativo. Quando non scrivo non è perché non c'è nulla da dire, la vita di comunità merita sempre di essere narrata ogni avvenimento è bellissimo, ma semplicemente non c'è neanche il tempo di respirare. Conseguentemente restano sempre dei vuoti narrativi, d'altra parte ritegno impossibile narrare tutte le emozioni che il Signore ci dona di vivere ogni giorno nei tanti incontri con le persone e nelle tante attività orientate all'accoglienza delle persone che cercano negli ambienti parrocchiale serenità materiale e spirituale. Tra le tante attività animate dall'amore della comunità verso coloro che avvertono l'esigenza di essere sostenuti nelle loro esigenza basilari, nella settimana abbiamo avuto modo di accogliere oltre cento nuclei familiare, potete immaginare quante storie si nascondono dietro ai loro volti e dentro il loro cuore, Come trovare il tempo di ascoltare le loro esigenze interiori e non solo i loro bisogni? Diciamolo pure è solo una riflessione, ritengo che la risposta sia evidente: E' impossibile. Ma allora? Noi facciamo tutto il possibile, il resto appartiene all'azione nascosta del Signore che legge i cuori nel bene e nel male che vi si cela. , Le immagini che vi propongo vogliono essere semplicemente una sintesi visiva di una giornata inenarrabile. Troppo contenuti anche molto diversificati, troppi volti, tante emozioni e poi la gran voglia di essere operativi per la crescita del territorio e soprattutto per l'accoglienza di coloro che si sentono esclusi. Ma non solo anche la gran voglia di creare relazioni sempre nuove anche nella dinamica del volontariato che caratterizza queste associazioni. Stiamo parlando dell'ANSPI e dell'AGESCI, realtà educative nazionali che capillarizzano gli sforzi educativi nel territorio, d'altra parte tutto ciò che è grande si caratterizza nella volontà di essere presente nelle cose piccole e frammentate. L'attenzione alla persona, il rispetto dell'ambiente, la costruzione di un futuro di pace, generare la gioia della vita di fraternità, la capacità di include e non di escludere, sono alcune delle tematiche che hanno caratterizzato questa giornata di fraternità operativa. Dimenticavo che la terza foto è la naturale conclusione della festa con la gioia di stare insieme con i chierichetti, sono solo alcuni, che condividono la gioia di servire in qualche modo il Signore. Diciamo pure che è un modo creativo, ma certamente interattivo e inclusivo. Insomma sono tutti inclusi escluso io, certamente non si nota, che non vedevo l'ora di andare a riposare. Merita una attenzione particolare anche la presenza del Vescovo che ha presieduto la celebrazione con gli scout nel pomeriggio e ha inteso portare il suo saluto a sostegno delle attività degli educatori dell'oratorio. Ritengo che la sua presenza ormai connaturale agli avvenimenti ecclesiali ci aiuta a leggere meglio la preziosità della presenza del Vescovo come primo responsabile della vita diocesana. Oltretutto è una presenza gioiosa, per cui molto positiva e attesa. Oggi abbiamo avviato l'avventura della visita alle famiglie, dai Quartieri Madonnina e Calvario, è un momento insostituibile epr la pastorale parrocchiale, che permette anche se solo per alcuni momenti di entrare in contatto con gli spazi di vita dei battezzati della comunità. Sono momenti preziosi con scambi di esperienza nelle quali cerco di comprendere la loro situazione attuale e che cosa l'humus spirituale della comunità riesce ad esprimere. In realtà mi aiuta a comprendere anche il passare degli anni, ripercorrendo gli stessi ambienti e non incontrando le stesse persone o più semplicemente le stesse persone che però vivono in modo totalmente diverso la loro loro vita con le famiglie. Insomma è uno scoprire realtà sempre nuove di contesti sociali, che aiutano a guardare in modo sempre nuovo anche il modo di vivere la comunicazione della fede. Beh, avrei tanto da dire ma preferisco interrompere così. Le giornate sono sempre particolarmente intense ed esigono una attenzione sempre nuova alle varie realtà conosciute e ignorate, io non li conosco ma mi conoscono loro, io non sempre li cerco ma mi cercano loro. Orientare la ricerca a Gesù, non sempre cercano Lui, ma sperano certamente di trovarlo nel modo solidale e attento alle persone, con cui io cerco di vivere come Lui. 10 aprile - Il giorno dopo o, come dir si vuole, la Pasquetta intendendo con questo termine tutto ciò che concorre a donare nella dinamica degli amici tutto ciò che liturgicamente è stato celebrato. Lo so, non tutto si svolge in questa dinamica di relazioni salvifiche, ma come sempre facciamo il possibile per salvare il salvabile. Questo giorno rimane caratterizzato per tanti dalle scampagnate o comunque dallo stare insieme in modo diverso con i familiari, tutte cose auspicabili e molto bello, perché anche nella vita della comunità domestica non mancano gli scollamenti eccessivi tra i vari componenti. Per me si tratta di riordinare, di riflettere oppure più semplicemente di godere momenti di silenzio e di comunione interiore con i tanti che non incontro da tempo e/o comunque mi hanno preceduto nell'incontro con il Signore. Insomma un giorno di pace e di comunione da dedicare nei diversi modi agli affetti più cari. Nel pomeriggio di ieri, dopo la celebrazione delle esequie alla cara Maria Pia, mi sono dedicato al fuoco del Sabato Notte, attizzandolo con altra legna fino alla serata, quando ormai era quasi totalmente terminata la legna. Il fuoco arde se è alimentato, questo permette di leggersi nella esigenza di dover sempre alimentare ciò che il Signore ci affida.
Intanto devo comunicare che al Parco degli Angeli sono arrivati i Puffi, dovrei aggiungere che è finita la pace anche perché litigano continuamente, comunque speriamo che si rasserenino altrimenti devo vedere cosa fare. al Parco c'è bisogno di silenzio per cogliere meglio gli schiamazzi dei bambini gli unici che hanno il diritto di gridare. Nel frattempo merita attenzione anche il ritorno di Biancaneve che ha ripreso il suo posto nella corona dei nani, è stata via dei mesi per adesso non ha inteso comunicare né il perché, né il dove. D'altra parte i nani non le chiedono il motivo forse perché manca ancora Gongolo, E' tutto un mondo loro, difficile da comprendere. Oggi nella mattinata sono stato un poco con loro e con gli angeli che continuano a chiedere attenzione alla loro vita e alla loro presenza attuale. Il murales della Gioia o vedete tutti per cui anche se incompleto, aiuta già a comprendere che la mia dinamica della vita è leggermente metafisica, insomma un po' di qua e un po' di la, ho amici affettuosi da tutte e due i versanti per cui ho solo l'imbarazzo di trovare il tempo da dedicare.
La Settimana Santa è stata uno spettacolo, per chi ha trovato il tempo di viverla integralmente, ritengo ne abbia trovato anche giovamento interiore, per coloro che hanno partecipato solo ai momenti più intensi e conclusivi ritengo che abbia avuto modo di comprendersi nel dono della grazia di Dio da accogliere e da condividere. Come l'ho vissuta io? Per me è stata una settimana spettacolare, tante le confessioni tutte molto ricercate nelle motivazioni. Ogni celebrazione ha trasmesso tante emozioni ugualmente meritevoli di essere interiorizzate, per cui dopo i saluti iniziali ho sempre cercato di estraniarmi dai pensieri distraenti e di immergermi nell'azione della grazia di Dio. Questo non mi ha vietato di perdere di vista i tanti pargoletti che si rilassano nel fare i chierichetti e che mi trasmettono tanta gioia nel loro modo di servire il Signore. Veramente tutto molto bello, ritengo possa esserlo stato anche per chi non ha mai partecipato a una liturgia di Pasqua. Necessariamente dobbiamo ringraziare il Signore per tutto questo, senza dimenticare i tanti cooperatori della liturgia che nella diversità dei modi si coinvolgono con passione e cercano di generare emozioni in coloro che vivono la presenza del Signore nei Segni della liturgia eucaristica.
Ma il pensiero dominante e festoso di questa mattina è stato rivolto ai tanti giovani che, cresciuti in parrocchia vivono la loro esperienza affettiva nello stare insieme affettuosamente con altre persone, riflettevo che nessuno cerca la stabilità sacramentale o comunque fa riferimento a quanto cerchiamo di trasmettere come chiesa in riferimento alla vita di coppia. La cosa positiva, che dona gioia, è che sono tutti felici, con i loro bambini avuti nella loro relazione non sacramentale, o più semplicemente nel loro stare insieme come giovani che si amano con passione, cercando in questo legame tutto ciò che può concorrere alla loro felicità. Per dirla tutta o quasi nessun ha chiesto di sposare sacramentalmente, mentre partecipano anche stabilmente alla vita di comunità, chiedono il battesimo per i loro figli, fanno regolarmente da padrini e madrine e via a seguire. Pensieri tortuosi? Sapete bene che i giovani sono la mia passione centrale, per cui pensieri gioiosi, educativamente nasce qualche perplessità sullo scollamento totale tra la morale della chiesa e la vita dei nostri figli, sono il nostro futuro e c'è qualcosa che ci sfugge di mano. Ma tutto questo forse esula dalle nostre competenze immediate. Il Lunedì dell'Angelo sia una giornata festosa, come piace viverla ai nostri figli e come il Signore ci ha donato di vivere questi giorni. Poi si riprende con gli impegni di sempre e avremo anche modo di rileggerci in quegli atteggiamenti di perfezionamento cristiano che certamente dobbiamo coltivare e realizzare per essere un riferimento credibile prima di tutto a quelli della nostra casa e poi a tutti coloro che il Signore ci dona di incontrare come Sua presenza e di servire ogni giorno, per come Lui ha sempre operato nella Sua vita terrena. Grazie a tutti, per la preziosa dedizione alla vita di comunità e che nei vostri cuori ci sia sempre gioia. La giornata dell'Angelo è scivolata nella serenità e nella quiete, la gente avrà avuto modo di vivere con entusiasmo in compagnia dei propri cari. Io mi sono concesso una lunga camminata e a conclusione ho avuto modo di gustare il primo gelato del nuovo anno. In chiusura di giornata abbiamo accolto un pellegrino francese, da intendere in senso ampio, che dormirà negli ambienti della comunità. Abbiamo anche ricevuto alimenti dalla pasquetta, che mercoledì faranno da base molto ricca al menù della mensa. 5 aprile - Intanto siamo arrivati al Mercoledì Santo e, gradualmente, al di là di come riusciamo a viverli, i giorni santi scivolano davanti a noi cercando di alimentare nei nostri cuori emozioni di altri tempi, legati sostanzialmente alla comprensione dell'amore di Dio che si è manifestato nella donazione del Suo figlio Gesù morto sulla croce per i nostri peccati, per aprirci alla speranza della salvezza eterna. Nel frattempo aprile va esprimendo il meglio di se nelle sue intemperanze climatiche, che si accompagnano allo scorrere dei giorni e generano leggere trepidazione per lo svolgimento delle manifestazioni esterne legate alla Settimana Santa, oggi le montagne della dorsale costiera si presentano tutte innevate. Per noi nulla di particolare, parrocchia moderna che non ha tradizioni ma per altre comunità, penso a Belvedere Marittimo e a Verbicaro, sono i giorni delle manifestazioni di massa che coinvolgono tanti fedeli e non, che solo in queste occasioni hanno la disponibilità di immergersi nella fede dei padri. Per noi tutto è incentrato sulla vita di fede e sulla ricerca del dono della vita spirituale nei nostri cuori, nel senso che tutto è legato all'essenziale che, come viene ricordato da più autori: è invisibile agli occhi, perché parla con il cuore. Effettivamente sono giorni nei quali siamo incoraggiati a mettere, per come è possibile, da parte i tanti impegni materiali e dedicare più spazio alla preghiera, alla vita di carità alla gioia della condivisione fraterna. Insomma che dire, cercare il silenzio nella nostra giornata, guardare di più al Signore e al Suo amore che va pregato e contemplato. Significa anche immergersi nella propria vita, guardare al bene che opera il Signore cercando di comprendere in che cosa noi siamo coinvolti per non vanificarne la presenza. Si, è risaputo il nostro tempo ci assorbe ed esige la nostra attenzione, ma quello che conta è non restare soffocati dalle cose da fare lasciarci emozionare dalla contemplazione di quanto il Signore ci affida, che oltretutto cambia per ciascuno di noi. Insomma è importante vivere tutto con più amore, senza dare troppa importanza alla propria comprensione della vita, ma emancipando per come ci è donato di leggerla secondo la volontà di Dio. Un'opera necessaria è rimuovere il pensare male dell'altro, ma anche il male sedentarizzato nei nostri cuori, le tante gelosie che lo abitano, ma anche un carattere autolesionista che ogni tanto emerge in modo esplosivo ma denota solo una presenza stabilizzata che non sempre riusciamo a rimuovere. Questo il combattimento che ogni giorno siamo chiamati ad affrontare, capita che alcuni partano dalla presunzione di non subire tali tentazioni, allora bisogna stare attenti perché alcuni atteggiamenti possono essere diventati connaturali, per cui non se ne avverte più la pericolosità nei nostri cuori. Insomma sono i giorni della vigilanza, anche perché sono i giorni della tentazione che si esprimono nelle presunzioni che la Parola di Dio proclamata in questi giorni fa emergere con insistenza: tanti cercavano di ucciderlo, uno di voi mi tradirà, io non ti abbandonerò mai, sono forse io Signore? Allora buona giornata a tutti, ricordando che anche per noi vale l'incoraggiamento del Signore ai suoi discepoli: vegliate e pregate per non entrare in tentazione. 2 aprile - Carissimi, non posso che augurarvi ogni bene nel Signore avendo la certezza, che in questi giorni santi, il Suo amore si accompagna alla nostra vita e dona a tutti la serenità di camminare sulla via della Croce, verso la gloria della resurrezione. Dobbiamo chiedere al Signore la gioia di sentirlo sempre accanto, soprattutto nelle tante situazioni di fragilità sociale e fisica che si accompagnano alla vita di comunità e nella vita personale di tanti fratelli e sorelle. Come sempre non posso che augurarvi giorni gioiosi da vivere con le vostre famiglie e con gli affetti più cari, il Signore deve donare a tutti la Sua pace. Qualche patema d'animo lo avvertivo questa mattina, ma non ne parlo per non rovinare la festa. C'è sempre un po' la preoccupazione della partecipazione, ma è probabile che siano pensieri tutti miei. Poi generalmente ogni giorno scorre ora dopo ora, raramente per come lo si era programmato, potete immaginare la bellezza di oggi Domenica delle Palme, che nella tradizione popolare si colora di gioia e di voglia di fare festa. A tutto questo si aggiunge una certa ansietà dettata dalla preoccupazione che non tutto proceda per come si spera. Insomma non vedi l'ora di cominciare, così come è importante poter terminare per tempo. Insomma tutte cose raramente legate alla persona del sacerdote, ma soprattutto a coloro che cooperano attentamente per la buona riuscita della celebrazione. Coinvolgendo centinaia di persone è normale che non tutto possa procedere senza intoppi, ma per quello si rimedia grazie ai tanti laici che vivono con entusiasmo il loro servizio alla parrocchia.
Oggi l'impegno dell'animazione era dei Talent& Art, i giovani della comunità in questa fase del suo cammino di fede. E come tali abbiamo chiesto loro di creare un modo di partecipare adeguato alla loro età, senza sentirsi imbottigliati dalle tante regole liturgiche che comunque in queste occasioni creano soggezione soprattutto alla loro età. In realtà anche nei più adulti. E' un gruppo di giovani che vive come tale, se vogliamo, la bellezza della loro presenza è nell'esserci, ritengo che questo debba dare tanta gioia e anche entusiasmo di poter condividere un po' del nostro tempo con loro. Come sempre tutto si è svolto nel migliore dei modi, nel coordinamento contrassegnato da una gioiosità molto bella che ritengo abbia contagiato positivamente l'assemblea, coinvolta più volta a interagire animatamente. Il resto lo ha fatto il coro animando i vari momenti con entusiasmo e anche con tanta pazienza. Abbiamo dato inizio alla Settimana Santa per come vuole essere, un vero dono del Signore, ed è così che va vissuta fino in fondo, cogliendo nell'azione di Dio quel protagonismo che la rende sempre unica e insostituibile nella vita dei credenti. Ma il Signore sarà veramente contento di come lo onoriamo? Spero di si, anche perché ce la mettiamo tutta a creare un ambiente festoso, animato dalla gioia dei ragazzi e dei giovani, coinvolgendo i questo anche gli adulti. Certo se veramente Dio è come lo raffigurano nelle stampe d'epoca, sarà dura farsi accogliere, speriamo che sia per come lo immagino io. Altrimenti per come viene, in questa fase dl mio ministero a Scalea, per me è importante vivere anche la preghiera con gioia e trasmettendo la gioia di stare insieme nel Suo nome. Certamente non sempre tutto procede serenamente altrimenti, come ho già detto altre volte, saremmo già in Paradiso, mentre le difficoltà ci ricordano che siamo ancora sulla terra per cui dobbiamo camminare con prudenza, dobbiamo correggerci, dobbiamo soffrire e ogni volta avere anche la voglia di ricominciare in modo sempre nuovo. Sarà una Settimana Santa bellissima, non tanto per come riusciremo a viverla, ma soprattutto per come Lui ci dona di poterla vivere accanto a Lui. Sempre attento ai nostri problemi e alle difficoltà vere o presunte che affrontiamo ogni giorno. Sarà bella perché Lui non ci lascia soli, sta a noi trovare più tempo per stare accanto a Lui. E se non ci si riesce? Niente di particolare, mentre corriamo per inseguirlo, certamente lo troveremo dietro qualche angolo con fare svagato intento ad aspettarci. Perciò sempre avanti, serenamente, con il coraggio e la gioia di vivere al servizio della comunità. 31 marzo - Continua il nostro cammino verso la Pasqua del Signore, oggi avremo modo di vivere l'ultima Via Crucis in parrocchia e nei Quartieri, dopo di che l'appuntamento è per Domenica al Calvario per continuare il nostro pellegrinaggio dietro a Gesù, cercando anche di imparare qualcosa di nuovo, da vivere per la nostra crescita spirituale e per la gioia di sentirci comunità. E' un appuntamento da scoprire passo dopo passo, semplicemente perché non legato a tradizioni particolari, ma totalmente contrassegnato dalla partecipazione della comunità. Nel senso che tutto si caratterizza dal come la parrocchia corrisponde alla sua vocazione di seguaci del Signore. Ma, qualcosa in più? Preferisco evitare, anche perché io stesso ho bisogno di guardare gli occhi dei fedeli, soprattutto dei bambini, per leggermi con Gesù in cammino verso il Calvario e, finalmente, alla riscoperta della gloria della Resurrezione. Come ci si prepara a vivere tutto questo? Prima di tutto con un cuore aperto alla vita di preghiera e a tutto ciò che fa emergere nella nostra vita la positività dello spirituale. Molto significativa è anche la vita di carità, l gioia di sentire l'altro parte di se stesso e condividere on lui tutto ciò che ci viene donato. Della serie l'altro siamo noi, per cui non cerco oltre ma cerco dentro e cercandomi dentro mi percepisco oltre quello che immediatamente riesco a cogliere. Non marginale, ma per alcuni aspetti costitutivo è la gioia di concorrere alla crescita e alla vitalità della parrocchia, la Pasqua è sempre un per noi, ed è bello scoprire l'entusiasmo di sentirsi una parte del tutto. Questo ci permette di non essere felici stando per i fatti propri, ma ci chiede di cercare sempre gli altri che il Signore mi pone accanto. In questa disponibilità, che è l'atteggiamento con il quale il Signore ha vissuto la Sua esperienza umana, noi ci comprendiamo Sua presenza e concorriamo a renderlo presente ancora oggi nel cuore dei credenti. Allora non posso che incoraggiavi alla gioia dell'incontro, i tanti segni che caratterizzano questi appuntamenti sono tutti orientati a mettere Gesù al centro della nostra vita. Lo scambio dell'ulivo, l'accoglienza degli Oli Sacri, il dono del Pane da condividere, la contemplazione della Croce, il canto dell'Alleluja pasquale. Sentiamoci tutti entusiasti di essere stati scelti quale segno del Suo amore, per trasmettere amore a tutti coloro che avvertono l'esigenza di sentirlo accanto a se e rendiamo disponibili al Suo amore che tutto perdona, tutti accoglie, tutto dona. Magari non ci riusciamo pienamente, ma anche in questo caso abbiamo la certezza che Lui legge la nostra disponibilità a voler camminare con Lui e ci attende con pazienza, nessuno deve sentirsi inutile, tutti siamo cercati in modo instancabile, Lui ci vuole troppo bene. Per cui con coraggio, mettiamoci in cammino e prepariamoci alla gioia di incontrarci in Lui. 30 marzo - Come presentare una giornata diversa, se non attraverso immagini? Ed eccomi a voi, mattina alla scogliera con i bellissimi colori della primavera, che si rispecchiano nella luminosità del mare e nelle infiorescenze tipiche della stagione. Tutte bellezze che non sempre si riesce a gustare donandole del tempo, ma quando si riesce restiamo tutti edificati delle bellezze che il Signore ci ha posto accanto. Purtroppo anche io appartengo alla folta schiera dei distratti operosi, che devono trovare del tempo liberandosi dagli impegni spesso assolutizzanti di ogni giorno. Devo affermare che pregare in riva al mare non sarebbe male, visto che Gesù lo faceva spesso e anche portando frutti copiosi per se e per coloro che o incontravano, ma per quanto a me possa piacere, devo ammettere che ci riesco raramente. Quest'anno, a motivo della instabilità climatica, abbiamo avuto una fioritura difficoltosa per le albicocche, speriamo che la produzione non ne subisca eccessivamente gli effetti. Intanto ammiriamo i fiori che, come sempre, in questo periodo colorano ogni cosa. La primavera va esprimendo con intensità la sua bellezza e incoraggia la gioia della vita all'aperto. Poi abbiamo la fioritura primaverile dei giovani che si codifica nel conseguimento dei titoli accademici, ieri ho avuto la possibilità di condividere la gioia di Luigi e dei suoi familiari nel conseguimento di questo traguardo, per non parlare del comportamento totalmente partecipe degli amici. Ritengo di non averne vissuti altri negli ultimi decenni, per cui mi ha permesso di cogliere il modo, in cui alcuni giovani vivono il loro mondo reale e affettivo, occasione puntuale e irripetibile semplicemente perché sappiamo tutti che ogni giovane è un mondo a se, che non può essere codificato né proposto in modo tipologico. E' chiaro che tutto questo esige dedicare del tempo, io generalmente partecipo al pranzo, saltando tutti i preamboli che rendono questo appuntamento unico. Ma allora? Beh, devo ammettere che Luigi appartiene a quella schiera ristretta delle persone che, a motivo della famiglia, comunque ti sei trovato accanto in tante occasione per cui, molto alla lontana il rapporto è 24 a 70, diventa parte della tua storia. In questo caso per non smentirmi del tutto non ho partecipato al pranzo.
