24 gennaio
2021

Tenete alta
la Parola di Vita!
(Fil 2,16)


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17
gennaio 2021 - II Domenica Tempo Ordinario
Questa
Domenica, propone diverse tematiche sulle quali riflettere. Tra
le tante il dialogo tra i Cristiani e gli Ebrei, l'inizio della
Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, quindi
l'attenzione agli animali nella ricorrenza di Sant'Antonio
Abate, e il tema che orienta tutti gli altri che è quello della
Vocazione, sul quale più immediatamente al Parola di Dio
incoraggia a riflettere alcune esperienze tipologiche. La vita
di fede è sempre da vivere con queste attenzioni, l'esperienza
di coloro che ci hanno preceduto, la nostra stessa esperienza,
come trasmettere al fede a coloro che vengono dopo di noi e
guardano a noi come i testimoni e i modelli da imitare.
Il tema
della vocazione ci viene presentato nell'esperienza di Samuele e
in quella dei discepoli del Signore. Come dire facciamo un salto
storico dal periodo dei Giudici all'Impero Romano, copre l'arco
di circa mille anni di storia di Israele, il protagonista
centrale è sempre Dio nella comprensione di assolutezza
velata dalla Tenda del Convegno, che caratterizza l'epoca di
Samuele al Santuario di SIlo, sulle alture di Samaria;
nell'esperienza incarnata in Gesù di Nazareth nel racconto della
vocazione dei discepoli lungo il mare di Galilea. Certamente,
nei fedeli che partecipano alla liturgia domenicale, tutto
questo scivola addosso senza trovare crepe capaci di assorbirne
la bellezza, ma in chi ha dimestichezza con la Parola di Dio sa
bene che nulla accade senza un fondato motivo e, come abbiamo
riflettuto Domenica scorsa in Isaia, ogni cosa che viene
dall'alto, lascia il suo segno indelebile, perché nulla ci è
donato se non ciò che concorre alla nostra crescita nella vita
di fede.
Samuele, fin
dalla sua nascita prodigiosa, ci è presentato come un dono di
Dio da donare a Dio, perché il popolo di Israele viva la sua
fedeltà al suo Dio. Siamo nell'area collinare della Samaria, in
uno dei Santuari tribali nei quali la Tenda del'esperienza di
liberazione del deserto, e sotto la Tenda era custodita l'Arca
dell'Alleanza con il Bastone di Mosè e la Manna, sostava
periodicamente, custodita da un profeta. In questo caso i
custodi erano Eli con i suoi familiari. E' un periodo storico
molto tormentato, caratterizzato dalla difficoltà delle
relazioni tra le tribù e dalla volontà di allearsi per poter
esprimere nell'unità, meglio la potenza di Israele. In questo
contesto si inserisce la storia di questo fanciullo, direbbe il
Salmista, o anche i profeti maggiori, prima che io nascessi tu
già mi conoscevi. Anche questo è vero, però comunque per avere
confidenza con Dio, è importante conoscerne la voce e imparare
ad ubbidirgli.
Il contesto
di vita è ancestrale, per cui dobbiamo leggerlo nel grande
silenzio che caratterizzava questi ambienti per la gran parte
dell'anno, la notte era caratterizzata dalla luce del fuoco o da
quella flebile delle lanterne, tutto era contrassegnato dalla
povertà e dall'assolutezza della presenza di Dio. Eppure, anche
in questo contesto era necessaria la direzione spirituale, il
bisogno di discernimento. Ieri come oggi Dio parla, ma è
importante essere guidati da altri, alla comprensione della Sua
volontà, altrimenti il rischio è vivere la sequela dei tanti
falsi messianismi, dei tanti santoni che ancora oggi albergano
all'interno della Chiesa di Cristo. E' uno dei problemi con i
quali spesso è importante fare chiarezza, al centro è Dio e non
altri, pure importanti e preziosi ma non sostitutivi, questo è
il ruolo di Eli per Samuele, ed è, dal punto di vista
dell'esperienza umana, quello di Gesù per i discepoli. Per
estensione è quello dei sacerdoti per le comunità, orientare
sempre e tutti a fare la volontà di Dio.
Per narrarci
i primi passi di quella che poi diventerà la comunità degli
apostoli, viene scelto, straordinariamente, il racconto che ne
fa l'evangelista Giovanni, siamo lungo le rive del Giordano, a
ridosso del deserto, dove Gesù era venuto da Nazareth, per
ascoltare e vivere il discepolato di Giovanna il battezzatore,
per essere anche lui battezzato. Ad un tratto, non sappiamo
quanto tempo è passato, Giovanni il battezzatore incoraggia
alcuni suoi discepoli a cogliere in Gesù il segno della
misericordia del Padre: Ecco l'agnello di Dio!
Sappiamo tutti bene che nella tradizione biblica l'agnello è
l'elemento sacrificale da offrire a Dio, per espiare
ordinariamente i propri peccati. Inizia qui, nel deserto,
secondo la tradizione giovannea, l'esperienza del discepolato.
Dagli altri racconti ci viene detto che tutto inizia in Galilea.
Contraddizioni redazionali? Probabilmente no, semplici proposte
e sottolineature di momenti diversi della propria adesione a
Cristo.
Anche nella
nostra vita ci sono vari cambiamenti, andirivieni e variegate
decisioni, che avvengono in ambienti e situazioni totalmente
diversi, finché non arriva il momento di decidere in modo
definitivo. Ma anche in questo caso non mancano umori alti e
bassi, entusiasmi e fallimenti. Insomma tutto è affidato alla
misericordia di Dio nella quale ci lasciamo trasportare e alla
quale in qualche modo cerchiamo di corrispondere. In tutto
questo si inserisce la volontà di coinvolgere anche altri nella
missione di cercare Gesù, avendo la certezza che comunque in sua
compagnia si vive meglio. Dimorare in Gesù certamente comporta
navigare a vista avendo la luce della sua parola sempre davanti
a noi e perseguendo nelle variegate situazioni l'obbiettivo
comune che è l'incontro con la misericordia eterna del Padre.
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