Si rientra ci si prepara ai ritmi ordinariamente intensi della vita di comunità, oggi prevedono il Gruppo Celine per i ragazzi in difficoltà, il Centro di Ascolto Dely Caputo per le famiglie in difficoltà e il Gruppo Dance per coloro che superano le difficoltà con la musica, che ieri pomeriggio erano arricchiti dalla distribuzione di alimenti e delle Uova di Pasqua per le famiglie numerose. A tutto questo, si è aggiunto il grazioso ricordo di Nonna Maria, che da quel di Bova ha ancora una volta far avvertire la sua vicinanza alla vita della nostra comunità. Ho avuto la sorpresa di trovare il dono sulla scrivania, per cui ritengo sia per me e non lo condivido, mentre trasmetto a tutti il suo biglietto di auguri che ci richiama a un mondo pasquale poetico non più utilizzato, che è quello delle cartoline augurali, adesso si usano solo messaggini per cui alcune volte tornare indietro aiuta a comprendere e a ricordare la nostra infanzia. 21 marzo - I giorni sono scivolati, giorno dopo giorno, e così siamo arrivati al fatidico appuntamento con la primavera. Siamo sempre a marzo per cui non tutto climaticamente è lineare, però si lascia gustare nelle sue intemperanze abituali. Insomma ci siamo alzati con una pioggia insistente, ma adesso il cielo va schiarendosi per cui tutto lascia presagire una giornata luminosa, da vivere con entusiasmo e gioia. Intanto ci si prepara alla Pasqua, con le note rituali e sempre innovative della Via Crucis, continua il percorso della Croce nei quartieri della parrocchia, con l'obbiettivo di incoraggiare a riscoprirsi pellegrini nella vita di ogni giorno, alla costante ricerca della presenza di Gesù nel cuore dei fratelli. Come ogni cosa, riprendere esige pazienza e tempi lunghi, per cui intanto abbiamo ripreso, per i tempi, sono quelli del Signore che raramente coincidono con i nostri.
Per cui forza e coraggio si va avanti verso la Pasqua. Che ci prepariamo ad accogliere con l'ovetto che ci è stato donato e che farà bella mostra di se nel giorno del Risorto. Ma Don Cono cosa c'entra la Pasqua con l'Ovetto? Boh, mi hanno detto che è così, magari dentro c'è una statuetta del Signore Risorto, poi vi dico. Di più non saprei dirvi. Intanto l'abbiamo accolto, è piccolo, ma ritengo capace di dare gioia a tanti bambini, il primo dei quali è inutile dirlo ... Ma affermiamolo pure la vera novità di questa primavera è l'arrivo del nuovo Vescovo Mons. Stefano Rega nella vita della nostra diocesi. Ha cominciare a percorrerla e ritengo ne resterà piacevolmente innamorato, la gente sa accogliere, sa gioire e anche condividere il dono del Signore. Lo abbiamo accolto per come meglio riusciamo durante la celebrazione della comunità ed è stato uno spettacolo di serenità e di gioia per tutti, ritengo anche per lui. Dobbiamo pregare perché il Signore gli dia forza e sempre grande entusiasmo nello stare in mezzo alla comunità che il Signore gli ha affidato.
Nella quotidianità l'opera del Signore prosegue con serenità e gioia, certo non mancano le fragilità, vorrebbe dire che il demonio riposa, anche per questo è importante che il custode del gregge non si addormenti e non viva nell'ozio. Devo ammettere che ogni tanto, sommerso dall'affetto della comunità, la stanchezza emerge, ma dopo il necessario riposo anche la voglia di continuare. Per cui continua il combattimento con gioia e semplicità nelle azioni di ogni giorno, il Signore è la nostra forza. Non posso non ricordare il caro Raffaele che il Signore ha chiamato a se in questi giorni, negli anni del mio servizio al Castello mi è stato sempre accanto con grande affetto e gioiosità, laborioso ha partecipato, con la sua famiglia e soprattutto con Orestina, in tutto alle esigenza della parrocchia. Sarebbero tanti i ricordi da raccontare ma basta fare memoria dei suoi tanti sacrifici, del suo sguardo bonario e sornione leggermente orientato al sorriso e che il cuore non dimentichi. Il resto è affidato alla misericordia di Dio che lo accoglie e gli dona la pace in eterno. Adesso si riprende, sarà un'altra giornata per come piace al Signore, ricca di incontri e di pace da ricevere e da donare, ricca di ricordi condivisi e di affetti da esprimere e da accogliere. Insomma una giornata da vivere rendendo presenti i valori cristiani che sin da bambini hanno accompagnato la nostra crescita e che continuano ad abitare i nostri cuore donando amore e la gioia di vivere al servizio della comunità, buona giornata a tutti. 11 marzo - In questi giorni siamo accompagnati dalla pioggerellina di marzo leggera e insistente, incoraggia la riflessione. Nulla di particolarmente invadente, cala con grande discrezione, potremmo definirla leggiadra. La vita della comunità si caratterizza con la celebrazione delle Via Crucis sia in Chiesa che nei Quartieri, che io ricordi le ho sempre praticate negli ambienti della comunità, per sensibilizzare i lontani o più semplicemente per percorrere le vie della parrocchia mettendo al centro dell'attenzione di tutti la presenza della Croce di Cristo. Il nostro è un tempo che ha bisogno di essere incoraggiato a mostrare la parte migliore di se, visto che continuamente e con eccessiva insistenza ci propongono la parte peggiore. Camminare, pregando la Via della Croce ci aiuta a non avere paura di amare, insomma a vivere in mezzo agli altri per come viviamo nelle nostre famiglie, non sempre è naturale anche perché spesso si ha paura di far vedere agli altri la propria bontà. Don Cono ma siete sicuro che tutto questo possa accadere vedendo passare la Croce? Queste cose, le dovete chiedere direttamente al Signore, siamo lì per Lui, e solo Lui riesce a leggere i cuori e i pensieri di chi partecipa e prega. Contemporaneamente soprattutto noi Sacerdoti siamo coinvolti nell'emozione della presenza del nuovo Vescovo, per cui tanti pensieri sono rivolti a lui, al suo voler stare in mezzo a noi, alla suo entusiasmo nel rendere presente il Signore attraverso la sua presenza nella vita di comunità, devo ammettere che rifletto anche le difficoltà che dovrà superare, ma anche per questo è importante pregare perché via tutto con gioia. Abbiamo anche pregato per il ritorno alla Casa del Padre di Mons. Lauro, il Vescovo che ha accompagnato i miei anni giovanili e che mi ha sopportato con tanta pazienza affidandomi incarichi che non avrei mai immaginato di dover portare avanti a livello diocesano. Poi abbiamo da preparare e condividere la gioia dei ragazzi per la consegna del Padre nostro e Prima Confessione, sono le Tappe che caratterizzano l'incontro con Gesù. Anche in questo caso cerchiamo di far emergere la gioia dello stare insieme avendo la certezza che con Gesù ci riusciamo ancora meglio, per cui nulla particolarmente eclatante ma solo la bellezza di essere sempre con Lui e sentirlo sempre accanto a noi. Diciamolo pure, la vera gioia la trasmettono i ragazzi nella gioia di stare insieme per il loro primo incontro con Gesù. Insomma è tutto un riflesso e uno scambio di doni che ha il suo centro in Gesù e tutto il resto diventa sua irradiazione di luminosità e di festa nei cuori che si cercano e si incontrano. Poi abbiamo anche la processione ininterrotta dei bisognosi che ogni giorno ci chiedono di essere aiutati, per come possiamo facciamo e doniamo, ma effettivamente sono tanti. 7 marzo - Potremmo dire che un primo risultato importante sul quale abbiamo conseguito dei buoni traguardi è quello di far sentire a casa propria le persone che frequentano la vita della comunità, sia negli ambienti di preghiera coma anche in quelli del servizio. Questo lo si evince dalla spontaneità quotidiana dei loro atteggiamenti, insomma si sentono a loro agio, si comportano come se fossero a casa loro e questo non è male per ambienti generalmente considerati ingessati in regole invalicabili, che non sempre si riescono a spiegare a far capire, anche perché magari sono legati ad alcuni ambienti o ad alcune categorie di persone, insomma non generalizzabili, ma è così. Quindi i bambini camminano, corrono come gli è connaturale, i ragazzi ciattano continuamente, i nipoti corrono ad abbracciare i nonni, gli ospiti si sentono accolti e valorizzati. Insomma per quanto ci è possibile i carismi sono la vita della parrocchia.
Per alcuni aspetti, questo modo di vivere la comunità genera una indipendenza, una autonomia difficile da gestire, semplicemente perché, se una cosa viene come dono dello Spirito Santo non può essere asservita agli umori del gestore occasionale delle attività, sempre accolte e vissute come dono dello Spirito Santo. Voglio dire che anche per me, è un continuo esercizio per accogliere l'autonomia e il protagonismo di tutti come un vero dono del Signore che devo accogliere, custodire e valorizzare per la novità permanente della vita parrocchiale. La certezza è che ogni soffocamento, vissuto o desiderato diventa un impoverimento. Ma allora la comunità è il Paradiso? Certamente no, come sempre il serpente antico non trascura di rendersi presente, per cui è sempre opportuno vigilare e pregare, perché ogni cosa sia vissuta con serenità, con equilibrio, anche negli errori che umanamente sono legati a simpatie e antipatie, cosa che non dovrebbe accadere, ma purtroppo è sotto gli occhi di tutti.
Della serie: non si addormenta il Custode d'Israele. Lo stile è l'immagine antica del pastore che custodisce il gregge che gli è stato affidato. Sempre leggermente lontano dal gregge per osservare tutto senza trascurare nulla. Mai eccessivamente lontano per evitare di arrivare a disastro avvenuto, della serie: non me ne ero accorto. Generalmente questo atteggiamento pedagogico può generare il desiderio di vivere il gruppone, tutti insieme. Penso che il Signore ci abbia insegnato a vivere tutti in comunione, nella diversità dei modi con i quali corrispondiamo alla Sua chiamata anche non vedendoci spesso. E' sempre il Signore il protagonista della comunione, per cui occorre restare uniti a Lui e con Lui camminare per come Lui stesso chiede, nella diversità dei modi ma mai contro altri o al di sopra di altri, sempre al servizio del bene comune anche se individualmente. Quello che conta, è che quanto il Signore ci chiede e ci dona di stare insieme, ciascuno riesca a chiamare l'altro per nome, tutti fratelli e sorelle in Cristo, parte della stessa famiglia dei figli di Dio. 5 marzo - Con l'accettazione del Ministero Episcopale nella nostra Diocesi, Mons. Stefano Rega inizia una nuova fase pastorale per la Chiesa che è in San Marco Argentano - Scalea, la nostra Chiesa. So bene che ognuno è più legato alla vita quotidiana parrocchia, o peggio dell'esperienza di appartenenza, che alla Diocesi, però questa comprensione, se assolutizzata, determina una distorsione della verità e una non corretta lettura degli impegni pastorali che ne derivano. Voi direte ma anche tanti parroci vivono assolutizzando la propria esperienza, la risposta è semplice tutto come prima e ancora più di prima. E' stata una occasione per rivisitare gli ambienti diocesana e fare tanti incontri con persone che negli anni si sono accompagnate ai tanti impegni diocesani. Ma è stata anche una occasione di rinnovata fraternità e di gioia nello stare insieme come Chiesa diocesana nella diversità dei suoi carismi e dei suoi ministeri. Insomma un vero dono del Signore. Oggi, Domenica della Trasfigurazione del Signore, volevo esprimere la mia gioia per la presenza del nuovo Vescovo che il Signore ci ha donato come guida delle nostre vite all'incontro con Gesù. Ieri sera abbiamo vissuto un momento di festa, semplice nel suo svolgimento e solenne per la dedizione dei cuori. Insomma un momento di grazia, che deve caratterizzare la presenza di Mons. Stefano nelle nostre preghiere a sostegno del suo ministero, ma anche il nostro impegno a vivere gli orientamenti che lui vorrà donare per la santità e il dinamismo pastorale della comunità diocesana. Possiamo già affermare che sarà una esperienza aperta al dialogo e alla gioia del dono, da vivere nell'incontro con le comunità parrocchiali per rigenerare la gioia dell'incontro con Gesù. Per cui vi incoraggio a inserirlo nelle vostre preghiere perché possa essere sempre sereno nella guida della Diocesi e nella sua voglia di stare in mezzo a tutti. 2 marzo - Oggi riprendiamo con i segni caratteristici di questo mese, la voglia di fare tempesta e il dono della serenità con l'arcobaleno. Ancora di più in esclusiva emozione suppletiva oggi, dopo un po' di tempo salgo a San Marco e per la prima volta incontro il nostro nuovo Vescovo. Come è evidente, necessariamente sarà un giorno innovativo, non in assoluto, ma in relazione ai nostri tempi certamente si. Per il resto tutto procede come dono del Signore, per cui da accogliere con gratitudine e gioia. Ieri, così vi aggiorno, mentre io andavo a Paola per incombenze varie, abbiamo vissuto la gioia della nunnata a pranzo, dono della Guardia Costiera alla Mensa Caritas, mentre il Centro Mons. Didona intratteneva gli ospiti. Poi abbiamo ospitato il Gruppo Celine per l'attenzione alle marginalità, quindi il Centro di Ascolto Dely Caputo con l'accoglienza dei bisogni del territorio, mentre la Bottega Russo operava per portare avanti il lavoro al murales Ora è tempo di Gioia. infine, dopo la Santa Messa e la benedizione a casa del Defunto Antonio, la Danza seniores ha chiuso la giornata. Così ci siamo ripercorsi in una giornata tipo della parrocchia, della serie cerchiamo di non annoiarci troppo. Nel frattempo per non smentirsi, il signor marzo ha tolto l'arcobaleno ed ha inserito una buona tempesta arricchita con la variante della grandinata, chissà che dice la montagna di Fagnano, ma ormai devo mettermi in cammino, per cui piano piano si ascende verso la Città Santa. Buona ripresa e sempre con grande entusiasmo a tutti. 1 marzo - La vita del parroco, di ogni parroco, ritengo sia sempre abitata dalla sofferenza e dal dolore. La comunità è formata da tante persone che meritano comunque la sua attenzione e la sua preghiera, per cui è veramente difficile che passi un giorno senza qualche notizia di malattia, di solitudine o di un lutto. Per uno che come me ha avuto altre parrocchie, le cose si aggravano con le informazioni che ricevo dalle comunità che precedentemente mi hanno accolto. Anche per questo, occorre sbilanciarsi sul tema della gioia per evitare di intristirsi e di trasmettere attorno a se incapacità di futuro. In tutto questo, quello che conta è la vita spirituale ed è la gioia di essere comunque al servizio del Signore. La consolazione, la speranza non è nel mondo ma in Dio, per cui si prega e si procede con entusiasmo per come il Signore dona. Buona giornata a tutti. 28 febbraio - Chiudiamo questo mese con la serenità e la gioia donata, nella diversità dei modi e dei contenuti, dai ragazzi sul tema del mese della pace. Mentre abbiamo intrapreso il cammino quaresimale cercando di leggere la preziosità degli adulti che dedicano parte del loro tempo per la crescita della vita della comunità. Domenica abbiamo celebrato sostenuti dall'Azione Cattolica, la nostra parrocchia è nata ed è cresciuta, soprattutto al tempo di Don Antonio, con il sostegno educativo, sociale e liturgico dell'AC, adesso i tempi sono cambiati e anche le presenze formative sono diversificate, per cui abbiamo un gruppo di adulti che in questa fase dedicano e vivono la loro crescita alla formazione sui temi ecclesiali,per gli ammalati e alla gioia di condividere la solidarietà. Insomma una AC in uscita atipica dalle nostre parti, che nonostante i problemi che si accompagnano alla vita di alcuni associati, vivono la crescita spirituale e relazionale in modo stabile e con entusiasmo. La foto? E' l'esperienza vissuta presso la Casa di Accoglienza Residenza del Mare, da un Gruppo di ragazzi della Confermazione che, come itinerario formativo, cresce nella disponibilità alla vita di carità. Anche in questo caso cerchiamo di far comprendere come crescere e vivere nella gioia e come donarla a chi ne ha più bisogno attorno a noi.
Sempre Domenica, abbiamo vissuto anche l'uscita del Gruppo delle Famiglie in quel di San Daniele in Belvedere Marittimo. Il luogo in se è foriero di armonia francescana e di ricerca spirituale, accolti da Padre Rocco e diventato ancora di più espressione dell'accoglienza del serafico di Assisi che metteva sempre al centro la bellezza dell'armonia con il cosmo e con le creature. Sì, certamente non è mancata la buona tavola che è bastata per tutti, servendo anche per il giorno dopo la mensa del Sacro Convento e la Mensa Caritas San Giuseppe. D'altra parte quando si esce, è risaputo, si va sempre oltre l'immediato. Anche in questo caso la situazione è molto cambiata da quando, circa 15/20 anni fa, ero parroco in quel di Santa Maria del Popolo, insomma i frati sono ridotti al minimo di comunità e il centro storico è quasi totalmente disabitato. Però abbiamo ancora una volta potuto ammirare tutto quanto di bello viene ancora conservato e diventa luogo di stupore spirituale e artistico. Sono giornate di comunità, orientate a stare insieme e a far crescere la gioia di essere animati dal Signore. La gioia è il tema del murales che orna l'atrio della canonica, siamo arrivati alla stesura di base dei colori, adesso inizia la fase più elaborata che è quella della cura dei particolari, diciamo che è l parte indefinita nel tempo, poiché ogni cosa ha bisogno di mille attenzioni per cui non potrà mai dirsi completato in senso assoluto. Ma un giorno si deciderà che è finito e va bene così. Come infinite sono le esperienze di gioia che la persona viene invitata a sperimentare nel corso della vita, tutte ugualmente belle e meritevoli della nostra attenzione. Voglio dire che nella chiesa nessuna esperienza è in assoluto più bella dell'altra, sono le fasi della vita e le tante emozioni che uno sperimenta e renderle di particolare attenzione in questa fase. Poi cambiano tante cose e cambiano anche le esperienze che ci donano gioia. Quando si trova gioia solo in ciò che si vive e solo perché ci si stanca di andare oltre se stessi. Insomma è un limite, ma è anche l'esperienza più frequente. Questo nostro fratello di Bolzano, che abbiamo accolto e ospitato questa notte vive una esperienza di gioia molto esclusiva, fare in bici dalla punta della Calabria a Capo Nord in Norvegia. E' vero, decisamente non è per tutti, ma per lui è il massimo della gioia in questa fase della sua vita. Auguri. Non posso che riflettere con voi anche le tante sofferenze che abitano i nostri cuori, le tante persone di provenienza asiatica morte sulla spiaggia di Cutro sullo Jonio, Le tante guerre e violenze che si accompagnano in tante parti del mondo alle nostre giornate. La morte di giovani che continua con eccessiva frequenza nella vita delle nostre comunità portando lutto e dolore soprattutto alle famiglie e tra i conoscenti. Sempre presenti nei nostri cuori anche i tanti che vivono la fragilità della malattia e l'attesa di ineludibili interventi operatori. La vita prosegue con questa dinamica costante che sollecita a sorridere con chi cerca di gioire e di partecipare al dolore di chi vive la precarietà del quotidiano, non si gioisce mai in assoluto, non si piange mai in assoluto è questa la vita del parroco e anche di altri. A tutto questo occorre aggiungere l'attenzione di cui necessitano gli squilibri mentali, legati alla solitudine e alla generale depressione che abita tanti cuori anche persone accanto a noi. Non siamo dei robot ma corpi animati in costante equilibrio tra la gioia del bene e la tentazione al male. Gesù è la via da seguire, quando ci riusciamo diventiamo operatori di pace quando ci allontaniamo dai suoi insegnamenti disprezziamo gli altri, cercando maggiore visibilità per noi. La preghiera costante aiuta a superare le tante fragilità che abitano anche i nostri cuori. Sempre con coraggio contempliamo il Signore che opera ogni giorno e nella nostra vita e chiede di essere ascoltato e seguito con gioia. 22 febbraio - Abbiamo iniziato con gioia il tempo della Quaresima, confidando nella presenza del Risorto che si accompagna alla nostra vita e dona speranza. Continua il clima primaverile, per cui tutto parla di rinnovamento della vita con e gemme che provano ad aprirsi ma prudentemente, per non restare bruciate, aspettano ancora a donare l'atteso fiore di primavera. Noi ci apriamo al ringraziamento, per tutto quanto il Signore ci ha donato di sperimentare durante il mese della pace e in tutti gli incontri con i fratelli e le sorelle che non mancano mai di dare serenità anche nella narrazione di se e di quanto ciascuno cerca di sperimentare ogni giorno. Abbiamo vissuto la Giornata Eucaristica, con una buona partecipazione di fedeli e anche una piena disponibilità alla preghiera, insomma mi è sembrato che non sia stata una partecipazione passiva. Il dono dello Spirito Santo fa il resto. La pace è vivificata dalla preghiera, la fraternità è alimentata con la preghiera. Intanto è importante segnalare la buona partecipazione delle famiglie agli incontri per la pace vissuti con le fasce di catechisti. in tutti gli incontri sono stati coinvolti per incoraggiare ad emancipare il loro protagonismo nella formazione dei figli alla fede. In tutti gli incontri è stata insistente l'esigenza di costruire l'unità, incoraggiare la vita di fraternità e leggersi nel protagonismo dei nuovi tempi. Comprensibile anche l'imbarazzo del coinvolgimento, ma sono da segnalare anche interventi molo belli e significativi. Insomma come in ogni cosa è importante invertire la rotta il resto viene lentamente con naturalezza. La frase che mi resta impressa, tra le tante affermazioni dei ragazzi certamente è questa: Sono contento di alzarmi presto la Domenica, perché vado a Messa.
Nel bel mezzo della penitenza di ieri, che come dicevo è stata vissuto in modo molto bello e intenso, a mezzogiorno è arrivato il dono del compleanno della nonna Maria da Bova, della serie siamo a novantotto e li viviamo con gioia, con quel che ne è conseguito per non svilire il valore significativo del dono. Vi garantisco che ho vissuto come una vera penitenza da offrire al Signore, sono dolci speciali fatti con il cuore della Calabria, però resta il fatto che ho mangiato con gusto e questo non è un bene. Certo io sono esonerato dall'obbligo della penitenza quaresimale, perché impiegato dell'INPS, insomma ormai è andata. Oggi sarà molto bello, sereno nell'accoglienza dei ragazzi di Sorgente di Gioia 1 e di tutto ciò che concorre alla bellezza della vita di comunità. Buona giornata a tutti. 20 febbraio - Diciamo così, con l'arrivo del lunedì, tante cose cambiano, anche perché si riapre lo scenario delle tante attività da portare avanti. Quindi non più essenzialmente l riflessione sul significato delle cose e della vita m come operare perché le cose abbiano forme e la vita possa esprimersi in pienezza, con la coscienza che tanto è affidato a quanto il Signore ci ha donato per renderlo presente nella vita di ogni giorno. Per cui, riprendiamo il combattimento con coraggio, intanto è una bella giornata luminosa che il Signore ci dona di vivere in pienezza. Apriamo il cuore e la mente, rimbocchiamoci le maniche e buona giornata a tutti. 19 febbraio - Può capitare che alcune volte si debba cambiare? Certo, direte, magari si cambia spesso anche ogni giorno. Beh, a me capita raramente, ma forse questo periodo mi impone un cambiamento sostanziale del mio modo di vivere. Probabilmente io non vorrei, ma è come se qualcuno mi dicesse: è ora di farlo, se non adesso, quando? Frase presa in prestito da non so chi, ma non è farina del mio sacco, direbbero i professori di una volta. Probabilmente non ho detto molto, mi dispiace deludervi, ma di più farei fatica a dire, lo so' ma non riesco a codificare. Comunque sia di certo ve l'ho detto. Meno male che arriva la Santa Quaresima, che certamente mi aiuterà nel discernimento. Intanto, come sempre, i migliori auguri di ogni bene a tutti voi. Il Signore deve darvi salute e gioia nel crescere nella vita di fraternità. Deve darci anche salute. semplicemente perché l'impegno esige anche integrità fisica, che alcune volte sembra mancare, in più di qualche compagno di viaggio. Insomma dobbiamo pregare perché tutti stiano bene, vivano con gioia nelle proprie case e nella dedizione a costruire la vita di comunità e una più gioiosa vivibilità nella nostra città. Tutto questo lo possiamo perseguire con la vita di preghiera e la serenità con la quale il Signore deve donarci di camminare insieme e sostenerci nelle difficoltà che necessariamente spesso emergono. Questa Domenica il Signore ci chiede di rimuovere tutti gli atteggiamento di astio e di rancore che potrebbero abitare i nostri cuori, nella certezza che un cuore alleggerito si apre con pi più naturalezza all'amore verso Dio e verso gli altri. Ma soprattutto ci chiede di non appesantirci di troppi traguardi terreni e di avere come riferimento il Padre nostro celeste. Questo ci permette di guardare con fiducia a tutti, poiché fratelli e sorelle con i quali siamo invitati dal Signore a operare nella diversità dei modi alla costruzione del Regno di Dio che Gesù ci ha affidato. Il Signore ci chiede di stare con Lui e di invocarne la presenza quando pensiamo di sentirci abbandonati e soli. Coraggio è tempo di ripartire. 15 febbraio - Ieri abbiamo ultimato le celebrazioni con la liturgia in memoria delle nostra sorella Valentina, un caro ricordo per tutti coloro che hanno avuto modo di condividere la sua storia, per alcuni aspetti molto sofferta ma sempre offerta al Signore come modello di dedizione e di testimonianza. Certo, come sempre non tutti colgono la specificità del dono, ma è nella norma delle relazioni. D'altra parte si prega anche per questo, altrimenti non ne avremmo bisogno. Intanto si notano in modo immediato gli effetti della sua prematura dipartita. E' vero dobbiamo pregare, per evitare che il vuoto determinato, diventi ostacolo alla speranza e alla crescita della fraternità. A guardare bene nella vita di comunità ci sono sempre dei vuoti da colmare con la preghiera, ci sono tante situazioni da affrontare e da suturare con le energie che il Signore ci dona. Anche per questo dobbiamo sempre sperare che il Signore apra i cuori ad un amore sempre condiviso e mai solo per se stessi. Adesso ci si prepara all'accoglienza delle oltre cento famiglie che hanno la generosità della parrocchia come riferimento alle loro povertà. Anche in questo caso è importante leggersi nella generosa dedizione alla vita di carità, che è la missione che il Signore affida ad ogni battezzato. La condivisione del proprio tempo con gli altri che ti cercano nasce dalla coscienza di essere strumento del Signore al servizio di coloro che Lui stesso ti pone accanto. Anche in questo caso prendiamo qualcosa da noi stessi, il nostro tempo e il nostro affetto e lo dedichiamo a persone che neanche conosciamo e che neanche conosceremo, sono i fratelli e le sorelle che cercano attenzione e sperano di trovarne nella nostra comunità. Sì, è vero, alcune volte mi chiedo ma quale valore vogliamo dare a questo sevizio. Devo ammettere che non sempre riesco a cogliere delle risposte, ne non quella che è il Signore a chiederlo, per cui noi dobbiamo semplicemente obbedirgli. Certo non dobbiamo pensare ad alcuno tornaconto né materiale e né spirituale, insomma è il dono per il dono, altrimenti i conti non tornano, donare sempre senza ricevere mai nulla in cambio. Anche questa è una vocazione che non tutti e sempre comprendiamo, ma quando ci si riesce ci sentiamo meglio. Per cui, come sempre, con gioia siamo pronti a partecipare all'Opera del Signore. 12 febbraio - Ci si avvicina al giorno della Ordinazione Episcopale di Mons. Stefano, ritengo che ciascuno in modo molto personale stia vivendo momenti di emozione e di naturale attesa, l'arrivo del nuovo Vescovo naturalmente comporterà grandi innovazioni e nello stesso tempo crescita della vita pastorale della comunità. Nel frattempo non possiamo fare altro che pregare, il Signore deve proteggere e sostenere con il Suo Spirito il nuovo Pastore della comunità, tante le attese, è la Chiesa che si ringiovanisce e si rinnova. Pastoralmente, sono giorni di fremente attività sul piano delle relazioni educative, ma anche in riferimento alla stabilizzazione delle aggregazioni, il che significa un positivo maggiore coinvolgimento delle famiglie nella crescita dei figli. Sappiamo tutti bene che non è una azione facile, ma anche per questo merita una sempre maggiore attenzione e impegno. Ritengo sia anche importante segnalare, lo zelo di solidarietà che molti avvertono prezioso per la loro situazione personale, ma che comunque diventa occasione di generosa dedizione per la crescita d tutta la comunità. E' un impegno che nasce dalla sensibilità personale e che si caratterizza in gesti di affetto vicendevoli che, ricevuti in occasioni particolari, acquistano un significato totalmente innovativo e rasserenante. Da parte mia, non può che esserci una costante sollecitazione a corrispondere all'opera di Dio, dal punto di vista spirituale, formativo e nella solidarietà. Come sempre tutto è affidato a color che il Signore ha chiamato per pascere il gregge e coltivare la messe, il problema dei numeri doveva essere antico, se già nel periodo apostolico gli operai disponibili non erano eccessivi. Il Signore chiede di avere fiducia, di non scoraggiarsi, di vivere l'entusiasmo dell'attesa e di cercare instancabilmente la novità che nasce da Lui e si dirama in mezzo a noi. A me sembra che tutto questo non manchi, certamente è importante non sentirsi soli, sopratutto quando la malattia abita la propria vita e ci si guarda attorno con più preoccupazione, insomma su chi posso contare. Non sono i problemi del bel tempo, quanto tutto sembra procedere con naturalezza, ma prima o poi albeggiano nella nostra vita e diventano sempre più chiari. Anche per questo è sempre importante che la comunità sia forte e rigorosa nella disponibilità, tutti abbiamo bisogno di tutti ed è anche bello guardarsi attorno e vederli disponibili, magari non tutti ma ci si accontenta di quanti ne bastano. Si, sostanzialmente è una Domenica serena nel suo scorrere tra gli impegni celebrativi e le attività formative di educazione alla pace. A tutto questo che è sorgente di serenità e di gioia si aggiunge l'opera degli artisti per completare il murales della Gioia in Cristo e infine, cosa che non manca mai, la possibilità di aiutare bisognosi. Come ho già detto altre volte è l'impegno centrale della vita di comunità. D'altra parte la parrocchia è posizionata in modo da essere immediatamente punto di riferimento per tutti. Non dobbiamo fare altro che aprire il cuore e donare a chi bussa, d'altra parte come ha detto Gesù i poveri li avete sempre con voi. Nel frattempo, va scivolando anche il mese di febbraio con una intensità spirituale molto significativa. Adesso ci prepariamo ad accogliere i genitori di Sorgente di Gioia 2 che poi sarebbero i ragazzi Prima Comunione, che si vanno preparando al loro primo incontro con Gesù, come vera sorgente di gioia per tutta l'assemblea dei credenti. 8 Febbraio - Oggi, vista la situazione climatica che gravita attorno allo zero, vi incoraggio a restare nelle case, c'è sempre tanto da sistemare attorno ai riscaldamenti o attorno al caminetto rigorosamente accesi. Inoltre raccomando di non toccare acqua, insomma dedicatevi alla preghiera silenziosa, che dona tanta gioia al cuore e incoraggia a leggere la realtà con gli sguardi. Se per assurdo dovete uscire per andare a Messa, questo vi è consentito, ma vi raccomando di coprirvi in modo assoluto. Diciamolo pure non fa freddo in modo rigoroso, come dire non siamo al polo nord, ma non siamo abituati a questo freddo. Non lasciate spiragli aperti, il vento si insinua dappertutto e porta solo aria fresca. Buona giornata a tutti, domani certamente sarà più bello. 7 febbraio - Capita che ci si abitui a stare bene, al punto che quando siamo sollecitati da qualche imprevisto, si faccia fatica ad accoglierlo come parte della vita di ogni giorno. Nulla di esclusivo, viviamo immersi al punto di non riuscire ad andare molto oltre noi stessi. Alcune volte rifiutiamo di andare oltre noi stessi, scegliendo di vivere in un paradiso ipotetico che all'improvviso diventa evanescente di fronte ad alcune situazioni della realtà che ci viene presentata nella sua durezza. Se vogliamo, per noi sono momenti che gradualmente somatizziamo; per altre situazioni, diventa la condizione stabile di chi scegli di vivere con libertà contro i sistemi opprimenti che soffocano ogni espressione di se stessi. Pensiamo alle tante situazioni di violenza sistematica, sociale e domestica, che molti sono costretti a subire senza che alcuno ascolti o possa fare niente. Non è possibile abituarci alle scene di distruzione di ogni armonia e della gioia di poter essere se stessi nelle varie realtà. Eppure è proprio così, per molti nostri fratelli e sorelle ogni giorno presenta una violenza nuova con la quale fare i conti, prepararsi ad accettarla, poi accantonarla e cercare di esprimere le proprie potenzialità, per come si riesce. In tutto questo gli elementi più esposti alle violenza sono certamente le donne, che troppo spesso gratuitamente sono esposte al capriccio degli uomini, i desideri e anche ai giudizi. Troppo spesso si si accanisce, siamo ancora una società maschilista che stenta a cogliere la bellezza, le potenzialità e la creatività del genio femminile. Diciamolo pure, alcune volte si ha paura di restare scavalcati, troppo più seriamente impegnate a conseguire traguardi nuovi, questo nelle società occidentali. Sappiamo bene che in altre culture viene perseguito anche legalmente lo status di sottomissione e di asservimento. Per quanto ci sia ancora molta strada da percorrere, nel 2023 possiamo affermare che anche nella Chiesa, alcune volte con difficoltà, va leggendosi un protagonismo femminile più ampio. Diciamo che, purtroppo, sono ancora concessioni che il più delle volte piovono dall'alto, ma la volontà è quella di vedere più donne nei luoghi decisionali della Chiesa, per cui anche amministratori, segreterie, responsabilità canoniche che prima erano in esclusivi appannaggi degli uomini adesso vengono vissute con grande dedizione e disinvoltura dalle donne e non sono consacrate ma anche laiche. Certo il cammino da percorrere è ancora lungo, ma si arriverà certamente anche alla diffusione ampia dei ministeri ecclesiali al femminile, come già è diffuso nelle altre confessioni e in altre nazioni anche tra i cattolici. In Italia si resiste molto da parte di alcuni ambienti ecclesiali, ma prima o poi sfonderà anche da noi la convinzione che lo Spirito Santo parla anche al femminile. 4 Febbraio - Giornata climaticamente mite, da vivere con gioia in attesa del freddo previsto per i prossimi giorni. Diciamo così, è un periodo da vivere intensamente sospeso, tra il ricordo del Natale rivitalizzato con la Presentazione di Gesù al Tempio, e in prospettiva l'arrivo prossimo della Quaresima, tempo che ci apre alla preparazione della Pasqua de Signore. Certo in mezzo ci sono tante attività formative e celebrazioni, ma come sempre tutto viene inquadrato nelle grandi cornici della Pace e della Fede in Cristo da vivere e da rinnovare in modo sempre nuovo. Come sempre ho fatto anche una puntatina a Sicilì il luogo delle origini e dei tanti ricordi dell'infanzia, ma per la prima volta è stato veramente un momento, vissuto come se avessi altro da fare di più importante, o forse sentendomi fuori luogo. Difficile da dire, certamente è durato poco, un momento di preghiera in chiesa ai piedi di San Biagio, la visita a mio fratello Peppino accudito dalla OSS domestica, mia sorella Franca e la compagnia di mia Zia China che non ha avuto neanche il tempo di fare il malocchio rituale. Insomma quest'anno è andata così. Per il resto cerco di dedicare più tempo alla preghiera anche perché i problemi da affrontare sono molti, ho ripreso a studiare qualcosa dal punto di vista pastorale per non restare troppo indietro, nel senso che andiamo troppo aventi, per cui devo capire dove rallentare. Dedico altro tempo all'ascolto che caratterizza questa fase della mia vita, non del tutto alcune volte lo vivo in modo distratto. Infine la preoccupazione più intensa è quella di non perdere il ritmo dell'accoglienza verso tutti che caratterizza la pastorale della nostra parrocchia. Della vita di carità ho detto altre volte, sembra sia il capitolo più naturalmente trainante in questa fase. D'altra parte aumentano le richieste di aiuto in senso ampio, per cui non dobbiamo fare altro che ricevere e donare. Naturalmente non parliamo solo di cose ma soprattutto di sorrisi, di preghiere, di accoglienza, di accompagnamento e sostegno spirituale. Insomma tutto ciò che il Signore dona, dobbiamo donarlo per evitare di arricchirci di ciò che non ci appartiene. Poi abbiamo le incombenze tecniche, le più gravi economicamente parlando, tutte voci in uscita. Si parte dal campanile che ultimamente è oggetto di continui interventi, senza conseguire ancora i risultati sperati. poi abbiamo le pompe di sollevamento, dopo esserci allagati si è reso indispensabile il potenziamento dell'esistente, a tutto questo si aggiunge la manutenzione del parco e via a seguire. Insomma la parrocchia ha costante esigenza di interventi strutturali, come ritengo accada anche nelle vostre case, per cui nulla di particolarmente innovativo se non le dimensioni degli immobili e la varietà delle esigenze. 31 Gennaio - La Chiesa incoraggia a vivere la memoria di San Giovanni Bosco, che si inserisce nell'alveo di coloro che hanno dedicato la propria vita ai giovani e ai ragazzi abbandonati. Dobbiamo pregare e operare perché i nostri ragazzi non siano coinvolti dalle nuove forme di protagonismo così presenti sui social, che spesso nell'incoraggiare alla violenza, esigono la soppressione di altri per la realizzazione di se stessi. Come ripeto da tempo, i giovani e i ragazzi non hanno bisogno dei nostri giudizi o delle nostre critiche ma del nostro impegno, hanno bisogno di essere accolti e ascoltati, di sentirsi amati. Ciascuno di noi può essere per molti di loro il riferimento necessario per uscire dalla solitudine e dal senso di abbandono così presenti nel nostro tempo. Perciò lasciamoci contagiare dai santi e imitiamone le virtù. Parlare poco, condividere il poco o il molto che abbiamo, sorridere e incoraggiare alla gioia, rendersi partecipi della vitalità della parrocchia. Può generarsi solitudine e violenza anche tra gli spazi della vita di comunità.
Ai nostri figli generalmente chiediamo di stare insieme per essere costruttori di fraternità e di pace, non sempre è facile anche, perché anche loro spesso crescono nella solitudine e vittime di varie forme di bullismo, per come oggi va dicendosi in ambiente educativo. Ma ritengo sia questo ciò che il Signore ci chiede di testimoniare, un amore infinito alimentato dalla Sua presenza verso tutti i bambini, i ragazzi e i giovani soprattutto verso coloro che sono più soli e abbandonati. questo ci permette di vivere la beatitudine dei costruttori di pace e di camminare nella vita di ogni giorno come testimoni operativi del Regno di Dio, che Gesù ha affidato a ciascuno di noi. Quando più ci si emoziona per il dono dell'essere servi degli altri, tanto più in noi cresce la serenità e la gioia di stare insieme. La vita comune è il grande dono che il Risorto ha fatto ai Suoi discepoli: vi do la pace, vi do la mia pace, non come la da il mondo, io la do a voi. Questo dono del Risorto è il primo che riceve la comunità ancora scossa e impaurita dal dramma della crocifissione, un po' come siamo tutti noi, quando siamo messi alla prova delle difficoltà della vita un tumore improvviso, una malattia nei figli, una disoccupazione inattesa, un divorzio non voluto e la casistica potrebbe continuare all'infinito. Certo la sofferenza dei nostri cari, la disperazione che alcune volte si accompagnano alla nostra vita può necessariamente generare disorientamento e scoraggiamento, ma non deve mai abbatterci. La fede è la nostra forza. No, non è illusione è avere la certezza che Dio non abbandona i suoi figli nel momento della prova. In tutto questo il Signore ci dona una consolazione permanente nel dono dei bambini che sorridono, giocano, fanno chiasso, corrono instancabilmente e cercano di attirare occasionalmente la nostra attenzione per aiutarci a capire che comuque hanno bisogno di noi. Vogliono essere al centro dei nostri pensieri, cercano una carezza, alcune volte chiedono di essere abbracciati. Sono loro la risorsa di speranza dell'umanità e la gioia del futuro da costruire e da vitalizzare, perché loro possano esprimere al meglio le loro energie e la loro vitalità. Quando questo accade viviamo e costruiamo una società più giusta e aperta al futuro, quando non accade generiamo isolamento, solitudine e via a seguire con quel che ne può conseguire. Insomma lasciamoci contagiare dalla loro voglia di vivere e dal loro modo di vivere. 26 Gennaio - Le immagini mostrano l'idea che aveva Dio quando ci ha pensato e creato Scalea. Circondata dalla bellezza dei tramonti, dalla luminosità del sole nelle sue diverse manifestazioni, dalla maestosità dei monti che la circondano adesso ricoperti della preziosa neve, che rasserena in riferimento alle tante sorgenti che la irrorano. La bellissima scogliera molto severa ed essenzializzata nei colori, si inserisce in modo forte e sinuoso generando sensazioni sempre nuove, che completano quelle precedenti. E' impossibile parlare della bellezza dei colori, dei quali contempliamo delle percezioni inenarrabili di armonia e di pace interiore. Insomma una terra benedetta che apre alla speranza e incoraggia a costruire il futuro per se e i propri figli.
Poi arriva l'uomo, si immerge in tutto questo, purtroppo non sempre in modo equilibrato, rispettoso dell'armonia del creato e può capitare alcune volte che tutto questo dono di Dio venga meno. L'opera è spettacolare, ma è affidata a noi perché ne valorizziamo la bellezza e ne attutiamo le deformazione che nel tempo può aver assunto, fino a farle diventare bruttezza. Non è un'opera facile da portare avanti, ma per quanto il Signore ci dona di custodirla cerchiamo di portarla aventi con gioia ed entusiasmo da vivere e da donare. Buona giornata a tutti e guardiamo sempre avanti con coraggio avendo negli occhi e nel cuore la gioia dei nostri figli, che meritano di vivere a Scalea per come ci è stata affidata dal Signore. 24 Gennaio - Ebbene si, è capitato anche a noi, nei giorni di Domenica e di lunedì il mare è ritornato per alcuni centimetri nei suoi spazi di un tempo ed ha allagato i locali pastorali del Centro di Aggregazione Mons. Didona e dei garage. Ma grazie alla piena e laboriosa disponibilità di tanti volontari, tutto è stato affrontato con serenità e gioia. Ritengo che tanta parte di Scalea abbia vissuto la stessa sgradevole sorpresa, ma lo sappiamo bene che quando si alza il mare corriamo il rischio di restare leggermente sotto il livello. Detto questo posso affermare che comunque è andato bene, tutto è stato vissuto da tutti con grande generosità e dedizione, per cui ancora una volta non posso che ringraziare il Signore per il dono di tanti adulti che amano la comunità e la custodiscono come se fosse la propria casa. Rimane ancora qualcosa da ultimare, ma tutto si è ricomposto in tempi brevissimi, al punto che già ieri sera gli ambienti sono stati utilizzati per l'incontro formativo di AC e per la Scuola di Danza.
Per la cronaca, le pompe dell'acqua continuano ancora adesso a tirare a pieno
regime, il che significa che il livello del mare è ancora alto per come sono
stati costruiti i seminterrati di tante case e anche i nostri ambienti
pastorali. Insomma ancora un po' di pazienza e potremo dire anche questa volta è
andata abbastanza bene, ripeto anche grazie al coinvolgimenti di tanti laici che
gratuitamente ancora una volta si sono resi disponibili ai bisogni della
comunità. Certo poi abbiamo affrontato l'emergenza della Mensa, preparando gli
alimenti e accogliendo gli ospiti in canonica, insomma ad ogni cosa si trova il
rimedio per come è possibile. Le altre immagini, ci raccontano la gioia di
essere attivamente partecipi alla celebrazione festiva. Mentre l'ultima ci narra
della condivisione della tavola vissuta Domenica con il Gruppo Famiglie, dopo
aver lavorato per rendere agibili gli ambienti dal'acqua che già aveva
cominciato a invadere gli spazi della cucina e del salone.
Sarebbe bello fare anche qualche foto durante gli incontri formativi, o durante
le tante attività sociali che pure vengono portate aventi ma per la privacy e
per evitare distrazioni, nessuno si muove, per cui restano le immagini gioiose
del mangiare insieme che non sono male da vivere e da proporre. Naturalmente
tutto questo è reso possibile anche dai tanti incontri come dire tecnici,
orientati a una migliore comprensione dei carismi personali e dei gruppi di
appartenenza, alla organizzazione degli avvenimenti da celebrare e alla crescita
della persona. Tutte attività insostituibili per evitare di fare le
cose tanto per farle, oppure semplicemente perché piacciono, senza un progetto
di comunità da condividere e da proporre a quanti vogliono mettersi in gioco con
i loro doni e la voglia di stare insieme con gli altri. Insomma anche la gioia
da costruire e da proporre merita il nostro tempo e il nostro entusiasmo. 17 Gennaio -
Dai timidi accenni di cui parlavo prima, siamo passati alla volontà imperiosa di
rendersi presente con tutta la sua potenza. Naturalmente parlo del clima
invernale che si manifesta con generoso entusiasmo in pesanti acquazzoni e con
nevicate a quota mille, insomma ci dona di vivere, anche se leggermente in
ritardo, per come è naturale questa fase dell'anno solare. Sono giornate che si
vivono nella gioia dell'incontro con i ragazzi che, per quanto è possibile,
cerchiamo di orientare con i genitori e i catechisti, alla gioia dell'incontro
con Gesù. Poi abbiamo il principe di questo tempo che è il silenzio, lo trovi
dappertutto e si insinua dappertutto per cui diventa un elemento relazionale
abbastanza diffuso. Insomma è più facile immergersi nella meditazione e nella
riflessione delle cose del mondo e nella ricerca delle nuove vie da percorrere.
Anche se uno degli obiettivi dell'impegno pastorale, è quello di evitare che la
parrocchia diventi il luogo del silenzio perenne. Insomma la parrocchia vive del
chiasso dei ragazzi e della gioia degli adulti che si accompagnano con grandi
sacrifici alla loro crescita. Anche per questo abbiamo portato la formazione per
i ragazzi che si preparano alla Prima Comunione alla Domenica, questo permette
loro di vivere attorno all'altare questo tratto del cammino formativo e alla
parrocchia di accompagnarsi stabilmente alla loro vita formativa ed emozionale
condividendo la gioia dell'incontro con Gesù, nel giorno dedicato alla
Resurrezione del Signore. Poi abbiamo i tanti incontri formativi coordinati
dagli adulti che questa settimana hanno visto il protagonismo dell'Azione
Cattolica nel convegno dedicato alla dignità della donna elle nostre realtà.
L'itinerario del Movimento dei Focolari che coinvolge in modo riflessivo la
dinamica delle relazioni tre la persone alla luce del cammino evangelico. Questo
coinvolge anche altri laici di altre comunità mettendo in moto la dinamica della
gioia che ci dona il Signore e che diventa più bella e intensa se condivisa con
coloro che il Signore ci dona di incontrare. Tutto deve essere contrassegnato
dalla gioia di stare insieme e di poter trasmettere ad altri la gioia che ne
deriva. Senza mai dimenticare che tutto nasce dal cuore della singola persona,
che vive e avverte l'esigenza di condividere ma potrebbe anche tenere solo per
se ciò che di bello il Signore dona di vivere. Tutto questo si irradia e diventa
gioia collettiva che apre alla speranza di poter vivere in modo diverso anche
nel nostro tempo, che sembra caratterizzato dalla individualità e dalla
cosificazione di ogni relazione.
Alla luce di tutto questo possiamo affermare che l'esercizio quotidiano da
vivere per non intristirsi è essere sempre attenti all'opera instancabile di Dio
che si manifesta nelle mille dedizioni di ciascuno, anche nelle realtà
umanamente parlando più insignificanti Dio trasmette un messaggio emotivamente
insostituibile. Tutto questo però esige un cuore aperto all'amore verso tutti e
la capacità di cogliere l'opera di Dio in tutti, anche nelle situazioni
ripetitive di ogni giorno. In questo modo non si corre mai il rischio di
annoiarsi o di vivere in modo abitudinario l'esistenza, tutto è sempre novità,
nulla è ripetitivo in se, tutto dipende da come viviamo le situazioni e le
relazioni con gli altri.
Oggi è Sant'Antonio Abate, per capirci il Santo con il maialino, per cui auguri
a tutti coloro che amano gli animali domestici e non, preghiamo per coloro che
hanno paura degli animali non comprendendone sempre la loro preziosità.
Preghiamo anche per coloro che uccidono gli animali non per bisogno alimentare
ma per divertimento, il Signore doni di maturare maggiore rispetto verso queste
creature che Dio ci ha affidato e con le quali dobbiamo condividere l'equilibrio
e l'armonia del mondo. 12 Gennaio -
Proviamo a godere dei timidi accenni di inverno, mediati da un ritorno di clima
temperato primaverile. Insomma per adesso nulla di serio, si è vero anche la
neve si è poggiata sui mille metri della Montea e del Cozzo del Pellegrino, ma
tutto in modo mediale insomma senza eccessivo impegno per adesso, al punto dal
poter affermare che ieri per la prima volta abbiamo assaporato per brevi tratti
un po' di tramontana. Lo so', voi direte ma don Cono, del tempo dobbiamo
parlare? Anche voi avete ragione. Del resto di saliente abbiamo avuto il 25° di
Franco e Rita, si fa presto a dire venticinquesimo ma a raccontarlo dovrebbe
essere leggermente più complesso, insomma dovrebbero farlo gli interessati nelle
tante gioie, nei sacrifici, nella pazienza e via a seguire nelle tante emozioni
di vita familiare che hanno caratterizzato la loro storia legata anche alla vita
di fede e al servizio in parrocchia. Ritengo soprattutto alla crescita di
Antonio, vero germoglio di Iesse in ordine alla speranza messianica familiare.
Ritengo sia stato un dono del Signore per coloro che in parrocchia vivono un
impegno pastorale, perché ci ha dato modo di pregare insieme ai loro familiare
per condividerne la gioia.
Per il resto la vita della comunità continua con i ritmi liturgici abbastanza
stabilizzati, su una partecipazione non eccessiva e adesso andiamo a riprendere
con la formazione catechistica che in parte si è interrotta nel periodo
natalizio. Tanto per inserire il lamento da parroco, la famiglia tende nella
gran parte a vivere la gioia terrena trascurando la radice di questa gioia che è
Gesù in mezzo alla comunità. La parola comunità non è molto compresa nella sua
bellezza e si preferisce per vari motivi la comunità familiare, neanche troppo
allargata, per cui quella parrocchiale risulta più che dimezzata. Insomma per
dirla tutta è il tempo della missione, da vivere con grande entusiasmo e
costanza senza concedersi pause, se si riesce le cose vanno meglio, altrimenti
si cammina in salita, ma per farlo occorre fiato e non tutti mostrano di averne
a sufficienza. Intanto ringraziamo il Signore per quello che dona di vivere, per
ciò che si spera si cerca di lavorare per il Regno. Necessariamente un pensiero
comincia a percorrermi per quanto concerne il cammino quaresimale, insomma si
comincia a guardare il calendario, i contenuti, quest'anno arriva prima e
bisogna accoglierla con dignità.
Dobbiamo ammettere che la realtà sociale presenta molti vuoti istituzionali, nei
quali la gente si barcamena cercando di dare serenità ai propri figli e con lo
sforzo costante di costruire la speranza del futuro. Non è facile essere
genitori, ma forse non lo è mai stato, la difficoltà maggiore ai nostri gironi
è avere a che fare con i social che sono degli educatori molto invadenti,
penetrano dappertutto più della Parola di Dio, oltretutto hanno la capacità di
entrare in tutti cuori e perfino provano a stabilizzarvisi. In alcuni casi ci
riescono e creano dei danni irreversibili in altri vivono un presenza
strumentale rappresentando comunque un elemento distrattivo permanente. Le
vittime più fragili sono i bambini e i ragazzi, i quali corrono il rischio
dell'assimilazione tipologica, per noi adulti dovrebbe esserci solo la devianza
temporale e ideale, non è meno grave ma è più immediatamente correttiva.
Coraggio, insomma buona giornata sarà molto bella e intensa, per cui vi auguro
di viverla con gioia. 7 Gennaio -
Con l'arrivo dei Magi, secondo la tradizione del Vangelo di Matteo, termina la
scena ancorata alla nascita di Gesù legata a Betlemme, i racconti dell'infanzia
continuano con la fuga in Egitto e, dopo alcuni anni, il rientro della Sacra
Famiglia a Nazareth. Insomma inizia il pellegrinaggio fatto da imprevisti, da
sacrifici, da gioie condivise e da migrazioni tutte emozioni che appartengono a
tante famiglie di ogni tempo e in ogni luogo. Anche per questo la Sacra Famiglia
è da sempre modello di ogni famiglia, guidata dalla preghiera e alla ricerca
sincera della volontà di Dio da testimoniare con la propria vita. I racconti
sulla vita di Gesù peccano di eccessivo miracolismo gratuito che in realtà non
si evince nei racconti che ci sono stati trasmessi, che parlano di difficoltà,
di incertezze, di ricerca interiore, di disponibilità alla novità che la vita
presenta. Gesù è nato in mezzo a noi, ha preso carne mortale, per aiutarci a
vivere da uomini e donne la nostra dedizione al Padre. Un Padre che ama, che
sostiene e che incoraggia nelle difficoltà che ciascuno è chiamato ad affrontare
nella vita. -
Con l'Epifania è stato anche ultimato il primo livello dell'affresco che andrà
ad ornare l'atrio della parrocchia che ha come tema di fondo la gioia da vivere
nell'incontro con Gesù. Come ogni cosa esige tempo, dedizione affettuosa,
ricerca del vero, la volontà di trasmettere emozioni. Tutto questo viene vissuto
e perseguito con grande dedizione dalla Bottega Russo che ne sta curando la
realizzazione. La nostra parrocchia ha come sua vocazione connaturale il mondo
giovanile, che è da sempre il centro propulsore della sua azione pastorale. In
questa realtà i protagonisti e i destinatari dell'azione educativa sono i
ragazzi. La preoccupazione principale che si accompagna alla vita del parroco in
questi periodi è avere risorse sufficienti per sostenere l'accoglienza di quanti
ritengono di poter vivere la loro crescita camminando accanto Gesù.
Pur essendo animati da una fede abbastanza vigorosa, almeno a me sembra, alcune
volte corro il rischio dello scoraggiamento poiché mi rendo conto che la
stanchezza naturalmente abita i cuori dei laici impegnati e i problemi non
mancano, per cui dobbiamo leggerci nella possibilità di non poter offrire il
servizio per come vorremmo, ma per come possiamo. Come nella narrazione
dell'infanzia di Gesù cambiano i personaggi, cambino le scene di vita e cambiano
anche gli ambienti. Così accade anche nella vita parrocchiale, dobbiamo sempre
fare i conti con le esigenze e le fragilità di tutti, cosa non facile, ma poiché
lo chiede il Signore dobbiamo cercare di corrispondervi con entusiasmo e con
sacrificio.
Dobbiamo anche essere prudenti, è importante praticare questa virtù, perché la
violenza spesso è vissuta con facilità e irresponsabilità, è un mondo che spesse
volte perde di vista la forza della fede per cui corre sempre più il rischio di
non corrispondere ai valori di rispetto della vita che pure sono iscritti nei
cuori di tutti. Anche le Chiese e gli ambienti ecclesiali non sempre vengono
colti come luoghi sacri, ma ambienti dove poter rubare con più facilità, alcune
volte anche i sacerdoti sono facili vittime di questa violenza da strada, nulla
di particolarmente grave al limite si subisce violenza per pochi spiccioli, ma è
il nostro tempo anche pr ruesto dobbiamo operare maggiormente perché si diffonda
l'amore e la gioia dello stare insieme, della condivisione, della vita comune.
4 Gennaio -
Il nuovo anno scivola con serenità, vanno accentuandosi gli acciacchi di
stagione, il non uso della mascherina produce i suoi effetti nefasti. La gente
ha bisogno di divertirsi, altri stentano a guardare al proprio futuro con
serenità e fiducia. Insomma come sempre si cerca di essere disponibili verso i
più fragili e di incoraggiare all'impegno solidale i più energici. In mezzo al
guado come sempre con coraggio e tenacia, animato dalla preghiera e nella
costante ricerca del bene nei cuori e attorno a noi. Non sempre ci si riesce,
d'altra parte è risaputo che ogni cosa esige il suo tempo. Ma quando accade
l'opera di Dio è immediata ed evidente agli occhi di tutti. E' vero alcuni
vorrebbero primeggiare, ma nulla di particolarmente grave, quello che conta è il
bene che si vive e i frutti del bene che si diffondono attorno nella vita di
comunità.
Le celebrazioni incoraggiano a riflettere il dono dell'amore di Dio,
per cui non dobbiamo fare altro che avvertirne la preziosità e, per quanto lui
stesso ci dona, renderlo presente nonostante i nostri tanti limiti. Vivere amando? Alcune volte sembra difficile, ma certamente dona pace interiore
e armonia relazionale, per cui è importante leggersi in questa dinamica. D'altra
parte non nasce da noi, ma certamente siamo noi ad accettarla e a renderla
presente con la nostra vita e con le nostre parole. Oggi come oggi sono tante le
proposte distruttive orientate a parcellizzare l'attenzione delle persone, anche
per questo alcune volte si dubita sull'opportunità del silenzio, della
contemplazione e si preferisce gridare, o più semplicemente contrapporsi.La via della Croce rimane la via dell'ascolto e del farsi carico delle fragilità
dell'altro in modo gratuito, è la via che ci indica il Signore per cui
certamente è quella che apre alla salvezza e alla gioia di poterlo rendere
presente anche se immediatamente può comportare incomprensioni e
disorientamenti.
Insomma ancora una volta la via da privilegiare è quella della
preghiera, senza la quale si corre sempre il rischio di restare disorientati di
fronte alla cattiveria gratuita e genera in noi la voglia di rivalsa, solo ella
preghiere si legge con serenità oltre le parole e le azioni e si opera non per
contrapporsi ma per emancipare. In tutti c'è del bene che stenta ad emergere
immediatamente e ha bisogno di accoglienza e di ascolto.
Intanto
si è conclusa anche questa giornata, in modo lineare e sereno per come era
iniziata. I social ci trasmettono molti aspetti della vita di Papa Benedetto in
quelle che erano le sue virtù fondamentali, va emergendo qualcosa sulla sua
relazione complessa con Papa Francesco. Nulla di particolarmente grave se
pensiamo alle relazioni che intercorrevano tra San Pietro e San Paolo, però a
qual tempo non c'erano i social che sbirciavano e trasmettevano di tutto e di
più. Forse sarebbe utile parlarne di meno e pregare di più, come piaceva a lui.
Il suo segretario invece ama molto i social insomma ritengo che creerà qualche
problema. Intanto vedremo, ma non c'è nulla di strano i due papi erano molto
diversi, sia per la formazione scuole di pensiero totalmente diverse, per la
vita ecclesiale vissuta uomo di curia e l'altro di vita pastorale, per gli
ambienti sociali il centro del mondo e le periferie del mondo, per cui è normale
che non tutto potesse essere lineare nei loro rapporti per il loro modo di
leggere l'impegno ecclesiale. A me dispiace che siano stati abbandonati gli
argomenti sulla lotta delle donne in Afganistan e in Iran, che forse in questo
periodo avrebbero avuto bisogno di maggiore sostegno e visibilità dei social.
Per quanto concerne l'Ucraina diventa difficile fare discernimento per gli
schieramenti troppo netti delle parti, per cui gli spazi di dialogo sono
particolarmente ridotti, dispiace perché intanto la gente muore da tutte e due
le parti e la povertà complessiva aumenta anche dalle nostre parti.
Viviamo intanto questa parte finale dl Tempo di Natale, arroccato attorno
all'Epifania del Signore, possiamo dirlo? Tutto si è svolto leggermente
sottotono con un gran bisogno di intimità familiare e poca disponibilità alla
vita sociale ed ecclesiale. troppo problemi e pensieri fuorvianti la serenità e
la festa. Certamente non mancano coloro che vivono in modo più gaudente, ma la
gran parte della gente mi sembra assorbita nelle difficoltà del quotidiano.
Insomma siamo ancora nella fase del dopo pandemia tra color che stan sospesi sul
da farsi. Un po' dispiace ma cerchiamo di non farlo notare troppo per gioire di
ciò che il Signore ci dona di vivere senza troppi rimpianti. A provare ci provo,
ma non so se ci riesco sempre. Intanto auguro buona serata a tutti nelle vostre
famiglie ci sia sempre e comunque gioia e voglia di stare insieme. 1 Gennaio -
Giornata luminosa e temperata, così si presenta l'inizio del nuovo anno alle ore
6:30 e ritengo che così si svolgerà, per cui auguri a tutti, di quella gioia che
caratterizza così bene questo giorno. Il nuovo anno esige necessariamente una
crescita spirituale, poiché dalla vita interiore nasce ogni entusiasmo e ogni
virtù, poi si dovrà operare con grande dedizione affettiva nell'impegno
pastorale, sarà necessario avere atteggiamenti positivi nelle relazioni
interpersonali, sarà importante avere uno sguardo positivo sugli altri. Questo
permetterà di valorizzare ogni persona e ogni situazione con lo zelo e la gioia
di chi incontra il fratello o la sorella che il Signore ti pone accanto per
costruire la speranza del Regno. Insomma per come incoraggia il Santo Padre sarà
importante camminare insieme, rimuovendo dalla propria vita ogni atteggiamento
individualista o personalista, quello che conta è la volontà di Dio non la mia.
E' vero non sempre riusciamo a dare spazio al Signore, ma è importante sapere
che tante cose nella vita di ogni giorno non vanno, semplicemente perché non
sono orientate a Lui.
Secondo lunga tradizione questo è un giorno di solitudine liturgica, poiché il
popolo ama trastullarsi in famiglia e questo non è male in assoluto, oltretutto
non avremo neanche l presenza dei turisti poiché tutti gli alberghi hanno
rinunciato a festeggiare la chiusura dell'anno, insomma ci si prepara a vivere
una buona intimità spirituale orientata a cogliere al bellezza della solitudine
come ambiente nel quale il Signore manifesta pienamente la Sua presenza. Tutto
brutto? No, è la realtà nella quale dobbiamo trasmettere al benedizione del
Signore, la gioia della vita di comunità e la bellezza di contemplarsi chieda
che vive la gioia dell'incontro nel Signore. Per cui auguri a tutti e buon
inizio del nuovo anno. Come lo comincio io? Con serenità, con la gioia nel cuore
e tanta voglia di incontrare e accogliere gli altri. Adesso mi faccio un giro in
bici, così mi rendo conto meglio della realtà che ci circonda .... 30 Dicembre -
>
La Sacra Famiglia mette al centro della nostra attenzione, tutto ciò che
concorre alla nostra formazione e alla stabilità sociale della comunità
cristiana e non. La realtà della famiglia e internazionale e non può essere
proprietà di questa o di quella forma di ideologia o credo religioso, anche se
necessariamente necessita di una libertà identificativa entro la quale nessuno
dovrebbe intervenire per generare violenza o destabilizzare questa microcellula
della comunità. Ritengo sia superficiale sottolineare che, mai come oggi, la
famiglia è bersaglio di messaggi educativi destabilizzanti, orientati a minarne
l'identità dalle fondamenta. Come mai questo orientamento? Tutto ciò che unisce,
stabilizza, orienta alla pace delle relazioni fin dalle origini viene
destabilizzato dal tentatore, che con il tempo si è attrezzato meglio e ai
nostri giorni, entra grazie ai social nelle case e nei cuori di tutti in modo
anche più stabile. La formazione cristiana spesso deve animare la comprensione
dei valori della fede, anche all'interno delle proprie famiglie, per aiutare i
figli a non deviare da tutto ciò che il Signore ci ha donato per vivere la vita
di comunione, di rispetto vicendevole, di accoglienza della vita, della gioia
dello stare insieme.
Nel frattempo è iniziata l'opera della gioia che caratterizzerà per i prossimi
anni il cortile interno della parrocchia, è un'opera complessa che alimenta e
suscita tante emozioni, ma soprattutto vuole aiutare a vivere la bellezza della
presenza di Gesù e la protezione dei tanti Angeli che il Signore ci ha posto
accanto e che ci accompagnano attivamente nelle varie situazioni della vita.
Poi abbiamo la proposta dell'animazione oratoriale che i giovani Talent&Art
propongono per animare i vari gruppi che frequentano la vita parrocchiale e
anche altri amici occasionali che avvertono l'esigenza di fare festa con noi.
Tutto è orientato allo stare insieme, avendo la certezza che la venuta di Gesù
deve darci entusiasmo, nel vivere la comunione e la gioia dello stare insieme
come famiglia cristiana nelle sue forme più varie e creative che i giovani sanno
generare e animare.
Nei giorni scorsi abbiamo celebrato la gioia dei 25 anni di vita matrimoniale
per Bruno e Teresa, che con i loro figli hanno inteso donare un momento di
fraternità alla comunità. Come sempre in questi casi tutto è stato orientato al
coinvolgimento di tutti, anche di coloro che normalmente si siedono e aspettano
di essere serviti al tavolino. D'altra parte la fraternità è generata dalla
disponibilità alla partecipazione attiva, perché la festa sia veramente tale e
così è stato. Al punto che come è accaduto a Gesù nel racconto della frazione
del pane e dei pasci ne sono avanzati cesti per dare da mangiare ai bisognosi
per diversi giorni. Dal dono condiviso deriva il dono da condividere. Ritengo
sia inutile sottolineare che il dono più bello da condividere sia la propria
vita per sostenere la crescita degli altri. Cosa che nella diversità dei modi
portano avanti da molti anni a Scalea e anche oltre. Allora auguri e sempre
avanti con entusiasmo e gioia.
Che dire, alcune volte avverto l'esigenza di variare gli ambienti di vita,
allora ieri per alcuni momenti, mi sono immerso nell'ambiente fantastico
ripercorrendomi nel territorio dei principi Carafa, che per me significano 15
anni di ministero sacerdotale. Per cui mi sono portato in mattinata al Casale
sul Diamante e in serata al Castello del Belvedere. Per evitare di incontrare
troppa gente, mi sono detto vado verso le 11:00 così sul Timpone della Zannera
non trovo certamente nessuno. Mentre percorrevo i vicoli avvertivo dei rumori
strumentali ma pensavo a qualche locale, arrivato in chiesa trovo tantissimi
bambini i Canterini, alcuni per come hanno poi detto battezzati da me, che con
Claudia facevano le prove per il concerto della sera. Che dire, mi siedo godo un
po' di musica, prego, cerco di leggermi osservando l'ambiente attorno. Insomma
tutto molto bello, per cui saluto Don Michele che era in sagrestia e ritorna in
parrocchia. Come sempre sono dominanti i visi e i ricordi sempre troppi, per
essere pienamente rivissuti, ma nella vita ho imparato ad accontentarmi di ciò
che il Signore dona.
Come sempre la vita della parrocchia è molto intensa, oggi caratterizzata
dall'accoglienza dei ragazzi di Sorgente di Gioia, poi abbiamo accolti alcuni
bisognosi, abbiamo celebrato per la serenità della vita familiare
incoraggiandoci a fare esperienza di amore per rendere presente il Signore nella
nostra vita di ogni giorno. Quindi il Gruppo delle Famiglie si è incontrato per
preparare l'appuntamento in occasione della Sacra Famiglia. Li ho visti molto
animati e partecipi per cui certamente parlavano delle preghiere da esprimere
nel pomeriggio i oggi. Dopo di che mi sono incamminato serenamente verso il
Castello, attraversata la Porta della Piazza, sono andato dal mio parrucchiere
di un tempo che mi ha dato una sistemata e mi sono portato verso la Chiesa di
San Giacomo, ho salito la solita scaletta e poi è accaduto di tutto e di più per
come le foto trasmettono meglio delle parole.
Tanti i pensieri tutti orientati alla gioia dell'incontro e alla vita che va
avanti trasformando le persone e generando nuove speranze nei figli e negli
impegni esistenziali. Quelli che un tempo erano i giovanissimi della parrocchia,
adesso vivono chi a Livorno, chi a Roma, chi a Ginevra con i loro gioiosi
bambini e la voglia di incontrarsi e anche di incontrarmi. Anche in questo caso
non mi sono trattenuto molto, ma questo aiuta a capire che passano gli anni e
l'affetto si rigenera, comprendendone il senso nuovo in tutto ciò che di
bello oggi è davanti ai nostri occhi e non solo raccontandoci di ciò che era ed
abbiamo vissuto. E' proprio vero che la vita merita di essere vissuta in ogni
sua stagione nella diversità dei modi e delle situazioni. Necessariamente un
caro pensiero e tante preghiere per chi non è più in mezzo a noi. Poi
ripercorrendo le stradine e mi sono restituito all'oggi di Scalea. 28 Dicembre -
Oggi come Chiesa celebriamo la festa dei Santi Innocenti, che immediatamente,
per come narrano i Vangeli, ci riportano alla strage ordinata da Erode per i
bambini di Betlemme, nel vano desiderio di uccidere Gesù, il Messia appena nato.
Mediatamente, in questo desiderio di potere ad ogni costo, non possiamo che
leggere la sofferenza di tanti innocenti che ogni giorno vengono uccisi senza
motivo, come conseguenza di un sistema politico, come vittime della violenza, o
più semplicemente per un raptus domestico. Allora oggi vi invito a vivere
accanto alla lotta, per alcuni aspetti disperata, del popolo iraniano e
soprattutto delle donne contro lo strapotere religioso che vieta di vivere le
loro libertà. Ancora di più accanto alle donne afgane alle quali è stato tolto
ogni diritto di poter esercitare e valorizzare le loro intelligenze, anche in
questo caso contro un potere degli uomini che si avvale di un islam a proprio
uso e consumo. Per come facciamo da tempo vogliamo essere accanto al popolo
ucraino in questo strazio che sta accompagnando la loro identità nazionale e che
va infierendo soprattutto sugli strati più deboli della popolazione gi anziani e
i bambini, le prime vittime come sempre in ogni situazione di violenza sono le
donne. Non vogliamo trascurare le tante situazioni di sofferenza sociale in
Sudan, in Nigeria, in Eritrea afflitti da anni da guerre civili che non hanno
risonanza internazionale ma non per questo sono meno sanguinarie. Altri
innocenti vivono da anni nella precarietà e nelle tendopoli sono i siriaci, i
palestinesi, i curdi turchi, gli indios dell'Amazzonia e tante altre popolazioni
dell'America centrale e meridionale con le immense periferie urbane dove non
esiste altro diritto, se non quello del più forte. Tra i santi innocenti
vogliamo ricordare anche i bambini e le bambine vittime della sessualità,
utilizzati spesso dalle stesse famiglie, in tante parti del mondo, per
soddisfare i capricci dei ricchi. Che ciascuno possa trovare del tempo per
pregare anche per i santi innocenti delle nostre parti che certamente non
mancano, anche se la violenza che subiscono e meno eclatante e immediata da
leggere e sono i tanti sfruttati, i depressi, gli abbandonati da tutti. Poi ci
siamo noi, che incoraggiamo e testimoniamo la speranza che nasce dalla fede, per
cui coraggio e sempre con gioia nella preghiera, al servizio di tutti. 27 Dicembre -
Con l'arrivo del Santo Natale siamo invitati a vivere giorni più
orientati alla gioia della vita comune e aperti all'accoglienza dell'altro. Il
bacio del Bambino Gesù nella notte santa è un gesto antico che diventa
innovativo nella diversità delle emozioni che trasmette. Quest'anno possiamo
legarlo la ricerca di mete nuove da conseguire e di ricordi antichi da
rivisitare come parte del proprio vissuto odierno. Insomma c'è una grande voglia
di partire e di rivisitarsi negli atteggiamenti di maggiore spensieratezza e
gioiosità. Anche per la vita della parrocchia, cambia il ritmo degli impegni, i
ragazzi hanno comunicato in modo informale la loro volontà di interrompere le
attività formative e di vivere il Tempo di Natale in stile classico, per cui
saranno coinvolti con le attività oratoriali. Poi abbiamo tutta una serie di
incontri che ci apriranno alla gioia della condivisione e della ricerca di
comunione. Insomma, il Natale con tutto ciò che questo comporta nei nostri
ambienti è per tutti.
Ieri sera abbiamo vissuto un momento molto intenso di musica argentina con
Salvatore Cauteruccio, Roberto Musolino e Enzo Campagna
in concerto sulle musiche del maestro di flamenco Piazzolla. Tutto molto bello e
intenso, anche la partecipazione è stata caratterizzata da una piena
disponibilità all'ascolto di musiche che mi hanno fatto comprendere meglio Papa
Francesco, nella sua volontà di trasmettere in modo intenso i contenuti del suo
magistero, fatto di atteggiamenti impetuosi e di silenzi profondi, fatto anche
di pause riflessive e di momenti di entusiasmo. E' l'anima del flamenco che ci
comunica l'ansia di un cuore che ama e che avverte l'esigenza di ricevere amore,
tutto in modo armonioso e aperto alla perenne novità di nuove intensità da
vivere e da comunicare. Un altro pensiero riguarda i partecipanti, quasi tutti
scaleoti con i quali ho condiviso parte della mia vita, gli anni della crescita
e della spensieratezza, insomma gli abitanti del centro storico e limitrofi.
Anche oggi sarà molto intenso, però prima lo viviamo e poi vi comunichiamo, per
cui buona giornata a tutti. 24
dicembre - Questa mattina abbiamo terminato il cammino di Avvento per
comprendere e celebrare in modo sempre nuovo, il Natale del Signore, per cui ci
prepariamo, per come il Signore dona, a celebrare la Notte Santa della nascita
del Signore in mezzo a noi. E' un avvenimento che necessariamente va oltre ogni
tentativo di possederne una visuale univoca, è troppo oltre la nostra
comprensione per essere omologato, per cui necessariamente coinvolge e sfugge
ogni tentativo di impossessarsene. Ma allora in che modo celebrare questo
avvenimento così centrale ed esclusivo della salvezza universale dal punto di
vista cristiano. ritengo che al di la dei momenti liturgici che vanno curati e
vissuti con entusiasmo, senza eccessiva enfasi o narcisismi, ognuno deve imparare
a leggere il cuore cercando di cogliere in esso tutto ciò che può essere
emancipato in ordine al bene e alla gioia della vita comune. D'altra parte il
Signore abita i cuori ed è con il cuore che noi ne cogliamo la preziosità della
presenza in ciò che ci dona di sperimentare.
Allora ci rendiamo conto di poter dare gioia a chi non conosco, è questo diventa
un dono esclusivo che mi fa il Signore, perché io impari a guardarmi attorno con
più attenzione andando oltre ciò che più immediatamente mi lega negli affetti. O
ancora un momento estemporaneo di cooperazione a una attività, che prevede un
coinvolgimento dei familiari e anche un prolungato sostegno per mangiare senza
interrompere il servizio che viene chiesto di essere portato avanti. Poi abbiamo
in questa dedizione a 360° uno sguardo alla tante esigenze di fraternità che
vanno sempre oltre il cerchio ristretto degli amici e dei conoscenti. Insomma
per semplificare dobbiamo imparare a cercare il bambino Gesù elle tante grotte
disperse nel mondo e per quanto ci è possibile diventare i pastori, i magi nella
disponibilità al dono di sé generato dall'affetto verso le povertà che il
Signore ci chiede di contemplare come sua presenza in mezzo a noi.
Però non si può chiudere il mistero di questo avvenimento in nostre
disponibilità, per quanto preziose e insostituibili, semplicemente perché è il
Signore che ci chiede di contemplare e di conservare ciò che osserviamo anche se
non lo comprendiamo pienamente, ci chiede di andare sempre oltre ciò che gli
occhi riescono a cogliere, e questo fa di noi dei ricercatori della carità di
Dio da cogliere nelle mille situazioni che ciascuno di noi si trova a dover
vivere ogni giorno. Insomma per comprenderci meglio, quello che conta è non
essere distratti nelle tante situazioni della vita per evitare di guardare con
distrazione Dio che passa accanto a noi, ci chiede di essere attenti ala sua
voce e noi non sempre ce ne rendiamo conto. Può accadere, la nostra è una
società distratta, che ha bisogno di essere sollecitata e orientata, oltretutto
è molto cosificata per cui la dinamica spirituale non sempre viene colta nella
sua preziosità.
Insomma è il nostro tempo che il Signore venendo in mezzo a noi, ci chiede di
amare, perché Lui lo ama, con tutti i suoi limiti e le sue devianze. Ecco perché
non serve fare dello scandalismo se poi non ci si impegna rimuovere la devianza,
diventa materia da homepage tutto ciò che riteniamo deviante ma non viene
orientata al bene. Insomma si corre il rischio di fare dello scandalismo
gratuito. Comparando sarebbe come se i pastori, guardando la situazione di
povertà della grotte di Betlemme invece di essere solidali con questa emergenza,
e condividerla per come era loro possibile, si fossero fermati a commiserarla e
a memorizzarla, noi magari faremmo anche qualche foto. Auguri di Buon Natale
allora significa esserne parte, coinvolgersi in questa avventura, sentire che
può aiutarmi a maturare la comprensione positiva del bene e a generare
attraverso la mia disponibilità il bene.
Intanto buon appetito a tutti, questa è l'ora della cena, non dico del cenone
perché non ne avvertiamo certamente il bisogno, almeno io. Poi certamente ognuno
ha un modo diverso di prepararsi alla veglia della Notte Santa. Auguri sinceri
di ogni bene con le vostre famiglie, i figli che tornano dall'università e
avvertono l'esigenza di sentirsi coccolati nelle loro case con i propri
familiari. Auguri soprattutto nelle famiglie con situazioni di dolore da
affrontare con coraggio, questa notte sia vissuta comunque nella gioia. E' il
Signore che viene in mezzo a noi e non vuole abbandonare nessuno nel dolore,
nella solitudine o nella sofferenza. Il Signore deve donarci gioia e deve
alimentare in ciascuno di noi sentimenti di pace. Coraggio. 18
dicembre - Con l'arrivo della Luce della Pace di Betlemme, possiamo
dichiarare chiusi i preparativi, per cui non dobbiamo fare altro che immergerci
nella spiritualità del Natale con i suoi valori legati alla vita di fraternità,
alla gioia che deriva dalla certezza dell'amore di Dio, ma anche alle tante
emozioni determinate dagli incontri con coloro che rientrano nelle proprie
famiglie, alla condivisione serena della mensa e ancora tante e tante altre
emozioni legate alle attività goliardiche, caritative, agli stare più a lungo
con gli amici. Insomma che dire è il Presepe che si mette in movimento e si
anima, mettendo al centro i valori perenni che Gesù è venuto a donarci la gioia
della vita comune e la pace. Alla stazione tanti Scout, ma anche l'Oratorio,
tanti ragazzi e altre persone venute per accogliere e portare la luce della pace
nelle proprie case.
Anche il nostro Sindaco, ha
inteso rendere omaggio con la sua presenza a questo avvenimento accogliendo e
portando la luce della pace per la Città di Scalea. Intanto il Signore ha
chiamato a se la nostra sorella Maria Mandato di 99 anni, alla quale
proprio ieri avevo portato la gioia di condividere l'incontro con Gesù, le avevo
promesso di caricare la foto sul Sito, il suo volto è molto luminoso, per cui
eccola a voi. In realtà sono molte le cose accadute e le emozioni vissute
in questi giorni, basterebbe pensare alle tante celebrazioni e allo spettacolo
offerto dal Team dell'ACR diocesana per prepararsi al natale del Signore, alle
attività del Centro di Aggregazione Mons. Didona e della mensa San Giuseppe per
accogliere i meno fortunati. Ma tutto è nel cuore di Dio, questo è per
tutti noi motivo di conforto e di consolazione. 15
dicembre - Non posso che sottolineare un aspetto importante, anche se
ritengo non innovativo in assoluto, la gente vuole parlare di se stesso, della
propria vita, delle proprie difficoltà. Ma anche delle proprie esperienze di
gioia e della vita familiare, degli affetti familiari e relazionali, insomma si
avverte una esigenza di comunicare che troppo spesso è soffocata dall'intensità
della vita quotidiana. Il ritmo che in modi diversi soffoca l'anelito naturale
alla gioia della vita condivisa, stare insieme questo a lungo andare, in
molti, genera vuoto interiore e difficoltà relazionale, fino a degenerare in
opposizione gratuita e volontà distruttiva per se stessi e per gli altri. E' un
meccanismo che si vive e si può generare ad ogni età, l'ambiente che fa da
palliativo a questa dinamica di autocoscienza nella positività e negli
atteggiamenti reattivi è la dinamica della vita familiare. Al punto da poter
affermare che dagli atteggiamenti espressi si coglie il clima vissuto nella vita
familiare. Anche per questo è importante comprendere l'importanza di essere
missionari della stabilità familiare e dell'armonia che vi deve regnare, perché
tutti coloro che la vivono possano ricavarne serenità gioiosa per se stessi e
anche per gli altri. Oltretutto ne abbiamo tutti bisogno, la famiglia è
depositaria di questi doni: gioia della vita comune, affetto, solidarietà,
sacrificio ma sopratutto luogo di speranza per la costruzione del futuro. 14
dicembre - Abbiamo appena celebrato Santa Lucia, che rimane sempre
nel cuore di tanti fedeli e lo si avverta dalla partecipazione alla Santa Messa.
Cosa volente che vi dica, sono tante le iniziative che ci accompagnano in questo
periodo, per cui non si riesce a recuperare sempre le emozioni e i messaggi che
ci si sforza di trasmettere. Di certo meritano attenzione gli incontri di
Quartiere, che abbiamo ripreso dopo gli anni della pandemia. Quando si
ricomincia occorre vestire i panni dell'umiltà, della serie nulla è come prima,
per cui è opportuno comprendere che viviamo una situazione nuova, sia per il
modo in cui vanno organizzandosi con i delegati del quartiere e non più con le
aggregazioni, sia nell'impostazione legata alla vitalizzazione delle relazioni
comunitarie nel territorio. Detto questo tutto procede per come il Signore ci
dona con l'entusiasmo di chi accoglie, la volontà di esserci di chi partecipa e
anche la gioia del parroco che riprende a visitare la comunità negli ambienti di
vita quotidiana. Molti hanno bisogno di relazionalità, si avverte anche molta
solitudine soprattutto negli appartamenti isolati, non è facile dare calore a
chi vive da tempo nella solitudine.
Poi abbiamo le tante iniziative orientate alla sensibilizzazione e alla
animazione della crescita dei ragazzi, proposte dai Talent&Art, sono attività
che coinvolgono prima di tutto i giovani stessi nel cammino della loro crescita
personale e, come servizio, le altre realtà parrocchiali alle quali vengono
proposte. L'Avvento, oltre a incoraggiare l'attesa liturgica della nascita di
Gesù nel mistero del Natale, è anche il tempo delle tappe orientate a
scandire il tempo della crescita nella comprensione della fede e al
coinvolgimento delle famiglie nella proposta cristiana. Facile a dirsi,
molto complesso per l'elaborazione della proposta e per il tempo necessario non
sempre sufficiente ad elaborarla. A tutto questo, non male aggiungere la
situazione molto problematica di tanti nuclei familiari che necessariamente si
esprime bene nell'insofferenza dei figli nel vivere le relazioni e gli impegni
formativi. Della serie, noi ce la mettiamo tutta. Per il resto non possiamo fare
altro che pregare e sperare che il Signore apra e converta i cuori.
La vita liturgica della comunità è stata caratterizzata dalla gioiosità delle
Domeniche animate, nel canto dal Coro A. Manfredi, liturgicamente sempre in modo
diverso e da gruppi diversi, diciamo che ogni appuntamento è stato un messaggio
totalmente individuale legato al carisma dell'esperienza e questo ha reso ogni
Domenica unica e irripetibile. Questo ha espresso bene anche la vitalità della
parrocchia e le tante anime che la abitano, come anche la voglia di esserci con
la gioia di donarsi. Sul fronte della carità tutto procede con la generosità e
la creatività dei volontari, che in nulla si sottraggono alla gioia di vivere al
servizio degli altri. Oggi abbiamo crespelle per tutti, il Natale è alle porte
ed è importante farlo avvertire agli ospiti della Mensa e del Centro di
Aggregazione, anche nel modo di mangiare. Dovrei aggiungere anche le tante
iniziative e momenti di preghiera che caratterizzano questo tempo, magari
un'altra volta con calma. Intanto buona giornata e buon lavoro a tutti. 10
dicembre - Il cammino verso il Natale del Signore prosegue nella serenità e
con gioia, nella continua ricerca dei segni della presenza del Signore nella
vita di ogni giorno. Il che significa maggiore attenzione a coloro che il
Signore ci pone accanto, accoglienza verso tutti coloro che bussano alla nostra
porta, ricerca del bene per come ci è possibile, avendo la certezza che in
questo modo Dio si rende presente nella semplicità dei cuori che scoprono amati
e avvertono l'esigenza di amare nel Suo nome. Tra i segni che rendono
immediatamente presente la spiritualità di questi giorni certamente è da
privilegiare il Presepio, che caratterizza la l'attesa e nascita del Signore nei
nostri ambienti liturgici e profani. Con i giovani si punta direttamente
sull'albero che viene innalzato e ornato valorizzando la voglia di creatività e
la gioia di esserci.
Poi passiamo alla vita spirituale restituendo a questo poi la centralità di chi
si prepara a rubare la sena per come riesce e per come è possibile,nella nostra
società che è fatto di consumo e di relazioni strutturali. Come sempre al primo
posto viene la preghiera personale, quindi mettiamo le celebrazioni della
comunità parrocchiali, con particolare raccomandazione di privilegiare il tempo
della novena. L'attenzione ai poveri, agli ammalati e agli emarginati ritengo
sia entrata nella vita quotidiana della comunità, per cui chiedo solo di
continuare a perseguire con entusiasmo la gioia di vivere per come possiamo al
loro servizio. Poi abbiamo il tempo che va stabilizzandosi sul clima giusto per
raccomandare la vita comunitaria familiare e la gioia dello stare insieme.
Anche il clima generale degli incontri è abbastanza partecipato e attivo, la
gioia di cantare, la voglia di incontrarsi, unite alle tante preoccupazioni che
la vita ogni giorno propone di affrontare con coraggio sono l'humus ordinario
che caratterizza la voglia di vivere di questo periodo. Mi è sembrato anche di
notare degli innamoramenti tra i nostri adolescenti, d'altra parte si esce dalla
famiglie e ci si guarda attorno alla ricerca di nuovi affetti complementari alla
crescita, per noi educatori tutto normale per i genitori qualche preoccupazione
in più. Non posso non segnalare la comunicazione del nostro nuovo Vescovo fatta
in Cattedrale alcuni minuti fa, il Signore ha scelto per noi e ci ha donato come
Pastore Mons. Stefano REGA della Diocesi di Aversa. Giovanissimo Vescovo di 54
anni, non possiamo che pregare in attesa della sua Ordinazione e del suo
ingresso in Diocesi.
Intanto il Signore dona acqua abbondante dal cielo per irrorare la terra e i
suoi frutti, tutto ciò che è da Dio è dono dal cielo, per cui dobbiamo imparare
a leggere il dono poiché raramente può essere colto nella sua interezza
leggendolo in chiave orizzontale. Ogni dono del cielo è prima di tutto
spirituale, recita l'Apostolo Paolo, di certo dobbiamo riabituarci alla
comprensione di questo valore non sempre presentato con enfasi nel nostro tempo,
ma è il dono che incoraggia a leggere anche gli avvenimenti negativi in modo più
complesso e soprattutto orientati alla dinamica eterna per rischiarare di luce
sempre nuova. 3
dicembre - Tutto è iniziato secondo il copione invernale, perfino una
inattesa nevicata sulle cime delle montagne che fanno da corona all'Alto
Tirreno, insomma il clima giusto per accendere i caminetti e restare un po' di
più accoccolati le persone care, nelle proprie famiglie. D'altra parte, è
ampiamente risaputo che il Santo Natale si caratterizza per il ritorno delle
persone che abitano lontano e che, in occasione di queste ricorrenze, possono
restare insieme con i propri cari. Devo ammettere che avete ragione, forse con i
pensieri sono un po' troppo avanti e corro il rischio di scavalcare al bellezza
del clima liturgico dell'Avvento. Della gioiosità dell'Avvento ho già parlato,
per cui non posso fare altro che percorrerlo insieme con voi, incoraggiati dalla
presenza e dall'animazione dei ragazzi dell'Iniziazione Cristiana.
Dopo gli anni della pandemia sembra che quest'anno tutto scivoli con particolare
naturalezza, nella bellezza che i sorrisi dei ragazzi incoraggiano tutti
noi a vivere con entusiasmo la gioiosità della loro età e la voglia di
comprenderli parte della nostra vita. E' un dono che ci viene fatto da Gesù e
che loro sembrano accettare con entusiasmo, vederli insieme per giocare,
cantare, ballare, pregare, guardarli negli occhi per attingere alla purezza dei
loro sguardi è un dono che ci viene fatto e che non riusciremo mai a ricambiare
se non, parlando in stile sinodale, accogliendoli, ascoltandoli non
appesantendoli troppo con i nostri problemi e i nostri progetti formativi. Loro
sono il nostro futuro ed è bello percorrere la gioia della loro presenza per il
tempo che riescono a donarci.
Nel tardo pomeriggio e in serata, con il Reparto Scout, ho avuto la possibilità
di ritornare in quel di Verbicaro, come sempre è il pellegrinaggio dei tanti
ricordi degli inizi del ministero sacerdotale, per cui sono salito in preghiera
e nei tanti ricordi spunti sempre nuovi per affidare al Signore persone che si
sono accompagnate per anni al mio servizio sacerdotale in quella comunità. Poi
momenti di gioia semplice e autentica con la compagnia teatrale Bianca Luna e
rientro in tempo utile, l'età sconsiglia i tempi lunghi per cui con serenità ho
ripreso il mio cammino, nel frattempo ha smesso la piaggia insistente che mi
aveva accompagnato nella prima parte della serata. Adesso ci apriamo al
dono della Domenica, che sarà caratterizzato dall'animazione dei ragazzi
dell'Eucaristia. 27
novembre - Andiamo a cominciare questo nuovo anno liturgico che il Signore
ci dona, con il tempo di Avvento. E' un periodo che ci apre alla
comprensione gioiosa della nascita di Gesù Bambino in mezzo a noi.
E' vero non sempre questo è al centro dei nostri pensieri, la vita dona ciascuno
tante preoccupazioni e impegni ai quali dedicare i pensieri e il tempo, però
ritengo di poter affermare che tutto quanto la Chiesa propone ed è vissuto con
tutti i limiti in ogni Parrocchia, è orientato ed animato dalla gioia
dell'incontro in Gesù e con Gesù. Non sempre abbiamo la capacità di rifletterlo,
nel senso che viene vissuto passivamente però è proprio così, Gesù Abita la
nostra vita ogni giorno e la anima con la speranza per la quale egli è nato in
mezzo a noi. Ecco perché la vita della comunità deve essere colta sempre come
una esperienza di festa autentica, semplicemente perché non viviamo e
condividiamo cose che ci appartengono, ma trasmettiamo in modo attivo o
passivo, cose che ci sono donate ed è per questo che avvertiamo l'urgenza di
donarle a nostra volta, anche a fratelli e sorelle che non conosciamo e che il
Signore ci pone accanto.
Noi non li conosciamo ma li conosce Lui, ed è per questo che la nostra
disponibilità gratuita suscita una gioia interiore che nessuno può spiegare se
non balbettando qualcosa di inenarrabile, per cui spesso ci si ferma alle
impressioni e alle cose organizzate, mentre la radice di tutto, la motivazione
profonda resta sommersa nei cuori. Tutto ciò che il Signore ci dona di vivere
come sua presenza, deve alimentare in noi, con tutti i limiti che spesso
appesantiscono la vita, la gioia di esserci e di corrispondere al Suo amore. Il
tempo di avvento diventa perciò propedeutico a questo dono di amore che è la
nascita di Gesù bambino, tante volte ne abbiamo cantato o recitato canzoni e
poesie, ma soprattutto abbiamo aperto il nostro cuore alla comprensione
dell'avvenimento e allo stupore per la semplicità nel quale è andato
realizzandosi e che ancora si realizza nella nostra vita di ogni giorno.
In ogni celebrazione, in ogni incontro o festa di anniversario o compleanno, o
ancora nelle tappe sacramentali, oserei dire anche nei momenti di dolore siamo
invitati ad entrare in questo mondo fantastico, nel quale Dio è il protagonista
assoluto. Essendo Lui il Creatore di ogni cosa, utilizza tutte le cose
create per farle convergerle verso questo avvenimento, non con la grandiosità ma
nella dinamica della semplicità. Certamente non mancano gli elementi
spettacolari, la stella, i magi, il coro degli angeli mi insegnate che ogni
ambiente fantastico ha bisogno di una sua coreografia per un maggiore
coinvolgimento dei destinatari, ma alla fine ogni cosa converge e orienta
l'attenzione verso la semplicità della mangiatoia e della Fanciulla di Nazareth
che dona la vita a Gesù che, per come annunciavano da secoli i profeti, è
il Dio con noi. Allora non posso fare altro che augurarvi un buon cammino di
Avvento e che il Signore benedica sempre tutti voi e le vostre famiglie,
donandovi la Sua gioia. 26
novembre - Con la Santa Messa di questa mattina, abbiamo completato il
cammino dell'anno liturgico in corso e ci prepariamo a intraprendere il nuovo
anno liturgico pastorale con le liturgie di Avvento. Detto così, sembra tutto
scontato, lineare in realtà è stato un anno molto intenso e anche caratterizzato
dalla solitudine dettata dal fenomeno della pandemia, dal dramma delle tante
guerre che si accompagnano al nostro tempo e in particolare, a noi più vicino
quello degli ucraini, arrivati e accolti dalla comunità con grande gioia e
disponibilità. Ma quello che più immediatamente segna la vita della comunità è
l'assenza dei tanti che il Signore ha chiamato a sé e in particolare la violenza
subita da Ilaria e la piena partecipazione alla Croce di Cristo di Valentina, mi
piace aggiungere anche Dely che in modo diverso è entrata nella mia vita di
parroco.
Tutti nel prosieguo delle tante celebrazioni, durante l'anno, si rendono
presenti con la loro vita intensa e generosamente dedicata alla propria
famiglia, ma ritengo che Ilaria e Valentina mi accompagneranno per la dedizione
con la quale hanno inteso essere al servizio della comunità e per la gioia con
la quale si sono sempre resi presenti. Dely è un modello di ascolto e di
gioiosità delle emozioni da vivere in silenzio e guardandosi negli occhi.
Ritengo sia inutile ricordare sempre che per me continuano d essere compagne
preziose di ascolto, di gioia e di dedizione anche se vivono tutto questo in
modo diverso, ma restano come presenza di stabilità per la vita spirituale della
parrocchia e del parroco.
Poi abbiamo i tantissimi e inenarrabili momenti di festa, vissuti soprattutto
con i ragazzi e i giovani. E' stato anche l'anno della ripresa delle attività in
presenza, per cui anche se gradualmente molte cose vanno restituendosi
all'entusiasmo di sempre. Insomma il Signore non manca di donare gioia a coloro
che vogliono condividerla. E' un tema fragile e delicato, ma ritengo che il
Signore non manchi di donare affetto in pienezza, potrei dire in eccesso, a
coloro che si donano con il cuore aprendosi all'accoglienza di tutti. Per il
resto ci affidiamo alla Vergine Immacolata che apre alla speranza del Natale,
per il dono del suo figlio Gesù fratello di tutti noi, e in Lui nel mistero
della Croce redentiva tutti figli della fanciulla di Nazareth.
Insomma riprendiamo, o continuiamo il cammino, per come ciascuno riesce a
comprendersi, in questo mistero di amore che abita i nostri cuori fin dalla
nostra rinascita battesimale, sempre accompagnati dagli affetti più cari che ci
hanno sostenuto e aiutato per arrivare ad oggi. Come sempre il cammino non è
facile, ma certamente lo vivremo con l'entusiasmo di chi ha ancora tanto da
scoprire e tanto da donare. Soprattutto con la coscienza di non avere nulla da
conservare per noi, siamo il dono di Dio per gli altri e vogliamo vivere con
entusiasmo fino in fondo. Oggi è un giorno decisamente invernale, che dire il
natale comincia a farsi sentire e noi riteniamo di poterlo vivere pienamente.
24
novembre - Giornata di sole che genera armonia nei cuori, soprattutto nelle
casalinghe che devono stendere al biancheria, dopo aver vissuto alcuni
giorni di benedizione dal cielo. Abbiamo insomma finalmente goduto di un
preambolo invernale, dopo la lunga fase soleggiata, la campagna soffre ed ha
urgente bisogno di acqua. Per cui, benedetto il Signore che viene incontro ai
suoi figli. Anche io io non posso che elevare ringraziamenti per il sollievo che
si accompagna alle tante iniziative dei campi dei parrocchiani, l'autunno deve
essere piovoso altrimenti tutto si inaridisce. Per il resto sosteniamo con la
preghiera le tante sofferenza che abitano i cuori e le menti dei nostri figli,
preghiamo per le anime del purgatorio, accogliamo i più abbandonati nella Mensa
e nel Centro di Aggregazione, i ragazzi disagiati nel Gruppo Celine, i tanti che
chiedono di essere aiutati nel Centro di Ascolto Dely Caputo, e tutti gli altri
con la preghiera personale e comunitaria.
Se vogliamo la vita del parroco si spende nel sostenere l'armonia della vita
familiare, la prima cellula della vita di comunità, quando la famiglia vive
nella pace tutta la comunità è in pace. Certamente quando diciamo famiglia,
ritengo si debba necessariamente mettere da parte le idee con le quali siamo
cresciuti e che abitano ancora la nostalgia delle nostre menti. Oggi si deve
leggere come un gruppo articolato di persone che condividono gli stessi spazi,
raramente gli stessi obbiettivi, dove ognuno è particolarmente impegnato in
interessi propri che occasionalmente li fa incontrare in determinati momenti
della giornata, per il resto ognuno ha la sua vita e raramente trova del tempo
per interagire affettuosamente nella premura di sostenere l'altro.
La nostra è una società, sia dal punto di vista lavorativo che da quello
didattico e ludico, che assorbe molto del tempo che una volta era destinato alla
condivisione e alla crescita della vita di comunione familiare. Anche per questo
è importante non vivere da nostalgici, ma cercarci nel bene che comunque ogni
famiglia cerca di vivere e di trasmettere ai propri figli e alla comunità,
spesso con grandi sacrifici che portano anche all'annullamento di se stessi, di
tante proprie ambizioni. Abbiamo di fronte a ogni giornata che il Signore ci
dona di vivere, come una frenesia esistenziale nella quale tutti siamo immersi,
alcune volte si prova ad emergere, ma normalmente vi si naviga passivamente per
come viene chiesto da un modo di vivere collettivo che ritengo nessuno riesca ad
analizzare in modo puntuale. La caratteristica dominante ruota nei diversi modi
attorno al denaro. Ma la modalità è totalmente diversificata da persona a
persona. dai più piccoli ai più grandi.
Insomma coraggio, anche ogni il Signore ci dona di condividere un momento di
lotta, allora facciamolo con l'energia necessaria e lasciaci cullare anche dalla
bellezza che ci circonda e ci dona armonia e pace interiore. Auguri di una
bellissima giornata da vivere nella propria famiglia a tutti. Intanto il sole
continua a rischiarare in modo gioioso ciò che ci circonda e restituisce
luminosità ai colori che animano i nostri giardini. Coraggio, anche oggi la vita
risplende e trionfa attorno a noi e dentro di noi. 21
novembre - Una Domenica molto intensa vissuta sui diversi fronti degli
impegni pastorali comunque importanti da vivere e da animare. Molto intensa e
coinvolgente, potrei aggiungere emozionate, la celebrazione animata dai
Catechisti. Ho voluto cominciare con gli auguri per i 15 anni ad Ai Vy, un vero
mistero della gioia orientale, che il Signore ha trapiantato come un dono di
amore nella vita della nostra comunità. Poi il ricordo delle catechiste Ilaria e
Valentina che conservo nel mio cuore sempre, ma che ogni tanto è opportuno
rendere presenti nella comunità che hanno sempre servito con la gioia e la
dedizione del cuore. Infine ma vero cuore di questa Domenica, la presenza corale
dei Catechisti, che donano tanta serenità e affetto al servizio del parroco
nella trasmissione della fede alle nuove generazioni. A me sembra che anche tra
loro vada maturando una comprensione più intesa della preziosità del loro
servizio. Tutto è dono di Dio, per noi dobbiamo sempre e solo ringraziare il
Signore.
Poi partenza per Roggiano Gravina, in realtà per la contrada Pianette, per il
servizio diocesano alla Zona Scout. Viaggio sotto il temporale, insomma ogni
tanto ho dei pensieri legati alla stanchezza, ma cerco di rigettarli così
proseguo nel mio impegno. D'altra parte viviamo al servizio degli altri e il
Signore ci deve dare la forza, soprattutto quando noi corriamo il rischio di non
averla. Tutto molto bello, clima relazionale gioioso e sereno, insomma tutto
molto significativo per la crescita della comunità Scout. Nel frattempo in
parrocchia i Talent&Art hanno progettato le attività oratoriali per il periodo
del Santo Natale e festeggiato Ai Vy. Altra nota positiva, poiché era avanzato
molto cibo ne ho caricato per distribuirlo alla Mensa San Giuseppe per il pranzo
di domani. Nel frattempo il clima si è rasserenato per cui il rientro è stato
vissuto con più serenità in compagnia di Bruno.
Contemporaneamente alla SS. Trinità si è svolto l'incontro di programmazione del
Sinodo, per la nostra Unità Pastorale, iniziato con una rilettura di quanto già
vissuto e guardando al futuro, cercano energie che sembra non riescano ad
emergere pienamente. Ma alcune volte le cose più belle si compiono con
situazioni di precarietà istituzionali. Come potete capire non corriamo mai il
rischio di annoiarci. Oggi abbiamo una giornata soleggiata, per cui tutto
necessariamente è più bello e merita di essere affrontato con l'entusiasmo di
chi vive e dona la benedizione del Signore. Proprio a Lui affidiamo le pene di
tanti della comunità, che si trovano ad affrontare le emergenze per se stessi e
per i propri cari. Il Signore è la nostra forza ed è la nostra pace. Coraggio 15
novembre - Come sembrano lontani i giorni della memoria dei nostri cari, con
il nostro silenzioso pellegrinaggio alle tombe e l'immersione nei ricordi.
Adesso ci si immerge negli impegni pastorali, liturgici, caritativi e non sempre
si riesce a respirare in modo più ampio, ma no per questo è meno bello, bisogna
solo cercare energie sempre nuove. Quando non si riescono a trovare ci si siede
e si scrive per come faccio io adesso. Buon giorno a tutti, spero che il Signore
vi abbia donato una buona notte di riposo accanto ai vostri cari e adesso vi
prepariate la gioia della colazione, ma in fretta perché gli impegni attendono
anche il vostro dinamismo, non solo il mio. Auguro a tutti una giornata piena di
gioia e di soddisfazioni. E' una bella giornata perciò coraggio, si
riparte. 12
novembre - Sono giorni di intensa serenità pastorale, che ruotano attorno
alla giornata mondiale dei poveri, avendo la certezza che questa attenzione ci
permette di vivere l'incontro con Cristo in pienezza e grazia. Gesù ci ha
insegnato a donare la nostra vita per gli altri, per cui in queste occasioni ci
rendiamo conto di quanta falsità abita la nostra società, che cerca di educarci
a mettere sempre al centro se stesso e non gli altri. La vita di fede serve
anche a questo, metterci in discussione cogliendo la bellezza di riuscire ad
andare oltre se stessi e i propri desideri, non sentirsi mai appagati per i
traguardi raggiunti, vivere sempre con l'anelito di diventare altro
immergendoci in coloro che sono altri da noi stessi. Abbiamo anche un piccolo
accenno di pioggerellina, a me sembra nulla di particolarmente impegnativo, però
godiamo lo stesso di questa umidificazione della terra che certamente farà tanto
bene alla campagna.
Dobbiamo sempre cogliere e trasmettere la bellezza e la gioia di essere
protagonisti della propria vita, è un protagonismo che affonda la sua intensità
nella gioia di vivere cogliendo l'amore in ogni altro fratello o sorella che il
Signore ci ha posto accanto. Questo educarsi alla ricerca della presenza del
Signore nell'altro, ci permette di cogliere in ogni altro la bontà della
presenza di Dio, incoraggiandoci a rimuovere tutto ciò che potrebbe essere di
ostacolo a dare fiducia agli altri compagni di viaggio. Alcune volte
sembra una operazione difficile da compiere, al punto che degli altri
generalmente mettiamo in risalto quasi totalmente le azioni cattive vero o falso
che sia. Le cose cambiano dopo il ritorno alla Casa del Padre, ad un tratto
tutti diventano angelici e meritevoli di essere ricordati e compianti come
preziosi e insostituibili compagni di viaggio.
Questa settimana si raccolgono alimenti per coloro che chiedono, ma quest'anno
soprattutto per la mensa, anche perché nell'ultima distribuzioni, per la troppa
generosità e per l'affluenza dei bisognosi, siamo rimasti praticamente
all'asciutto. Come sempre la gente è molto generosa, m come recita il Signore il
numero dei poveri è infiniti e si accompagna ogni giorno alla nostra vita. Per
cui prudenza, questo ci permette di vivere la temperanza insostituibile del
dare, senza timore di restare senza niente. Dobbiamo sempre ricordare che il
numero delle famiglie che chiede di essere aiutato va aumentando, semplicemente
perché aumenta il costo della vita, al di là fatto che caratterizza Scalea un
numeroso flusso di extracomunitari, praticamente bisogno si ogni cosa. Noi ci
proviamo, il Signore deve aiutarci, ma non è facile venire incontro alla
richiesta di tutti. 8
novembre - Il Signore ci dona di iniziare con serenità una giornata che si
presenta mite e armoniosa. I colori sono quelli tenui dell'autunno e anche il
clima si presenta temperato, da vivere in libertà ma con prudenza. Insomma una
giornata da vivere con entusiasmo giovanile, ma senza eccedere nell'intensità.
Insomma che sia una buona giornata per tutti ovunque voi siate a vivere le
vostre emozioni esistenziali. Intanto le rose continuano a donarci la loro
bellissima e delicata fioritura. Una novità assoluta è la nascita delle banane
accanto alla mangiatoia permanente della parrocchia, è la prima volta che la
pianta genera i suoi frutti. Ogni cosa esige il suo tempo per esprimere
pienamente se stessa. Poi ci sarebbe il grande libro dei pensieri legati alla
sofferenza e ai volti pensosi, ma è un capitolo che preferisco tenere per me
almeno per un po' di tempo. Si ho capito, volente delle immagini, perché le
parole non esprimono pienamente ciò che scrivo, allora datemi il tempo che le
carico.
Intanto ho anche fatto un giro corroborante in bici, per riprendere a pedalare
sono caduto due volte ma ne è valsa la pena, è una occasione innovativa per
percorrere la parrocchia e salutare gli operai della prima ora. Immagine del
Centro di Aggregazione Mons. Didona con alcuni ospiti, che si intrattengono in
modo attivo con gli animatori, in attesa del pranzo. Poi abbiamo una immagine
della nascita delle banane, ancora piccoline ma faranno strada nella crescita,
così San Giuseppe avrà sottomano, il cibo con cui nutrire la Sacra Famiglia a
lui affidata e quindi anche me. Poi il Centro di Ascolto per la prima
accoglienza e l'ascolto delle tante persone che hanno bisogno di trovare un
momento di confronto e di speranza, è un momento importante che apre alla gioia
di guardarsi negli occhi e alcune volte anche per aprire il cuore.
Poi abbiamo un momento di festa semplice per il compimento degli anni di
Giovanni, come vedete di anni ne sono passati per tutti, a parte Don Francesco
che permette, con la sua presenza, di riequilibrare il gioco dell'età e quindi
anche la voglia di vivere e di sorridere alla vita, tutti gli altri,
ringraziando Dio siamo parte della grande famiglia INPS. L'eterna passione per
gioco che accompagna la famiglia degli scout in ogni attività con la voglia di
esserci e di farsi sentire. Poi abbiamo avuto la giornata in parrocchia con I
Talent&Art, alla continua scoperta e valorizzazione del loro ruolo
insostituibile nella vita e nella parrocchia. E' la fase della crescita più
fragile e della impostazione valoriale della vita, per cui lo sforzo deve essere
sempre quello dell'attenzione alle loro sensibilità ma anche a comprendere
l'importanza di rispettare i valori. Non è sempre facile trasmettere il dono
della fede per come noi lo viviamo, ma ritengo che Gesù sia contento di vederli,
nella diversità dei modi, comunque presenti nella vita di comunità, ed è questo
l'importante.
Domenica abbiamo anche parlato alla comunità dell'importanza di maggiore impegno
nel sostenere i sacerdoti della Chiesa Cattolica. Non è certamente un tema
facile da affrontare anche perché i luoghi comuni sono poco favorevoli a questa
azione di sostegno, fin da bambini ritengo che ciascuno di noi abbia avuto modo
di sentire: beati i preti che non hanno pensieri e che la Chiesa
naviga nella ricchezza. Per non parlare della formazione didattica molto
incentrata sugli aspetti negativi della presenza ecclesiale nella vita della
società e nella storia dell'umanità. Per cui comunicare un bisogno impellente a
chi si ritiene comunemente che stia bene... aggiungete voi. Ma la Chiesa
ci chiede di essere più incisivi e presenti nell'impegno di sostegno del Clero,
per cui ci è stato chiesto e lo abbiamo fatto, i risultati dobbiamo attenderli,
poi vi faccio sapere dopo il raccolto che esigerà un po' di tempo.
Contemporaneamente ci
godiamo l'abbraccio sereno e affettuoso di Andrea. Chiudendo posso dire
così, grazie Andrea anche perché non sono stato capace di dirglielo per
l'emozione di quei brevi momenti, sono queste le gioie semplici e immediate che
il Signore dona ai suoi servi inutili nelle difficoltà che ogni giorno
siamo chiamati ad affrontare e sostenere con il dono della fede. Intanto
cominciamo a tracciare le linee della gioia che si è accompagnato e continua ad
animare la vita della
comunità. Quante persone negli hanno contribuito e continuano a sostenere la
vitalità della parrocchia? Tanti volti, tanti sorrisi, tante energie trasmesse
attraverso il proprio impegno e la propria disponibilità comunica la gioia
di stare insieme nel Signore. E' vero tutto è inennarabile pienamente, perché si
tratta di emozioni molto personali e difficili da esprimere, però alcune volte
l'arte pittorica sopperisce in modo qualificante alla mancanza di parole
adeguate. Come sempre ci si prova, vedremo insieme come l'entusiasmo per la vita
comune, personalizzerà l'atrio della nostra parrocchia. 2
novembre - Questa non è farina del mio sacco, ma poiché era nel sacco della
parrocchia la carico volentieri:
Vale....Vale
parlare di te non è facile, perché sei tanto....sei mille cose....e in tutti
questi anni e abbiamo imparato a conoscerci, ad accoglierci, a volerci bene
nelle nostre diverse sfaccettature....se dovessimo definirti, potremmo usare un
termine ben preciso....ATTENZIONE....sì perché tu sei sempre stata attenta a
tutti...a tutto....alle emozioni, agli sguardi, alle fragilità, alle gioie di
chi ti camminava accanto.
Facendoti carico delle
preoccupazioni altrui, ti sei sempre donata senza misura…non hai mai nascosto le
tue fragilità, le tue paure, la tua voglia di non deludere mai nessuno, la tua
testardaggine e il tuo voler fare sempre la cosa giusta....
Abbiamo riso, pianto,
condiviso la nostra crescita, quella delle nostre famiglie, quella della
comunità. La tua collaborazione è stata un dono per tutti, perché attraverso la
spontaneità mista alla timidezza arrivavi con grande dolcezza e simpatia
rendendo sempre tutto unico e speciale. Ma ciò che ci ha unito ancora di più in
questi anni è stata la malattia, la quotidianità che ci portava ogni giorno a
condividere, a piangere, a sperare, a cercare di affrontare. Non sempre siamo
stati capaci di starti accanto, ma credici abbiamo vissuto ogni attimo con la
speranza, cercando di spronarti e ad avere forza.
Dicevi di non averne, di non
farcela e invece hai dato una lezione a tutti, combattendo e affrontando il
dolore di cui tanto avevi paura...la malattia non ha spento la tua caparbietà e
la tua attenzione...
A noi tutti resta un gran
vuoto, ma anche la speranza e la consapevolezza che sei con Gesù nella pace da
te tanto desiderata…a noi resta il tuo esempio e l’amore di cui ci hai
riempito...e sappiamo che continui a essere accanto a noi, nelle nostre risate,
nei nostri pianti, nei sorrisi dei tuoi figli, nello sguardo di Roberto, in ogni
persona che ti ha amata profondamente.
Noi salutiamo il tuo corpo,
ma il tuo spirito resta con noi. Lassù è tutto ordinato, ma conoscendoti siamo
sicuri che stai già mettendo altro ordine e lucidando sul lucido… Vale, tu
splenderai sempre nei nostri cuori…è stato bello conoscerti…Ti vogliamo BENE!
La nostra sorella Valentina PERRI, ha vissuto
lungamente l'abbraccio alla Croce di Cristo, questa notte il
Signore ha inteso interrompere la sua sofferenza chiamandola a
se.
Sempre entusiasta e partecipa della vita della comunità
parrocchiale, ha sempre caratterizzato ogni cosa con il suo
sorriso e la sua voglia di vivere. Sempre partecipe soprattutto
nella formazione dei ragazzi, in modo velato ma emotivamente
intenso, finché il male non ha condizionato fortemente la sua
autonomia.
Molto legata alla famiglia, al marito Roberto soprattutto ai
figli Michele e Serena che, come mamma affettuosa, ha accudito e
aiutato nel cammino della crescita con totale dedizione. in questi ultimi anni, seganti della prova fisica, la famiglia
si è stretta alla sua sofferenza sostenendola con la preghiera,
con l'affetto e con la gioia di averla presente in casa,
sofferente ma sempre con il sorriso, sofferente ma contenta di
esserci per dare conforto e voglia di andare avanti con forza. 1
novembre - Quest'anno la ricorrenza della solennità di Tutti i Santi si
apre, umanamente parlando, in modo doloroso per il ritorno della nostra sorella
Valentina alla Casa del Padre. Ha vissuto lungamente l'abbraccio alla Croce di
Cristo, questa notte il Signore ha inteso interrompere la sua sofferenza
chiamandola a se. Sempre entusiasta e partecipa della vita della comunità in
tante sue forme e iniziativa, ha sempre caratterizzato ogni cosa con il suo
sorriso e la sua voglia di vivere. Sempre partecipe soprattutto nella formazione
dei ragazzi, finché il male non ha condizionato fortemente la sua autonomia, in
modo velato ma emotivamente intenso.
Molto legata alla famiglia, soprattutto ai figli che, come mamma affettuosa, ha
accudito e aiutato nel cammino della crescita con totale dedizione, in questi
ultimi anni della prova fisica si è stretta in modo geloso alla sua sofferenza
sostenendola con la preghiera, con l'affetto e con la gioia di averla presente
in casa, sofferente ma sempre con il sorriso, sofferente ma contenta di esserci
per dare conforto e voglia di andare avanti con forza. Come sempre adesso inizia
la prova più grande per i suoi cari, sostenuti dal conforto della fede e dal
calore degli amici. Per lei, certamente il Signore che ha accompagnato la sua
sofferenza l'accoglie nella Sua pace, perché possa continuare ad assistere i
suoi cari con la gioiosità dei ricordi e della sua attenzione premurosa dal
cielo.
D'altra parte oggi è la festa di coloro che appartengono al Signore, Gesù con la
Sua morte e resurrezione ci ha donato questa speranza infinita, per cui dobbiamo
continuare a sentirla affettuosamente accanto a noi, avendo la certezza che la
sua presenza non verrà mai meno nel cammino della comunità, che ha tanto amato e
servito. Il Signore è la nostra pace e deve sostenerci con la pace, coraggio. 29
ottobre - Continua imperterrito il clima primaverile, con quel che ne
consegue in preoccupazione per la campagna, per le riserve di acqua. D'altra
parte c'è la positività della vita comune, che viene sempre agevolata dalla
bellezza di una giornata luminosa e splendente nei mille colori autunnali che
comunque caratterizzano questo periodo. Però nei pensieri passivi prevale la
preoccupazione, che non annulla tutto il resto ma lascia sperare sempre nella
necessità della pioggia. Per il resto tutto procede in modo sereno e armonico,
per rendere presente al gloria di Dio. Gradualmente andiamo a compattare le
varie esperienze anche se si procede lentamente sulla via della
evangelizzazione, nel senso di riuscire a vivere la proposta in modo più
dinamico e ad extra, questa difficoltà è vissuta soprattutto con gli adulti.
Il Signore deve donarci più amore verso coloro che non vivono la dinamica
comunitaria al punto da avvertire l'esigenza di sentirsi comunque parte della
vita comunitaria. Qualche difficoltà va emergendo nella vita di carità della
parrocchia che rappresenta uno dei poli di aggregazione occasionale,
probabilmente dobbiamo rientrare nella dinamica più rigorosamente caritativa,
fare un passo indietro nel servizio sociale di cui comunque il territorio ha
tanta necessità. Si cerca di capire, si prega, ci si confronta e si decide. Come
dicevo altre volte non possiamo sopperire in tutto alle povertà che dovrebbe
sostenere e gestire l'amministrazione, altrimenti si corre il rischio di
essere cercati non più per incontrare Gesù ma per altre finalità, comunque
impellenti ma ognuno deve incarnare la propria missione. Intanto ci godiamo
questo fine settimana molto intenso di inziative pastorali e spero anche molto
bello di relazioni di fraternità. 25
ottobre - Dobbiamo anche mettere in conto, che nella vita di comunità e in
quella familiare, i problemi non mancano per nessuno. E' vero non ne parlo molto
ma solo per non intristire eccessivamente la vita di chi legge. Però posso
affermare con serenità che la vita personale è sempre appesantita da molte
difficoltà spesso di natura economica, oppure affettiva, o più semplicemente
relazionale, o peggio ancora con afflizioni legati alla sofferenza, alla
solitudine o ancora al senso di abbandono vero o fittizio che sia, le realtà non
sono meno gravi. Altre volte la situazione viene appesantita con le tradizioni
di presunti sortilegi, o di incantesimi legati al malocchio. Diciamo che alcuni
sacerdoti con la presunzione di fare gli esorcisti ne accentuano la creduloneria.
In realtà, il più delle volte manca la vita spirituale e il ritmo della
preghiera che è la vera medicina in ogni dinamica di instabilità psicologica, la
vera radice di molti malesseri della mente e del cuore. Anche in questo è più
facile fare le analisi che trovare i rimedi, semplicemente perché si dovrebbe
dedicare più tempo all'accoglienza e all'ascolto degli altri. Insomma anche in
questi casi è importante leggersi nella disponibilità a selezionare gli impegni
per capire a cosa è importante dedicare il proprio tempo che raramente è
sufficiente per venire incontro alle esigenze dei fedeli che comunque cercano e
vorrebbero trovare conforto e serenità nel Signore.
La vita del parroco viene sollecitata dalle situazioni più emblematiche e non
sempre si riesce a vivere la dedizione necessaria per sostenere e incoraggiare
coloro che guardano con fiducia alla parrocchia. Anche in questi casi non è
facile mandare via, anche se la fila di coloro che vogliono essere ascoltati e
aiutati va allungandosi sempre di più. Oltretutto non sempre le varie
istituzioni sostengono con costanza le tante emergenze della mente e del cuore
che chiedono accoglienza. Che dire, si fa quel che si può. Ma certamente non
basta. Allora si integra con la preghiera. Ma non basta. E' sempre così, anche
la vita non basta, ma ci si deve accontentare di quello che ci viene donato di
vivere. Allora diciamo insieme: grazie Signore. 23 ottobre -
Nel frattempo sono trascorsi alcuni giorni, ma i ricordi sono ancora vivi, per
cui restiamo fermi ai pensieri di Domenica. Come ben sapete ogni Domenica è
preceduta dal Sabato, per cui necessariamente alle celebrazioni ci si arriva con
la formazione catechistica. Per la Confermazione tutto questo si chiama
educazione alla vita di carità, che è il dono più grande e significativo dello
Spirito, di cui tutti siamo ripieni ma che non sempre viene valorizzato con
naturalezza. Allora ecco il perché di alcune immagini della distribuzione
gratuita del materiale didattico, dono alla Caritas della cartolibreria Latella
e gestita dai ragazzi della Confermazione. Distribuito quasi tutto, dobbiamo
sempre comprendere e aiutare a capire che i bisogni sono sempre tanti anche se
non tutti li conoscono. Abbiamo poi una educazione alla conoscenza degli spazi
Mensa San Giuseppe e come accade con sempre maggiore naturalezza il relax nel
cortile, in questo caso è la pallavolo. In realtà io ero in quel di Cosenza per
pregare in occasione del 50° di Enzo e Rita, due testimoni dell'impiego
cristiano che si sono posti al servizio della crescita del Movimento dei
Focolari nella nostra parrocchia. Sono un vero dono del Signore, per cui pregare
insieme è il gesto naturale di coloro che confidano nella benevolenza di Dio.
Bene, passato il
Sabato entra in scena la Vespucci, questa meravigliosa nave scuola della marina
italiana. Sono stato invitato a essere partecipe, in parte riferimento del
Vescovo per questa sua sosta nel mare di Scalea, e volentieri mi sono reso
disponibile a lasciarmi cullare dal nostro mare amico. Diciamo che io e il mare
siamo sempre andati d'accordo, anche quando è in tempesta, anche se ultimamente
avverto sensazioni di stanchezza, qualche motivo ci deve essere. Però rimane
l'elemento naturale con il quale immediatamente mi relaziono in modo positivo.
Al punto di poter affermare che forse la giornata più intensa e liberante che ho
vissuto quest'anno è stata la traversata fatta con i ragazzi della confermazione
a giugno in quel di San Nicola Arcella e in quel di Praia a Mare. Voi direte ma
perché ne parli adesso, solo perché in quel periodo si impose un lutto
collettivo per cui poteva essere fuori luogo parlare di svago. Della serie prima
il dovere poi il piacere.
Però immediatamente le due cose potevano anche collimare, ecco perché tutto è
scivolato senza particolari patemi d'animo, fermo restando l'imbarazzo che provo
ogni volta che devo indossare la filettata di rappresentanza, che oltre tutto
non riesco mai a usare in modo corretto. Per il resto tutto molto bello e
innovativo sono circostanze nelle quali ogni cosa merita di essere vissuto con
lo stupore necessario anche perché sono esperienze che non necessariamente si
ripetono, e poi per vivere questo ottobre estivo non c'è nulla di meglio che
andare per mare. Chiudo qui, anche perché nel frattempo subentrano in modo
impellente gli impegni della comunità, per cui abbandoniamo le gioiosità
temporali e ci immergiamo nelle difficoltà esistenziali. Buona giornata a tutti.
22 ottobre - Ma
allora la parrocchia, ai nostri gironi, che cos'è? Necessariamente è, prima di
tutto, una comunità che testimonia la gioia di seguire Gesù e di rendere
presente Gesù con la propria di vita in mezzo a tutti. Per cui in questo cammino
di impegno testimoniale si incontrano più semplicemente volti anonimi, islamici,
agnostici, battezzati di altre confessioni cristiane, e anche tra gli stessi
cristiani tante tipologie di partecipazione e di vita comunitaria l'esercizio
quotidiano deve essere quello di educarsi a relazionare con loro, come coi i
fratelli e le sorelle che il Signore ci pone davanti, con i quali dobbiamo
vivere l'amore con il quale il Signore ci ama. Ritengo sia scontato affermare
che non sempre riusciamo a relazionarci in questo modo, anche per questo ricordo
sempre che il vero motore di ogni azione o attività pastorale è sempre la
preghiera senza la quale tutto diventa più difficile, anche le azioni più
semplici sembrano insormontabili. In realtà è semplicemente debole la nostra
spiritualità. Per cui avanti sempre con entusiasmo e che la preghiera sia sempre
presente nella nostra vita.
Per tanti
altri la Parrocchia è un luogo o gli ambienti pastorali dove i cristiani pregano
(la Chiesa) e si incontrano (locali e sale), questa comprensione sposta
l'attenzione dalla comunità ai luoghi di vita ordinaria della comunità. Questo
non dovrebbe accadere mai, ma purtroppo è più normale sentire vado in parrocchia
che vivo in parrocchia. Detto questo non penso di aver stravolto la vita di
nessuno, però serve a ricordare che al centro di ogni iniziativa ci deve sempre
essere ogni persona che il Signore ci pone accanto. Anche per questo, in questa
fase pastorale, vanno aumentando le iniziative orientate ad accogliere
socialmente coloro che avvertono la presenza della parrocchia, come il luogo
ideale sul quale far convergere le attività di tutela e salvaguardia delle
persone. Il Centro di Ascolto, la Distribuzione degli Alimenti, il Centro di
Aggregazione Mons. Didona, la Mensa Caritas San Giuseppe e ultima in ordine di
tempo: Noi ragazzi che ... Gruppo Celine.
Tutte queste iniziative, mettono in risalto la grande disponibilità a servire
gli altri che è presente nella nostra città, nello stesso tempo sottolinea anche
la tensione a coinvolgersi sempre con gioia e disponibilità nelle relazioni
sincere di fraternità. Tutto è dono di Dio, per cui non dobbiamo fare altro che
ringraziarlo e invocare sempre le Sua benevolenza sulle opere che ci dona di
compiere avendo la certezza che esigono uno sguardo sempre più ampio onde
evitare la tentazione di chiudersi tra i soliti noti. Cosa che generalmente
genera la presunzione di essere più importante di altri, mentre nella vita di
comunità non facciamo altro che mettere in comune ciò che il Signore
gratuitamente ci affida, per cui non dovrebbe mai emergere la caratterizzazione
di qualcosa di proprio o di cui debba appropriarmi. Come dire, più si è dinamici
più è importante essere prudenti. Questo principio in realtà vale per ogni
attività anche sociale, ma ancora di più per le iniziative orientate a
vitalizzare la comunità. Intanto buona giornata a tutti.
18 ottobre - Ancora
un giorno di luce primaverile si accompagna alla nostra vita, donando energia
sempre nuova che genera la gioia di camminare e di riprendere con entusiasmo gli
impegni di accompagnamento alla vita di comunità. Intanto si è ripreso, con la
gioia della presenza dei bambini, la festa domenicale decisamente i loro colori,
i loro sorrisi, la loro inquietudine e i loro sguardi determinano un approccio
diverso al giorno del ringraziamento e della festa della comunità. Insomma la
Domenica è più Domenica con il loro stare attorno all'Altare del Signore, che
necessariamente coinvolge anche tante loro famiglie. Insomma che dire: Ben
tornata Domenica della comunità e non solo degli ultras. Altri hanno vissuto in
quel di Matera una esperienza orientata a una migliore comprensione della Chiesa
in ordine alla vita di carità, come maturarla, come gestirla. Insomma ci si apre
a orizzonti più ampi di dedizione ecclesiale.
Poi
uno sguardo al futuro anche negli ambienti di comunità, terza bozza del murales
che ornerà l'atrio della parrocchia, ogni opera comporta tante elaborazioni e
coinvolge molte persone che operano in modo nascosto, per arrivare alla
definizione da storicizzare e con la quale cresceranno tanti nostri ragazzi.
Diciamo che siamo a buon punto. L'obbiettivo, è quello di dare gioia a un
ambiente, che ha come sua vocazione l'accogliere con gioia le nuove generazioni
della comunità parrocchiale. Poi abbiamo una immagine operativa del Centro di
Aggregazione, che da quest'anno accoglie e incoraggia la socializzazione di
coloro che vengono per il pranzo, ma vivono nella solitudine e hanno bisogno di
maggiore attenzione da parte degli operatori.
A
seguire, ancora una immagine innovativa, in questo caso un artista di strada,
che cerca di abbellire uno dei riquadri di fronte al Parco degli Angeli. Insomma
tutto apre a una speranza nuova e alla gioia di essere ancora operativi per il
bene degli altri e per l'ambiente. A completamento, la bellezza della natura che
in questo autunno dona serenità e armonia alla nostra vita. Come sempre tutto è
particolarmente spettacolare, certo non riesco a spiegare le emozioni che si
accompagnano al mio cuore, ma ritengo più belle quelle che suscitano nei vostri
cuori, Per cui non posso che proporvele nella speranza di avervi incoraggiato a
guardare con più gioia a questo nuovo giorno che il Signore ci dona di
condividere. La luminosità del creato apre i nostri giorni a una speranza sempre nuova, auguri di ogni bene a Franco e Tiziana per il loro compleanno.
13 ottobre - Posso
affermare che la parrocchia ha innestato la marcia giusta per intraprendere i
ritmi pre pandemia, per capirci gli impegni che non prevedono pause per il
parroco ma anche per molti degli operatori pastorali della comunità. Sono state
avviate tutte le attività formative, anche se non sempre abbiamo una stabilità
nella proposta, ma gradualmente ogni cosa troverà il suo modulo educativo. Come
sempre ogni cosa è offerta al Signore, avendo la certezza che con la sua
presenza ogni cosa si rasserena e viene orientata alla pace. Non abbiamo ancora
i ritmi della partecipazione liturgica stabile dell'Iniziazione cristiana ma
spero che con il tempo anche questo filone così importante abiterà l'aula
liturgica, almeno per come riempie i vari ambienti formativi. Cammina con
intensità anche il filone della carità con il Centro di Ascolto orientato
all'accoglienza e al discernimento degli stabilizzati, la Mensa Caritas che
sostiene le persone sole e bisognose, il Centro di Aggregazione Mons. Didona che
intrattiene gli ospiti in modo attivo. Insomma nella preghiera, con coraggio e
dedizione si guarda aventi con fiducia ed entusiasmo.
10 ottobre - C'è
sempre un giorno dopo, anche se alcune volte dura diversi giorni. Però oggi è il
giorno nel quale si prova a voltare pagine e a dare valore nuovo alla vita, che
comunque merita di essere vissuta con entusiasmo. So bene che non tutti riescono
a vivere oggi il giorno dopo, ma la parrocchia deve incoraggiare a leggere la
propria vita contrassegnata dalla gioia dei ragazzi che riprendono a giocare nel
cortile e agli animatori che si sforzano di accoglierli con entusiasmo. D'altra
parte ritengo che la vita presenti sempre aspetti negativi e aspetti positivi,
dobbiamo solidarizzare con quelli negativi e emancipare quelli positivi, magari
parlando di meno e operando di più. Essere presenti in modo maturo da testimoni
del Signore, sempre attento alle fragilità delle persone e sempre partecipe
delle loro gioie. Come cristiani dobbiamo mettere sempre al centro la persona e
mai le cose o gli interessi, altrimenti il rischio che possiamo correre è quello
di svilire la bellezza degli incontri tra i fratelli e le sorelle che il Signore
incoraggia a vivere.
Questa notte e nella mattinata il Signore ha inteso benedire la natura con una
pioggerellina silenziosa e intensa che certamente ha fatto un gran bene agli
ortaggi e alla vegetazione. E' un ulteriore motivo per ringraziarlo, non abbiamo
mai dovuto subire le intemperanze climatiche presenti in altre realtà del
territorio. La giornata continua con l'aperture dalla Mensa Caritas e del Centro
di Aggregazione, insomma ci riaffacciamo con affetto alla piazza dei bisognosi
del territorio, anche questo merita di essere vissuto con amore e con gioia.
Questo è intensamente compreso e vissuto dai volontari, che trovano il tempo di
dare la loro disponibilità e di comprendersi preziosi al servizio del Signore in
mezzo ai più abbandonati. Tutto è dono di Dio che incoraggia ad andare oltre se
stessi e aprirci agli altri per essere nella gioia mai narcisistica, ma sempre
oblativa. Che sia una bella giornata per tutti.
9 ottobre - Dopo i
giorni del dolore e della riflessione sulla fragilità della vita, vissuti con
intensità e partecipazione da tutta la comunità, la città e anche oltre
tra le tante iniziative che questo dramma ha vitalizzato certamente merita
attenzione quella dei giovani del Liceo che ha coinvolto nella riflessione e nei
ricordi tantissime persone e altre istituzioni. Anche l'ANSPI Nazionale ha
inteso solidarizzare con la comunità ed esprimere la sua condanna per il fatto
delittuoso vissuto a Scalea. Anche le celebrazioni sono state tutte partecipate
e animare con emozione dai giovani e dagli altri organismi di animazione della
comunità. Insomma è stato un movimento di popolo che spero abbia incoraggiato la
riflessione sul senso della vita e la gioia di testimoniare la solidarietà alle
famiglie coinvolte. Merita un ricordo anche la volontà della famiglia di
devolvere a sostegno delle opere della parrocchia la raccolta di offerte fatta
in occasione delle esequie, Insomma il cuore si apre per il dolore ma non
dimentica la gioia di continuare ad amare.
Intanto il clima autunnale si caratterizza con radiosità estive che ci aiutano a
riprendere con tanto dolore dentro la vita educativa condividendo la voglia di
vivere che i ragazzi e i giovani vogliono e sanno trasmetterci. Come accade
negli ultimi anni la partecipazione alla proposta educativa nelle sue varie
forme è abbastanza attiva, fanno ancora molta fatica ad imboccare la via della
vita di comunità alla Santa Messa festiva. Probabilmente non è un passaggio
facile, ma cercheremo di emozionarli e coinvolgerli con gli effetti speciali.
D'altra parte l'incontro con Gesù genera sempre emozioni nuove e inenarrabili,
forse dovremmo lasciargli più spazio, di certo qualcosa non funzione se Lui
attirava le folle e i bambini correvano verso di Lui al punto che dovevano
mandarli via. Probabilmente da allora qualcosa è cambiato. Insomma sempre con
entusiasmo e gioia per rendere presente il Signore nella nostra vita e in quella
dei nostri figli.
Oggi il Signore ci incoraggia a vivere la riconoscenza, è un atteggiamento che
dobbiamo vivere e scoprire nella bellezza della novità che il ringraziare gli
altri genera nei nostri cuori, ogni volta in modo nuovo. Riceviamo sempre tanto
da tutti, anche se non sempre siamo capaci di riconoscerlo, il Signore deve
aprire i nostri cuori alla bellezza della Sua presenza e alla bellezza della
nostra presenza nella vita e al servizio della comunità. Ma anche alla bellezza
che la comunità rappresenta nella nostra vita come dono del Signore. E' vero non
sempre tutto procede per come vorrebbe il Signore, ma pregando un po' di più,
magari tante piccole distorsioni si raddrizzano. Dobbiamo ricordare che siamo
tutti preziosi e insostituibili davanti a Lui. Per cui sempre avanti con
coraggio e Buona Domenica a tutti, il Signore è la nostra pace.
6 ottobre -
Con questi pensieri i giovani hanno inteso salutare Ilaria, le propongo anche
perché incoraggiano a leggere la gioia della vita comune e il cammino percorso
insieme. Non è facile esprimere la nostra sofferenza nel salutarti oggi;
ci piacerebbe riuscire ad inventare nuove parole per descriverti, diverse da
tutte quelle che ognuno di noi qui presente non sa già o ha sentito. Allora ci
fermiamo e pensiamo…
Oggi salutiamo una donna, un’amica, una sorella, una zia, una figlia, una mamma
meravigliosa, calorosa, amorevole. Oggi salutiamo quella bambina che era in te,
quella che hai sempre conservato, la sognatrice che amava affrontare la vita con
curiosità e leggerezza. Tu sei stata tante cose, anzi sei tante cose, perché sei
qui nei nostri cuori, nei nostri ricordi. Tu sei l’amore della tua famiglia, sei
il cuore di tua figlia, sei la stella che rivedremo in cielo quando penseremo a
te e sarai l’arcobaleno che spunterà dopo la tempesta, perché sei stata colore,
anzi mille colori, nella vita di tutti quelli che ti hanno conosciuta, amata,
sentita.
Se pensiamo a te, ci viene in mente quella ragazza che con quell’espressione
buffa che assumeva prima di pronunciarsi, come se avesse in bocca sempre una
caramella, ascoltava, senza mai intervenire prima di aver sentito tutti.
La stessa ragazza che faceva di tutto per gli altri, con quel sorriso
travolgente da far cambiare umore a chiunque incontrasse, da sempre al servizio
del prossimo. Quella ragazza che cantava in macchina a squarciagola, che amava
la vita, e la viveva al massimo. Sei stata un dono non solo per il nostro
gruppo, ma per tutti. Sei entrata nelle nostre vite in punta di piedi,
trasmettendoci la tua dedizione, passione, creatività, e insieme abbiamo vissuto
momenti che resteranno sempre impressi dentro di noi, all’insegna di risate,
spettacoli, giochi, ma anche confidenze. Sei stata fondamentale per tanti
ragazzi che, come noi, ti hanno conosciuto e hanno avuto il privilegio di
poterti sentire e ascoltare, sempre pronta a seminare amore. È per questo che
oggi, Ilaria, siamo qui per ringraziarti, perché hai lasciato un segno in tutti
noi, con la tua sicurezza, la tua dolcezza e la tua umiltà, perché dietro
quell’aria svampita e i capelli scompigliati sei sempre stata te stessa.
Oggi è difficile pensarti lontana, ma ci piace credere che sei partita per un
lungo viaggio fra le nuvole, in compagnia del tuo papà, e che guardandole ti
sentiremo vicina. Ci hai sempre incoraggiati a credere in noi stessi, nei nostri
sogni, ma soprattutto ad osare, credere, sperare e amare la vita, e pensiamo che
un po' tutti da oggi, per quanto difficile, la ameremo e la vivremo anche e
soprattutto per te, perché è quello che avresti voluto; per cui, a voi tutti,
quando fate del bene, quando amate e inseguite i vostri i sogni, pensate a
Ilaria, e in quei momenti lei sarà con voi. Ciao Ila 5 ottobre -
Inizio raccontandovi del mio viaggio a Loreto, per l'incontro nazionale degli
assistenti. Ogni viaggio implica un lasciare, ma è anche occasione di libertà e
di innovazione mentale. Non posso che ringraziare il Signore per avermi dato
questa opportunità di pregare nella Santa Casa e di leggere la volontà
dell'Associazione di renderlo presente in mezzo ai giovani. Probabilmente lo
facciamo ragionando da adulti e con l'obbiettiva difficoltà di calarci
pienamente nel loro mondo, ma la volontà è certamente quella di non sentirci
avulsi dalla loro crescita e coinvolgerli per come ci donano nel messaggio di
salvezza che Gesù ci ha affidato. E' anche vero che il mondo delle nuove
generazioni esigerebbe semplicemente una maggiore presenza operativa, un
accompagnamento passivo insomma più per stare insieme con loro, mentre si
procede con la sequenza delle riunioni che non sempre accompagnano ma troppo
spesso sono estranee al loro mondo.
Sono stati giorni dedicati alla voglia di vivere la riscoperta degli ambienti e
dei valori della fede. Diciamo che, oltre alla gioia di pregare e di stare
insieme, a me non sembra che sia emerso qualcosa di particolarmente innovativo,
se non la volontà di aggiornare itinerari certamente storicizzati per la
trasmissione della fede. Si fa quello che oggi la società ci concede, ritengo
che nessuno riesca a trovare tempi lunghi da donare con passione agli altri. Di
certo si potrei aggiungere le vicissitudini del lungo viaggio, la volontà di
immergermi nei ricordi di altre occasioni precedenti, il senso di
disorientamento nell'attraversare i campi delle centrali eliche delle zone del
terremoto irpino, che non avevo mai percorso, il passaggio dall'autostrada ai
sentieri di montagna per seguire Google Maps, ma poi sono rientrato per cui
ormai tutto appartiene ai ricordi e alla serenità vissuta in quei momenti,
da comprendere come vero dono del Signore.
Il rientro è stato contrassegnato dagli avvenimenti noti e da altri
necessariamente meno noti ma non per questo meno importanti. Il Signore insieme
ai momenti sponsali, che meritano la loro centralità per la gioia che
trasmettono, continua a chiamare a se con intensità, il nostro caro amico di
famiglia Maurizio, totalmente dedito all'amore verso gli altri, alla gioia di
accompagnarsi alla vita della famiglia, all'impegno per la costruzione della
città, e anche altri. Di certo il dramma della violenta morte di Ilaria,
le modalità che lo hanno accompagnato, abita il cuore di tutti noi, il suo
ritorno alla Casa del Padre incide profondamente nei ritmi di questi gironi. Il
dolore dei familiari, ma più semplicemente, si accompagna ai nostri pensieri il
fatto che lei non è più in mezzo a noi con il suo sorriso e la sua voglia di
dare gioia, la semplice e gioiosa presenza di Bea, la giovanissima rampolla di
famiglia.
Insomma tutto si colora in modo più velato, anche nella nostra cittadina abita
in tutti i cuori questo pensiero di tristezza. Intanto ci si prepara per le
celebrazioni, che poi vogliono essere la voglia di trasmettere gioia alle
famiglie, profondamente segnate dal dolore e dal vuoto. Per il resto tutto
sembra procedere in modo ordinario la scuole che è ripresa a pieno ritmo, i
giovani in mezzo alle loro mille attività. I ragazzi che fanno ancora fatica a
riprendere la partecipazione alla Santa Messa. Il gruppo del campetto che non
salta un giorno nel dare vitalità gioiosa agli ambienti della parrocchia. La
gioia di danzare che è stata vita negli ambienti parrocchiali. La ripresa delle
attività legate alla mensa e all'accoglienza. Certo avrei anche altre cose,
soprattutto ai venti di guerra che si accompagnano ai nostri giorni e alle sue
ricaduta anche nella nostra comunità di Scalea, ma per adesso ritengo opportuno
lasciare spazio alla riflessione e al silenzio
26 settembre - Dopo una lunga selezione delle tante attività vissute in
settimana, provo a fare una sintesi sull'analisi delle foto, per come ritengo
bello condividere con voi. Primo bozzetto del dipinto che abbellirà in modo
gioioso l'atrio della canonica e degli ambienti pastorali. L'immagine vuole
comunicare la gioia di sentirsi famiglia con la Sacra Famiglia e felici di stare
insieme giocando anche con Gesù. Esigerà il suo tempo, ma ogni cosa che parte
prima o poi arriva a destinazione, intanto cominciamo ad apprezzare l'entusiasmo
che genera. Poi abbiamo il 25° di Pino e Adalgisa che, su richiesta della sposa,
è stato presieduto da Don Franco che li aveva uniti in matrimonio. Ma allora
ognuno può scegliere? Certamente alla gioia non si pongono parametri. Anche la
famiglia è stata coinvolta in modo criptico, della serie l'unità fa la forza.
Una bella celebrazione nella quale ho potuto cogliere la bellezza di poter
osservare e partecipare senza avere la preoccupazione di guidare la liturgia e
anche i contenuti da proporre. Che dire di più, se non Auguri.
Poi mettiamo una immagine del catechismo degli Angeli in Festa, che tradotto
significa Confermazione. Voi mi direte: ma Don Cono giocano a pallone. Sembra,
ma se osservate bene notate la catechista che osserva l'impegno dei ragazzi
nelle relazioni conflittuali del nostro tempo e la serenità di Carmine, che
aspetta senza ansia il pallore che può arrivare da ogni parte. Insomma tutto
concorre alla loro crescita e alla volontà di non farli crescere da soli. Poi
abbiamo realizzato la possibilità di rendere gli ambienti parrocchiali più
accoglienti verso gli emarginati e i più abbandonati, ma anche più semplicemente
per incoraggia a cogliere la parrocchia come l'ambiente dove poter trascorrere
il proprio tempo libero in modo gioioso e sereno. Da questo desiderio nasce
l'idea di creare un ulteriore polo di aggregazione sociale, che si aggiunge al
Centro di Ascolto Caritas e alla mensa di San Giuseppe. La speranza che ci
anima, è che nessuno deve sentirsi totalmente abbandonato. Nella speranza che la
comunità ci sostenga sempre, con la preghiera e con la partecipazione, nel
servizio alle marginalità.
Altre immagini ci raccontano che la parrocchia ha ripreso la sua vita ordinaria
di aggregazione orientata alla formazione cristiana dei preadolescenti, nei
giorni scorsi abbiamo accolto i bambini e adesso, completando l'opera, tornano
all'ovile le pecorelle più grandi e anche per questo più bisognose di essere
accolte ed essere sostenute. Il lavoro degli animatori e dei catechisti, come
sempre è indispensabile e anche per questo meritevole di essere incoraggiato. Il
cuore dell'impegno è il servizio al Signore e alla Chiesa, ogni altre
motivazione o affezione crolla miseramente e impoverisce. Perciò ringraziamo il
Signore per tutti coloro che donano parte del proprio tempo, per la crescita e
la diffusione della fede nelle nuove generazioni. Come potete vedere il cammino
della comunità è ripreso con entusiasmo e con la gioia di esserci, d'altra parte
è scontato che senza il coinvolgimento dei laici la vita della Chiesa si
impoverisce. Perciò coraggio, la parrocchia ha bisogno di tutti, d'altra parte
si creano sempre spazi nuovi di impegno, per coloro che vogliono proporre
momenti di amore verso il Signore e verso i fratelli e le sorelle.
21 settembre - Dobbiamo sempre
leggerci nella disponibilità del pellegrino alla continua ricerca della novità
di Dio, lui sa' di poterla trovare ovunque il cammino lo conduca, ma sa anche
che perché questo accada, deve lasciare sempre qualcosa di se stesso nel suo
pellegrinare. Altrimenti il rischio che si può correre è percorrere sì, strade
nuove ma irrigidendosi sul già conosciuto, questo atteggiamento vieta di
cogliere la bellezza della novità che mi è posta davanti agli occhi, o più
semplicemente nel mio cuore. Detto questo non posso non comunicare che con oggi
l'estate è ufficialmente terminata e qualora qualcuno stentasse a coglierlo, ci
ha pensato il clima voltando rapidamente al freddo occasionale la gioia di
sostare in nostra compagnia. Per cui buon autunno a tutti e, come dicevano io
nostri genitori, è bene coprirsi, poiché i malanni sono dietro la porta.
Questo è davanti agli occhi di tutti, lo è anche la volontà di Putin di non
sfigurare tra le grandi potenze, coinvolgendo in questo anche la Grande Madre
Russia, che forse ne avrebbe fatto volentieri a meno, anche se tutto sembra
scivolare in sordina, la volontà di guerra continua ad abitare la sua mente alla
ricerca di vie nuove per mostrare la sua potenza. Forse non tutte le altre
nazioni ne colgono la pericolosità, si confida nei giochi economici e nella
nolenza delle altre grandi potenze a coinvolgersi, anche io come tutti
noi, spero che non accada nulla di particolarmente disastroso oltre ciò che già
adesso vanno sperimentando le centinaia e centinaia di soldati e civili uccisi.
Preghiamo e speriamo. Preghiamo e speriamo sembra che non ci sia una terza via
da seguire.
Nel
frattempo abbiamo dato il via alle attività oratoriali della comunità con
l'arrivo delle Piccole Orme, un manipolo di coraggiosi ha attraversato il
cancello ed è venuto per donarci la loro gioia di stare insieme e di cercare
l'incontro con Gesù. Si, è vero, ci sono quelli del campetto che non trascurano
il loro impegno quotidiano di stare insieme inseguendo il pallone, ma quella è
un'altra età per cui un altro mondo. Sempre bello e gioioso ma totalmente
immersi in se stessi e nella voglia di sentirsi vivi. In questo caso invece
abbiamo i primi passi oltre le porte di casa in ambienti a loro quasi totalmente
sconosciuti, la speranza e che imparino presto a comprenderli una loro seconda
casa
.
La vita di comunità è fatta di tanti
cerchi che si incontrano e costruiscono con i loro incontri altri cerchi che si
incontrino, sembrerebbe che tutto sia individuale, scollato, ma solo perché il
collante quello veramente resistente è invisibile. Quando il collante si rende
presente nei modi più svariati e creativi, spesso anche in modo impercettibile
tutto è armonia di colori e di affetti, quando lo si trascura nulla è come
prima. Insomma la vita di comunità va vissuta nei suoi valori più autentici, il
primo dei quali è il protagonismo di ciascuno nella disponibilità ad ascoltare e
a fare posto al protagonismo dell'altro. Cerchiamo di comprendere insieme verso
dove e come camminare, mettendoci in ascolto gli uni degli altri. Dimenticavo di dire che ciò che più
immediatamente rende il collante sempre nella disponibilità ad essere colto
nella sua preziosità, è la preghiera del cuore, che ama ogni cosa, vivifica ogni
realtà e dona sempre. Quasi senza tenere nulla per se, in questo si arricchisce
sempre di più dell'amore che gli viene donato di donare.
18 settembre - Una settimana molto articolata e bella, nel senso di intensa,
poi come tutti i giorni si intrecciano le gioie e i dolori, d'altra parte la
vita di comunità è sempre così, momenti battesimali sempre gioiosi e intensi di
festa, il dolore delle esequie di fratelli e sorelle che il Signore chiama a se,
incontri programmatici dei vari ambiti pastorali contrassegnati dalla gioia e
dal senso di responsabilità. Questa settimana anche momenti sponsali, che ci
presentano giovani aperti alla vita e con tanta speranza nei cuori, ricchi di
amore e di gioia, sono anche riprese le attività scolastiche con tutto ciò che
ne consegue in ordine al movimento di famiglie e di nuove amicizia per i giovani
e i ragazzi. Abbiamo avuto anche la distribuzione degli alimenti alle famiglie
bisognose, un momento sempre arricchente in ordine alla sensibilità sociale.
Anche in questo caso siamo alla ripresa, dopo la relativa pausa estiva e le
novità non mancano soprattutto in riferimento alla presenza degli Ucraini. E via
a seguire.
In mezzo a tutto questo c'è la vita del parroco con i suoi acciacchi, gli anni
passano anche per me. Con tanta voglia di stare in mezzo ai giovani e ai
ragazzi, anche per ricaricarmi in ordine all'entusiasmo e alla voglia di vivere,
loro sono delle vere sorgenti innovative di entusiasmo e di novità.
Ma anche tutti gli altri momenti meritano di essere vissuti con intensità nella
certezza di poter dare qualcosa in ordine alla speranza che ci deriva dalla
fede, ma anche di ricevere tanto in affetto e in emozioni sempre nuove da vivere
e da proporre in riferimento alla fede che Gesù ci ha affidato da testimoniare.
La vita della parrocchia va incanalandosi sulle vie conosciute e anche per vie
da scoprire, come sempre l'incontro con le persone è sempre innovativo, esige
sempre una disponibilità a cogliere la bellezza della presenza del Signore nelle
persone che ci pone accanto e con le quali siamo chiamate a condividere la
storia di amore che il Signore ci affida.
Abbiamo avuto anche l'incontro con i Parroci dell'Unità Pastorale di Scalea, un
momento di fraternità sempre bello da condividere sia per le diverse esperienze
che ci sforziamo di portare avanti, sia per la gioia della vita di comunione che
è la radice di ogni impegno ecclesiale. Della serie i problemi sui quali
confrontarsi e discutere non mancano, ho detto più volte che Scalea è molto
variegata e con cuori volitivi per cui la dinamica pastorale deve sempre essere
orientata al cambiamento e alla sinergia. Insomma siamo sollecitati ad esprimere
la maturità dell'accoglienza del dono e anche la virtù della pazienza, anche
perché spesso il dono è appesantito da personalismi non sempre facili da leggere
in modo immediato. Se tutto è vissuto in sincero spirito di preghiera ogni cosa
consegue la meta indicata dl signore, se il tutto è contrassegnato da
personalismi si lavora e si spera nella maturità degli operatori che prima o poi
comprenderanno.
Oggi è una Domenica veramente modello di tutto questo che abbiamo vissuto nei
tempi più lunghi e articolati di cui ho parlato prima. Vivremo in sincero e
arricchente spirito di preghiera il Ringraziamento a Signore con il Battesimo di
Anastasia, ci comprenderemo nel dono della solidarietà e della condivisione del
dolore con le esequie di Deli, che dopo lunga sofferenza vissuta con fede e
affetto il Signore ha chiamato a se. Poi avremo la gioia di Vincenzo e Fabiana,
giovani molto dinamici ed energici che si uniscono in Matrimonio. Infine nel
pomeriggio avremo modo di confrontarci, con il Consiglio Pastorale, dopo aver
pregato per leggere le esigenza della comunità e orientare gli sforzi per
sollecitarla nella crescita cristiana, per come il Signore ci dona. Chiuderemo
questo giorno di grazia condividendo un momento di gioia di fraternità con
la serata in pizzeria con le famiglie, avendo chiara la coscienza che la
parrocchia è la famiglia delle famiglie. Buona Domenica a tutti/e.
Non posso che ricordare con voi il momento di festa che i giovanissimi hanno
inteso condividere venerdì notte con il parroco, dove tra le tante cose
sperimentate abbiamo anche avuto il rito dello Shottino. Tutto è stato
vissuto in modo festoso e in modo connaturale da loro, per me ogni movimento e
ogni loro energie era una occasione di ricarica e di interrogativo. Tutto si è
svolto dalla ore 20:00 alle ore 6:00, momenti molto belli di cui non posso che
ringraziare il Signore per avermi posto in mezzo a tanta ricchezza di valori,
tanta energia da tenere a bada e tanta gioia da condividere. Giusto per aiutarvi
a capire, ho caricato qualche immagine esplicativa al Link Oratorio ANSPI,
direbbe Gesù della serie: chi vuole intendere intenda.
11 settembre - Certamente mi sono accorto anche io che sono passati tanti
giorni, ma tutto scorre in modo lieve e costante inseguendo tante iniziative,
celebrazioni, incontri per cui non sempre si matura la coscienza del tempo che
passa senza comunicare nulla. L'inizio del mese è stato caratterizzato dalle
attività in Puglia dei Talent&Art alle quali avrei dovuto partecipare anche io,
ma il Signore mi incoraggia a prendere coscienza dei limiti che vanno emergendo
nella mia vita e mi ha chiesto di cedere il passo a Don Francesco. Mentre io mi
sono immerso nella vita parrocchiale. In attesa della relazione dei
responsabili, da quanto mi è dato di conoscere a me sembra che tutto sia andato
avanti in modo giovanile e anche innovativo. Insomma ambienti nuovi, gioiosità
dell'età con le conseguenti esuberanze e inquietudini. Tutto stato vissuto nella
bellezza della cornice geografica tra le più belle d'Italia, con quel che ne
consegue. Insomma che dire, il Signore ha benedetto gli sforzi dei responsabili
che avevano fortemente voluto vivere e sostenuto questa esperienza.
La vita della parrocchia va riprendendo nei suoi ritmi naturali, con questo
vogliamo intendere un impegno sempre maggiore orientato alla evangelizzazione.
Certo andiamo anche a raccogliere i reduci dell'estate che spesso lascia segni
indelebili in ordine alla stanchezza e anche ai cambiamenti che si realizzano
nella mente dei nostri figli, ma questa è la vita con la quale ogni giorno
dobbiamo fare i conti, cercando di farli quadrare per come è possibile, magari
non sempre ci si riesce ma anche questo va considerato e accettato. E'
continuato il clima caldo e anche umido che certamente incide sull'intensità
delle attività, ma questa sera si riparte e in settimana si programma per gruppi
e ambiti pastorali. Insomma diamo un taglio all'estate, che oltretutto non tutti
hanno avuto modo di godere per i motivi di cui sopra, ma i mesi sono comunque
passati per cui guardiamo avanti con coraggio.
Il motivo di maggiore gioia ed emozione è certamente il ritorno tra gli ambienti
parrocchiali dei ragazzi che sono i grandi latitanti, per tanti motivi, posso
affermare che non si vedono in parrocchia da giugno. Durante l'estate riesci a
trovarli dappertutto e ad ogni ora, ma tra le mura della chiesa non se ne parla.
Come sempre le attenuanti sono tante, ma la realtà non cambia 0+0=0. In
realtà qualcuno lo abbiamo intravisto al campetto di Don Michele, insieme a
tanti turisti leggermente più stabilizzati. Speriamo di riuscire a invertire
questa tendenza altrimenti ci si intristisce. Diciamo così gli impegni
sacramentali veicolano ancora in parrocchia ma ultimate le tappe, si cercano
altri orizzonti più ampi e soddisfacenti le proprie ambizioni. E' anche
importante sottolineare che molti ragazzi lavorano ordinariamente con le loro
famiglie con ritmi anche abbastanza intensi.
Certo dovrei anche parlare dei fratelli e delle sorelle che il Signore ha
chiamato a se, di coloro che vivono stabilmente nella sofferenza e che i
familiari sostengono con tanta dedizione del cuore, dei tanti poveri che bussano
alla nostra vita di comunità per essere sostenuti, ma anche dei tanti turisti
che guardano per alcuni mesi alla nostra parrocchia come alla loro casa estiva.
Dei tanti amici e conoscenti che chiedono di essere abbracciati e ricordati
nella preghiera. Ma correrei il rischio di non terminare mai, per cui
incoraggiamoci nel Signore, prepariamoci a vivere questa Domenica con gioia e
totalmente affidati alla Sua misericordia di Padre che ama e che non abbandona.
Per cui buona Domenica a tutti e sempre avanti con coraggio e gioia. |
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